sabato 17 agosto 2019

PEDEMONTANA VENETA TREVIGNANO(TV) TEMPORALE TRA IL 15 E IL 16 AGOSTO E CROLLO DI UN PONTE CANALE NELLA TRINCEA

Nella notte tra il 15 e il 16 agosto, lungo il tracciato della Pedemontana Veneta, nel comune di Trevignano (TV), un rovescio ha provocato il crollo del ponte canale che attraversa la trincea tra Case Pellizzari e Caberlotto(https://goo.gl/maps/tXZ3bmTqToLhEkSJ6), al kilometro 73.200 dell'opera, proprio al confine tra Trevignano e Montebelluna
Se qualcuno pensava che i crolli della SPV fossero una esclusiva del vicentino e della Galleria Malo-Castelgomberto si sbagliava e di molto. È sufficiente guardare le foto in allegato che ci hanno inviato da Treviso per comprendere la gravità dell’evento, soprattutto se si pensa al fatto che vi potevano essere dei mezzi circolanti e se la pedemontana fosse stata in funzione poteva essere un disastro con un numero considerevole di vittime!
È bastata la pioggia della notte di ferragosto, non particolarmente violenta, rispetto alle medie di questi ultimi periodi, per far crollare la parte appoggiata al bordo della trincea nord di un ponte canale con tutto il primo tratto della sua trave prefabbricata. Questo ha causato una serie di smottamenti ben visibili, su un fronte di circa 1000 metri lungo la sponda della trincea, con conseguente allagamento del fondo. Un evento simile, ma di minore portata, lo avevamo registrato anche nel canale di deviazione che la SIS aveva realizzato per il torrente Chiavone a Breganze(VI), dove l’acqua aveva scalzato il fondo di massi e cemento scavando sotto agli argini. 
Non possiamo non richiamare i dubbi sulla direzione dei lavori che avevamo sollevato con un esposto alla Guardia di Finanza nel 2017, dove avevamo depositato la denuncia della SICS Ingegneria srl che riguardava proprio le competenze dell’ing. Adriano Turso Direttore dei Lavori di SPV e colpito dalle recenti indagini sui crolli del tunnel vicentino. Questi fatti sollevano maggiori dubbi sull’esecuzione dell’opera e sui materiali emersi dalle intercettazioni che hanno portato al sequestro del cantiere del tunnel Malo-Castelgomberto, perché è evidente che le uniche ipotesi in questo momento non possono che riguardare la leggerezza della posa in opera dei manufatti per convogliare la roggia interessata dall’intersezione con il tracciato della superstrada e la realizzazione dei materiali e degli elementi prefabbricati. Questo fatto ci costringe a ricordare che vanno verificate le costruzioni prefabbricate e i materiali impiegati.
Ricordiamo infatti che se la morte dell’operatore La Ganga nella galleria di Malo, ha portato ad accendere una luce investigativa sulle modalità esecutive del tunnel più grande della SPV, una seconda luce va accesa sulle costruzioni prefabbricate in particolare nell’area di Mason Vicentino, dove ha trovato la morte un secondo operaio. Si tratta di Gianfranco Caracciolo di Cosenza di 37 anni, caduto da un nastro trasportatore della centrale di prefabbricazione della SIS il 24 gennaio scorso. Quella è la principale area di prefabbricazione della SPV, e fa molto pensare vedere lo sbriciolarsi del manufatto come evidenziato dalle foto. Questo disastro annunciato coinvolge direttamente tutta la catena costruttiva della SIS, su cui la procura di Treviso deve aprire un inchiesta, in collaborazione con quella di Vicenza e mettere sotto sequestro i cantieri interessatitra la SP68 e la SR 348, indagando sulla qualità del cemento e sulla modalità costruttiva della SIS scpa e della SPV spa.

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