sabato 25 novembre 2023

MACISMO FASCISTA CON POENTA E OSEI

Sono oramai oltre 10 anni che in Valle dell’Agno si ripetono dei rituali che vanno chiamati con il loro nome, si tratta di atti di intimidazione mafiosa nei confronti di un importante tutore della legge e dell’ordine nell’ambito del territorio montano e della protezione della fauna e dell’ambiente.
Ci riferiamo alle recenti scritte, apparse tra Valdagno e Recoaro Terme che decretano la condanna a morte del Maresciallo Capo Davide Simeoni. Nell’applicazione della legge non si è mai tirato indietro, dimostrando una competenza e una integrità che a molti da anni da fastidio. A lui e ai suoi colleghi della stazione dei carabinieri forestali di Recoaro Terme va la nostra piena e più totale solidarietà e il nostro concreto sostegno. Il nostro non è un semplice atto formale ma una precisa chiamata in causa di un sistema politico e amministrativo che da anni copre chi continua a minacciare con veri e propri messaggi mafiosi chi fa rispettare la legge negli ambiti dove si pratica la caccia sulle colline e sulle montagne a ovest di Vicenza, nella Lessinia vicentina, nelle valli che dall’alto corso dell’Illasi vanno fino a quella dell’Agno, al confine tra le province di Vicenza, Verona e Trento.
«Era il 2012 quando nel Consiglio Comunale di Trissino si presentarono 50 cacciatori guidati dall’allora assessore ai lavori pubblici e altri 50 mi aspettavano fuori nella piazza per intimidire me e chi mi aveva sostenuto nella campagna che avevamo lanciato per chiedere alla amministrazione leghista del Sindaco Rancan, la completa rimozione delle altane cadute, fatiscenti e abbandonate nei monti di Selva di Trissino. Evidentemente qualcuno allora si sentì toccato particolarmente e personalmente. In quell’occasione non mancarono le minacce al sottoscritto, ma soprattutto ricordo il sostegno di Andrea Zanoni da parlamentare europeo e i proiettili recapitati al comandante delle guardie forestali competente per territorio, Davide Simeoni. Dopo quei fatti, altre minacce si ripeterono, come quelle recapitate nei suoi confronti, all’allora sindaco di Recoaro. Tutti questi atti portarono sempre ad una discussione in prefettura che verteva sul trasferimento o sulla rimozione di Davide Simeoni. Evidentemente a qualcuno non va giù quello che fa e soprattutto vuole che come minimo si provveda ad allontanarlo, come se il problema fosse l’applicazione di sanzioni e i sequestri di armi che ha compiuto».
Questo ha dichiarato il nostro vicepresidente Massimo Follesa, che ha rincarato la dose segnalando che Simeoni non solo si è occupato di inchieste nel mondo della caccia, ma anche di scottanti inchieste e episodi tra cui alcuni riconducibili a particolari atti, alcuni anche incendiari, che hanno costellato questo territorio.
 
 Quello che emerge con sgomento e in modo sbalorditivo è come in tutti questi anni, si possa minacciare di morte un importante investigatore e tutore della legge, senza venirne mai a capo. Sembra che nell’ambito del rispetto della legge si possa concedere un tempo e un ambito di impunibilità. Non possiamo non ricordare le carenze nell’inchiesta per l’omicidio di Pretto avvenuto nei Colli Berici, e il legame con il mondo del bracconaggio. É preoccupante che ci sia una brigata dotata di armi lunghe che frequenta e gira nell’alta Valle dell’Agno e del Chiampo. In quei territori esiste un sottobosco di redditi e scambi economici illegali e fuori controllo, che è costituito dalla gestione degli appostamenti per la caccia di frodo sia ai migratori che ai grossi mammiferi. Sono postazioni in grado dare un reddito a chi li gestisse. Esistono una ridda di strade forestali, che non sono giustificabili tutte con la gestione del patrimonio boschivo e che spesso sono al servizio di una rete di appostamenti nell’alta valle dell’Agno costruiti con tanto di murature tra le guglie rocciose di certe parti. Ricordiamo che nel curioso consorzio dei Vigili Urbani di alcuni anni, fa a cui aderirono i sei comuni della Valle dell’Agno, ma ormai defunto, le competenze sugli interventi per gli abusi edilizi nel territorio di Recoaro Terme restarono, per convenzione, tutte agli ufficiali della polizia locale del centro termale.
 
É uno scenario legato a un mondo patriarcale fatto “de omeni con la sciopa”, che ha profonde radici con la politica poiché è un fortissimo bacino elettorale per sindaci e consiglieri regionali. Il territorio montano in questo scenario è roba loro, proprio come lo è la roba descritta nelle pagine di Verga. Sono roba loro i boschi, le colline, i prati, sono roba loro le acque e i torrenti, sono proprio tutta roba loro anche gli animali che vi girano perché è roba da mettere a reddito con la caccia. Qualcuno pensa che siano roba loro anche le istituzioni e le persone che votano e che ci abitano. Qualcuno pensa che siano roba loro anche le donne, le ragazze, le sorelle, le madri e le figlie visto come certi campioni le trattano, tra cui spiccano per i loro comportamenti e loro dichiarazioni i consiglieri Formaggio e Valdegamberi. Queste sono le coperture politiche e morali ai vigliacchi che hanno scritto la condanna a morte di Davide Simeoni sulla strada di Castelvecchio e di Campogrosso,che sono figli sani di un patriarcato che tratta il territorio comune come se fosse roba loro, un macismo fascista ma con “poenta e osei.”

Covepa ovest vicentino