domenica 30 aprile 2023

SILOS E AISCAT SMASCHERANO LE STORIELLE DI ZAIA SULLO STATO DI SPV

Con un video terribile nei suoi profili ufficiali, Zaia torna a raccontare la sua versione sulla Pedemontana Veneta che fa seguito alle sue dichiarazioni all'apertura della barriera sull'A27. Le imprecisioni e le falsità non si contano, tanto nessun giornalista è disposto a contestarle figuriamoci le opposizioni e i sindaci. Per questi ultimi serve una nuova categoria aristotelica, quella del sindaco di Spresiano: il sindac ch’el purtava i scarp del tenis secondo il pensiero di Jannacci.

Quello che emerge dal video che abbiamo visto su instagram, è la politica degli sconti di Zaia a Zaia. Farsi lo sconto di due anni è l'ennesima bugia di questo politico che mente sapendo di mentire. I fatti sono altri, sono quelli che la scheda del SILOS della camera dei deputati riporta in base ad Anac e su dati forniti dal RUP di SPV: non sono stati due anni, ma sono stati solo 48 giorni di sospensione per il COVID-19,. Riportiamo l'estratto testuale della scheda 676 per l'anno 2020: "Dalla rilevazione dell’ANAC sullo stato di attuazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie, che si basa sui dati comunicati dal RUP al 31 dicembre 2020, risultano in corso i lavori con un avanzamento rallentato dall’emergenza sanitaria da COVID-19 (48 giorni di sospensione)."

Vale la pena anche di ricordare che non è affatto vero che tutto finirà con il 2023, ammesso che Luca la imbrocchi stavolta. Il presidente dovrebbe ricordare le sue stesse recenti dichiarazioni sul fatto che i km di SPV sono 162. Considerando questo fatto, entro il 2023 non si chiude un bel niente, mancano 40 km di opere complementari oltre al casello di montecchio, e al tunnel di Malo mancano cioè circa 450 milioni di € per finire tutta la SPV. 

mercoledì 5 aprile 2023

GLI INGEGNERI DI SPV: quelli che per una parcella succhierebbero il moccio dell’ex commissario Vernizzi dalla tomba in cui è sepolto.

Grazie ad AltoVicentinoonline.it abbiamo appreso di essere tornati al 1993, perché il presidente della Federazione degli Ordini degli ingegneri del Veneto P. Gasparetto ha buttato giù due idee vecchie, sostenendo che «L’area pedemontana veneta, da Vicenza fino all’Alto Trevigiano, risulta costituita da una rete di centri di medie e piccole dimensioni... In tale contesto, la presenza di sole infrastrutture per la viabilità locale, ..., ha rappresentato da sempre un elemento critico per lo sviluppo del territorio. La Superstrada Pedemontana Veneta potrà essere dunque un’arteria fondamentale per la mobilità della nostra regione e una grande opportunità per l’economia del territorio”».

Nello stesso articolo si riporta un altro concetto sempre di 30 anni fa, il concetto del buco con il Veneto intorno: «“Con l’attivazione di questo segmento della superstrada Pedemontana, unito all’A27, all’A4 e all’A31- aggiunge Alessandro Turchetto, segretario e referente per l’area metropolitana della Federazione degli Ordini degli ingegneri del Veneto- si crea di fatto il ‘raccordo anulare’ della vasta area metropolitana centro-veneta, con importanti ricadute sulla messa a sistema della viabilità esistente, sull’accessibilità ai servizi a scala metropolitana e più in generale sullo sviluppo della regione”». Chi abbia ispirato come esempio del ruolo di SPV, il Grande Raccordo Anulare Romano, fiore all’occhiello di un ceto politico veneto e autonomista, probabilmente la dice lunga sul fatto che non capisca nulla di comunicazione e che gli stessi concetti espressi dai rappresentanti degli ingegneri veneti abbiano dei limiti in partenza.

Siamo all’ennesima riprova che gli ingegneri della SPV sono una categoria antropologica specifica e che sono molti di più di quelli che abbiamo conosciuto finora: sono quelli che per una parcella succhierebbero il moccio dell’ex commissario di SPV Vernizzi dalla tomba in cui è sepolto.