giovedì 31 luglio 2014

RENZI SCEGLIE LE AUTOSTRADE, I CAMION E LE AUTO!!! E NEL VENETO SI PRENDE ANCHE QUELLE DI GALAN, CHISSO E SARTORI










BreBeMi: la favola dell'autostrada 'senza soldi pubblici'

Il 23 luglio viene inaugurata la nuova arteria che collega Milano e Brescia. Ma è falso affermare -come hanno fatto molti quotidiani - che la BreBeMi sia la prima autostrada realizzata facendo ricorso solo a capitale privato. Intanto perché è finanziata da Cdp (80% del ministero del Tesoro) e Bei (di proprietà dei Paesi Ue, Italia compresa), e poi perché verrà probabilmente "defiscalizzata" per quasi mezzo miliardo di eur. Non è vero nemmeno che porterà direttamente al sito Expo.

di Luca Martinelli - 24 luglio 2014 in altreconomia ma tratto da Le conseguenze del cemento: puoi leggere anche Il flop delle autostrade di Expo


Chi avesse avuto la pazienza di ascoltare gli interventi di Roberto Maroni, Maurizio Lupi e Matteo Renzi alla cerimonia di inaugurazione della BreBeMI, avrà provato l'incredibile sensazione di "vivere dentro uno spot", l'affresco molto romanzato di un Paese "in movimento", in auto (come sempre). 
Ci può stare, perché era -in fondo- la passerella per celebrare "la Grande Opera", e spargere un po' di ottimismo o anche intorno ad Expo, cui l'autostrada tra Brescia e Melzo sarebbe collegata. 

Dispiace però (ri)leggere oggi sui quotidiani le banalità e la false informazioni gettate nell'arena dalla politica, per cui vale la pena puntualizzarne almeno alcune. 
È falso che la BreBeMi rappresenti in esempio di concorrenza per le autostrade lombarde.
È falso anche, come ripetuto anche ieri, che la BreBeMi sia la prima autostrada realizzata facendo ricorso solo a capitale privato. 

mercoledì 9 luglio 2014

Ambiente. Decreto 91, è molto peggio...


Se qualcuno/a aveva dei dubbi, dove andava a parare l'enfasi legislativa sulle bonifiche dei siti contaminati, dopo la lettura di questo articolo capirà che le nostre notizie di prima mano, su una legge che sarà peggiorativa di quella esistente, trovano un'ulteriore conferma. 
Altro che rivoluzione silenziosa. Qualcuno sta facendo una controrivoluzione ambientale devastante. è ora che lo si capisca e si prendano le contromisure necessarie. (NDR)
dal blog http://danielebarbieri.wordpress.com/


… di quel che si credeva
comunicato del Cnsc (Coordinamento Nazionale Siti Contaminati)
Siti inquinati e bonifiche. «Chi ha avut’ ha avut’ chi ha dat’ ha dat’ scurdammec ‘o passat’» con il Decreto “Inquinatore protetto”.

Non basta il caso dei poligoni equiparati ad aree industriali, il decreto 91/2014 nasconde una sorpresa ancora più amara per le aree inquinate, da Taranto a Crotone, dal Sulcis a Bussi, da Falconara a Mantova, da Trieste a valle del Sacco e altri migliaia di siti.
Comitati e movimenti: altro che semplificazione, si tratta della completa privatizzazione delle bonifiche e della salute delle persone.
Appello ai Parlamentari: superare le criticità in sede di conversione in legge.
Il recente decreto 91/2014, pubblicato il 25 giugno sulla Gazzetta Ufficiale, sarà ricordato come una delle più lucide operazioni di rimozione “sulla carta” dei problemi di contaminazione dei siti inquinati; più che un decreto «Ambiente protetto» come è stato incautamente definito dal ministro è una norma “Inquinatore-protetto”.

RENATO CHISSO DEVE RESTARE IN CARCERE - TGR - TG Veneto Edizione della notte

SUSSISTE LA PERICOLOSITA' DI RENATO CHISSO, SECONDO I GIUDICI DEL TRIBUNALE PER IL RIESAME. 

LA NOTIZIA E' DI QUELLE FORTI POICHE' SAREBBE CONNESSA OLTRE ALL'INCHIESTA SUL MOSE ANCHE AGLI SVILUPPI SU PEDEMONTANA VENETA-VALSUGANA. LA SUA MANO SAREBBE DIETRO A TUTTE LE DELIBERE SULLE INFRASTRUTTURE IN QUESTIONE A PARTIRE DALL'INIZIO DEGLI ANNI 2000.
Guarda il servizio dal minuto 1.50 al minuto 3.30
TGR - TG Veneto Edizione della notte

domenica 6 luglio 2014

Sapete dov è Limena? In provincia di Padova: li per la Dda di Catanzaro la ‘ndrangheta costruiva e faceva affari

Leggi il post di robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

Limena è un comune di 7.744 abitanti nel Veneto. Fuori da questa regione alzi la mano quanti sanno che si trova in provincia di Padova. Come quasi tutti i comuni veneti ha mutato, nel secondo dopoguerra, la sua eminente vocazione agricola a centro di produzione prevalentemente industriale.

La mutazione genetica, secondo la Procura della Repubblica di Catanzaro (il pm della Dda che sta seguendo l’indagine e Pier Paolo Bruni, costantemente sotto tiro delle cosche vibonesi e no) è stata ancora più profonda. Qui, infatti, secondo l’indagine della Procura, si sarebbero allungate le radici di Nicola Tripodi e della sua famiglia e/o sodali.
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Antonio Mario Tripodi, secondo le ricostruzioni degli inquirenti fatte anche grazie al contributo di vittime di usura chiamate a riferire quanto sanno, è titolare di importanti imprese tra le quali la S.C di …omissis… (non è indagato e dunque è assolutamente inutile mettere nome e cognome). Secondo quanto si legge nelle carte della Procura «ha un ruolo direttivo e strategico in ciascuna unità commerciale, impartendo ordini e determinando gli atti d’indirizzo dell’impresa…».
leggi anche 1/07/2014 - mattinopadova.gelocal.it
È la S.C. Costruzioni di Sicari Cristian. Operazione della Finanza e dei carabinieri su ordine della Procura di Vibo Valentia
Un’operazione dei finanzieri e dei carabinieri dei rispettivi comandi provinciali di Vibo Valentia è in corso in Calabria, Lazio, Lombardia, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna per il sequestro di beni per un valore stimato di 45 milioni di euro ritenuti riconducibili a presunti affiliati alla cosca Tripodi di Vibo, indicata come l’ala economico-imprenditoriale del clan Mancuso di Limbadi.

Rassegna stampa 06/07/14




















QUELLO CHE SAPPAMO DI SPV=MOSE LO DOBBIAMO AL LAVORO DI POCHI. A loro diciamo grazie.

LI CHIAMANO FREELANCE luglio 2, 2014 · di Paolo Sibilio

Li chiamano freelance, sono giornalisti, grafici, informatici, ma per il mondo economico sono carne da macello, agrumi da spremere e poi gettare. Sono giovani bravi nel loro lavoro che danno il massimo in ciò che fanno ma che ricevono il minimo. Li chiamano e si fanno chiamare freelance che in italiano si traduce in precari. Si, in italiano perché nel resto del mondo Freelance si traduce in “lancia libera”, guerriero indipendente, mercenario. Sono usati dai giornali per fare il lavoro sporco quello che i professionisti si rifiutano di fare: le inchieste scomode, le interviste vere, dove la domanda e la risposta non sono concordate.

Sono i grafici che se realizzano il logo della Coca-Cola vengono pagati cento dollari; sono l’interprete come Clare Torry della canzone di The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd che, con un compenso di appena trenta sterline, ha cantato la canzone che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Sono geni, scrittori, musicisti, artisti: quello che di meglio questo mondo può offrire al mercato economico, quello che di meglio il mercato usa e poi getta.

Sono bravi? Si! Sono liberi? Forse! Sono sfruttati? Certamente! E fra poco, almeno nel giornalismo, lo saranno per legge. Quanto può guadagnare un giornalista? Se sei Bruno Vespa, fino ad un milione e duecento mila euro l’anno, se sei un freelance fino a seimila ero lordi. Venti euro a “pezzo”, trenta righe, meno della dattilografa che li batte a macchina, meno del tipografo che li stampa, meno del giornalaio che li vende, meno dell’operaio che li legge, meno dello spazzino che li raccoglie. Li leggiamo sui giornali, nel blog, nei social network. Ci tengono informati su ciò che ci accade intorno che è spesso quello che i Bruno Vespa ci nascondono.

VARDETE INTORNO

La SPV è il MOSE dell'entroterra Veneto!

Sabato 5 luglio oltre 200 persone hanno sfilato a Brogliano contro la SPV dietro agli striscioni del COVEPA, e dei cittadini e cittadine contrari alla SPV Pedemontana Veneta è il MOSE dell'entroterra Veneto (vedi articolo di R. Mazzaro del 2007 - n.1): voluto dalla "squadra" al soldo delle aziende del Consorzio Venezia Nuova che1 hanno progettato questo tracciato e questo progetto di finanza su SPV controllato da Mantovani e Baita dal 2005 fino al 2009 poi il controllo é passato al Commissario Vernizzi. (leggi la cronistoria al 2010 del CoVePA – n.2)

Baita da presidente del consiglio di amministrazione e consigliere delegato della proponente Pedemontana Veneta spa ha avuto tra le sue mani il progetto fino al 2009. Gli è stato tolto con la sentenza del consiglio di stato di 06/2009 che lo affidò a SIS scpa/Sacyr: Chi controllava Pedemontana Veneta spa dal 2003 al marzo 2006 (approvazione CIPE 31/03/06 – n.3- e prescrizioni – n.4 - precedente a quella del MOSE - ancora un po di storia – n.5) ha determinato la forma, le condizioni economico-finenziarie e le soluzioni tecnico-progettuali di base attuali. (vedi DGRV 3858 03/12/0 - n.6 – e l'allegato A - n.7- leggi il commento di Villa Agostini – n.8)

I soci di Pedemontana Veneta spa hanno vinto al Tar Veneto un ricorso (2006-2008) dei cittadini contro il project financing di Pedemontana Veneta spa alias Consorzio Venezia Nuova, alias Maltauro, alias Carron, alias Vittadello, alias Cpi Vr, alias CCC, alias Altieri,alias Technital, alias Idroesse infr., alias Strata spa, alias Rizzani de Eccher, alias Adria Inf., alias Finopi, alias Impregilo, alias Autostrada VePd, alias Baita alias Galan, alias Sartori alias Dal lago, alias Zaia alias Chisso con sentenza 14/02/08 del Tar Veneto il cui presidente di sezione risulta ora essere stato al soldo della squadra - cfr dichiarazioni di Baita Minutillo e Colombelli – n.9. Ricorso perso anche al consiglio di stato con altro giudice prezzolato dalla squadra, in questi ricorsi c'erano 250 firmatari da Montecchio Maggiore a Spresiano: guarda le accuse agli arrestati – n.10.
Tra questi figurano alcuni ""membri"" della struttura tecnica del Commissario Vernizzi, tra essi spicca il suo vice l'Ing. Fasiol – n.11 -, liberato da poco, dopo aver confessato di "aver lavorato per il bene della regione": non è dato sapere alla regione di chi si riferisse. Ci domandiamo se fosse quella della squadra, o quella di Galan, o quella di Chisso, oppure quella della Sartori, o quella di Zoggia, o quella di Zaia, certamente per noi è sicuro che non è la nostra o quella dei veneti espropriati e buggerati dalle false promesse sulla viabilità regionale!!!

Massimo Follesa portavoce CoVePA-VI 3478722240
Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa
CLICCA TGR - TG Veneto Edizione delle 19.30 dal min 4.40 al min 6.40

Arrestato per corruzione Brienza, ex presidente Autorità Vigilanza

it.wikipedia.org
L'inchiesta riguarda le false attestazioni rilasciate alle imprese per poter partecipare alle gare di appalto. Indagato Giampaoolino, ex presidente dell'Authority e presidente della Corte dei Conti in pensione See more at: http://www.rainews.it/
04 luglio 2014
È stato arrestato, su ordine della Procura di Roma, Giuseppe Brienza, l'ex presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (Avcp).

L'uomo si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulle false attestazioni rilasciate alle imprese per poter partecipare a gare pubbliche di
appalto.
Le indagini si sono concentrate sulle Società organismo di attestazioni (Soa), strutture che verificano la validità delle imprese che partecipano agli appalti pubblici.
Risulterebbe indagato, invece, per abuso d'ufficio Luigi Giampaolino, già presidente dell'Autority e presidente della Corte dei Conti in pensione; indagati anche il direttore generale della Vigilanza Lavori Maurizio Ivagnes, il funzionario dell'Ufficio Qualificazione Maria Grassini,  Mario Calcagni, amministratore della Axsoa spa e Alfredo Gherardi, amministratore della Soanc spa e della Psq sr. 

COMUNICATO STAMPA RETE VENETA DEI COMITATI

3 LUGLIO 2014
MORATORIA IMMEDIATA SULLE “GRANDI OPERE” 
INUTILI E DANNOSE
 “Grandi Opere” uguale malaffare: ora ci sono le prove inconfutabili di quanto denunciato in tutti questi anni dai comitati e dalle associazioni ambientaliste.
 Va abbattuto il sistema perverso delle “Grandi Opere”, vera causa sistemica della corruzione nella quale sono coinvolti partiti di entrambi gli schieramenti, dal P.d.L. al P.D., dalla Lega all’UDC, a dimostrazione delle completa trasversalità del “Il Partito degli Affari”.
 Per i comitati, le associazioni e i movimenti che da anni si battono in tutto il territorio del Veneto contro le decine di “Grandi Opere” inutili e dannose non c’è nessuna sorpresa rispetto a tutto il marciume che emerge dall’inchiesta veneziana, ma solo la conferma di quanto da anni denunciano con dossier, esposti, ricorsi e mobilitazioni. Il livello così pervasivo della corruzione, che ha coinvolto pezzi importanti della Giustizia (compresi T.A.R., Consiglio di Stato e Corte dei Conti), delle Forze dell’Ordine, degli apparati amministrativi pubblici, delle Università, degli organi di informazione, e prima di tutti, delle istituzioni politiche di governo della Regione e del Paese, spiega molto bene perché le istanze dei comitati non siano mai state prese in considerazione.