venerdì 16 febbraio 2018

CORTE DEI CONTI: STRETTA FINALE SULLA SPV

La Corte dei Conti è alla stretta finale sulla Pedemontana Veneta e convoca le parti interessate per il 6 marzo 2018 in riunione pubblica per presentare la relazione finale che anticipa nelle sue parti principali. Nelle 40 pagine che alleghiamo rimangono tutti i profili di criticità del il procuratore Mezzera aveva sottolineato nelle precedenti relazioni. Dopo due interventi pubblici e la cassazione del commissario straordinario è ora il turno di Zaia, De Berti e della macchinetta regionale a subire gli strali del massimo organo di controllo.
Il Presidente d'Auria nell'invitare alla riunione non manca di chiedere ulteriori integrazioni alla relazione cosa che non mancheremo di fare dopo che la corte ha acquisito il mattone più importante quello della relazione del Presidente Cantone dell'ANAC a cui va il plauso e il rispetto del CoVePA per l'azione intrapresa e portata a termine con pesanti censure anche alla gestione Zaia dell'opera. Fatto questo espresso anche personalmente dalla nostra presidente nel recente incontro a Roma il 21 dicembre scorso assieme al sen. Cappelletti del M5S.
Siamo di fronte a una ulteriore bocciatura della Pedemontana Veneta, che, sebbene la Corte accetti e dichiari l'impossibilità di fermarla, ne decreta una ulteriore pesante censura nel complesso, ma soprattutto negli ultimi comportamenti messi in atto dall'amministrazione Zaia per salvare la PedeVeneta. Il Dottor Mezzera si concentra sulla ridefinizione del rapporto concessorio della Pedemontana Veneta criticandolo a fondo: oltre a mettere in luce criticità pesanti ancora persistenti sul progetto, sul sistema dei costi, sulla convenzione, sui ritardati finanziamenti privati e sui mancati controlli, punta l'indice su una serie di questioni fondamentali ancora aperte quali il terzo atto aggiuntivo alla convenzione, le nuove stime di traffico, lo slittamento del cronoprogramma l’inefficienza del partenariato pubblico-privato, il ritardato closing finanziario, le problematiche delle opere complementari, le disfunzioni delle procedure espropriative, la questione ambientale, il mancato coordinamento con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, La carenza dei controlli amministrativo-contabili.
Vale la pena di sottolineare tre aspetti su cui occorre richiamare l'intervento della Corte dei Conti: l'aumento stratosferico del contributo pubblico con rischio devastante per il bilancio derivante da flussi di traffico da rifare, il fallimento del progetto di finanza e le assenze delle regolari coperture economiche sulle opere di viabilità complementare e sulle autorizzazioni ambientali che ci fanno dire che SPV e fuori regola rispetto alla destinazione d'uso per cui è nata e rispetto alle norme ambientali ed europee.

sabato 10 febbraio 2018

LA PEDEMONTANA VENETA NON PUO' REGGERE IL MERCATO COSI' COME L'HA CONCEPITA ZAIA, SECONDO CONFARTIGIANATO. SILVIA RIZZOTTO, STEFANO MARCON E MARZIO FAVERO FANNO FINTA DI NON ACCORGERSENE E SI FANNO UN SELFIE

«La consigliera Rizzotto non riconosce la verità neanche quando gliela disegnano. L'incontro di Castelfranco ha chiaramente rappresentato il punto di vista di un soggetto come Confartigianato, favorevole alla Spv ma che ora si accorge che questa grande opera sarà una tassa occulta alle proprie attività. Rizzotto crede di essere brillante e soprattutto crede di togliersi d’impaccio con un post su Facebook. Ma si deve solo vergognare, poiché ha sempre considerato carta straccia le conclusioni a cui era arrivato già da molto tempo il CoVePA. Soprattutto per quanto riguarda l’impossibilità di mantenere gli obblighi in qualche modo delineati nel contratto di concessione. Ora questa impossibilità che è poi sinonimo di incapacità è stata certificata dagli artigiani». Questo è il commento dell'architetto Massimo Follesa all'incontro di Confartigianato sulla SPV tenuto a Castelfranco il 1 febbraio scorso all'Hotel Fior. Follesa poi rincara la dose prendendosela con una certa politica di opposizione che sembra non voler segnare nel proprio tabellino neanche gli autogoal di Zaia, pur di non disturbarlo.