lunedì 30 marzo 2015

Consiglio Comunale di Montecchio Maggiore quali migliorie, vantaggi e compensazioni dalla SPV? Cancellare le ambiguità del 2005!

www.magicoveneto.it
RICEVIAMO E GENTILMENTE PUBBLICHIAMO

Egregio direttore, quali migliorie, vantaggi, compensazioni si ripromette ancora il Consiglio Comunale di Montecchio Maggiore tali da giustificare la rinuncia a prendere di petto la questione della superstrada a pagamento Pedemontana Veneta e quindi chiedere l’immediata sospensione dei lavori nella Valle dell’Agno? Quest’opera è frutto della corruzione e la stiamo pagando noi tutti poiché le banche non fidandosi della validità economica del progetto non fanno prestiti alla SIS. Le “irrinunciabili complanari” nel frattempo sono diventate le demenziali complanari: i 94,5Km di Pedemontana saranno affiancati da 65Km di complanari, in pratica una Pedemontana gratuita accanto alla sorella a pagamento. E’ vero, la Pedemontana gode del titolo di Opera Strategica e di Pubblica Utilità. Ma quante volte questo bollino è stato distribuito dalla Giunta regionale dal 2001 (anno della legge Obiettivo) con l’appoggio di Roma ladrona? 

Nel 2005 il Consiglio Comunale votò all’unanimità (delibera n.94 del 3 ottobre) le Osservazioni al progetto preliminare della Pedemontana nell’ambito della procedura di attuazione. Un errore! Ma dopo la grande alluvione del 1°novembre 2010 la cui principale causa fu individuata nella cementificazione dell’Alto Vicentino e con la conoscenza che oggi abbiamo sulla corruzione che sta dietro a quest’opera ed ad altre, che senso ha sentirsi vincolati da quella decisione? Non solo, quel Consiglio Comunale (sindaco Maurizio Scalabrin) faceva presente nella delibera alle autorità cui le Osservazioni erano rivolte di valutare l’opportunità che la superstrada Pedemontana Veneta possa terminare a Nord in corrispondenza della Valdastico. 

Si faccia valere quell’affermazione e pertanto si voti una delibera in tal senso. Qualcuno o forse anche molti, per sfiducia e demoralizzazione, ritiene che la presa di posizione del Consiglio Comunale per il blocco immediato dei lavori, sarebbe inutile. Non è vero, essa è la premessa per appellarsi ai propri concittadini e concittadine e chiamarli alla mobilitazione, è il passo fondamentale per rivolgersi a tutti gli abitanti della Valle dell’Agno . Non vedo alternative se non attendere la distruzione della nostra valle con la cementificazione delle risorgive delle Poscole, i tre passaggi della superstrada sotto e sopra alla provinciale, i quattro caselli, lo scassamento dei colli, completa cementificazione del fondo valle ecc e poi quello che ne seguirà: inquinamento, allagamenti, rumore, pedaggi, caos viabilistico. Grazie e distinti saluti. Daniela Muraro, 24/3/2015.

domenica 29 marzo 2015

VARIANTE SPV MONTECCHIO: DALLA TERRITORIO NIENTE REGALI A SIS E ALLA SPECULAZIONE

Apprendiamo dal sito del Comune di Montecchio Maggiore che oggi pomeriggio 29.03.15 la commissione territorio ha in programma una importante seduta. Durante la quale si discuterà della contestata variante al percorso della Spv o Pedemontana Veneta. Nello specifico la proposta che giunge dal concessionario, ovvero dal proponente privato dell'opera, si sostanzierebbe così. La parte originariamente prevista in galleria artificiale sotto il torrente Poscola (dalla località Valbona in Trissino a Ghisa di Montecchio Maggiore) viene trasformata. E portata in rilevato fuori terra. La decisione arriva a causa della presenza della sacca di scolo sotterranea di sostenze fluorate causata negli anni, in primis, dalle lavorazioni della Miteni di Trissino. A causa di questa modifica, subirà un mutamento anche la viabilità del comune di Montecchio. Più precisamente in zona Ghisa, ovvero in via Ponte Poscola la intercomunale tra Tezze di Arzignano e appunto Montecchio. Nello specifico sarà realizzata, sempre dalla Sis, una piccola bretella a sud dell'attuale via Ponte Poscola, al di sotto della nuova lottizzazione artigianale, la quale bretella si immetterà proprio nella statale 246 davanti l'ex complesso dell'esercito, con una grande rotatoria. Di fatto questa rotatoria altro non è che un bel regalo da qualche milione di euro che faciliterà nuovi insediamenti produttivi ove già previsti, facilitando altresì la possibilità del cambio di destinazione d'uso dei terreni oggi a campagna. Il tutto costituisce quindi la premessa di una nuova speculazione edilizia cagionata coi quattrini, anche degli enti pubblici, giacché una parte del capitale per realizzare la Spv viene appunto dallo Stato. C'è da chiedersi quindi quali siano le mani che hanno indotto tale modifica rispetto alla prima versione, quella illustrata da Sis e benedetta dal rappresentante del Commissario alla Spv Giuseppe Fasiol durante la famosa commissione territorio tenutasi al comune di Montecchio in data 17 febbraio 2015. Alla luce di tutto ciò invitiamo caldamente tutti i membri della commissione territorio a bocciare con forza questa opzione, perché si tratterebbe dell'ennesimo regalo ai privati grazie al quale da decenni si satura il veneto con ogni tipo di ciarpame cementizio. E dulcis in fundo chiediamo ai membri commissari, mediante apposita risoluzione della commissione, di imporre ai privati la verifica di ottemperanza alla Valutazione di impatto ambientale presso il ministero competente, nonché la verifica al Cipe della variante. Questo è tantopiù necessario poiché vanno verificati i dati reali della progettazione e dell'esecuzione delle opere anche alla luce dell'arresto del direttore dei lavori della Pedemontana Veneta, l'ingegnere Stefano Perotti.

DON ALBINO NEL MIRINO DI PEROTTI

TELEFONATA DI PEROTTI AL DELEGATO PONTIFICIO DEL SANTO DI PADOVA PER BLOCCARE LE INIZIATIVE CONTRO LA SIS E LA SPV: FERMATE L'EPIFANIA DELLA TERRA

Riportiamo i link al Mattino di Padova di ieri e  al Tg Veneto delle 19.30 del 28/03/15, dove al minuto 12.19 rivela che nelle registrazioni della procura di Firenze, il Direttore dei Lavori della SPV, l'arrestato ing. Stefano Perotti e sodale di Ercole Incalza le mani della politica nella SPV, è intervenuto presso il delegato pontificio della Basilica del Santo a Padova per impedire lo svolgimento delle celebrazioni della Epifania della Terra. 

Gli scenari sono numerosi e le domande anche. Non immaginavamo che lo spezzare del pane potesse spezzare le ruspe e spaventare chi continua a dire che questa strada è voluta da tutti i veneti, dal pensiero unico della SPV del quitetto Zaia-Galan-Tosi-Dal Lago -Sartori al quale non ha il coraggio di opporsi fino in fondo la coppia Berti-Moretti. C'è da chiedersi a chi faccia paura la nostra opposizione e fino a che punto temono il tarlo del dubbio nell'opinione pubblica. Agli inquirenti chiediamo di rispondere invece ai nostri quesiti rapidamente: dietro a quali sollecitazioni e di chi, Perotti interviene presso il delegato pontificio? Non certo dietro alle sue preoccupazioni di perdere la ""consulenza"" dell'1-3% del valore dell'opera , forse sono quelle del suo sodale Incalza o quelle del mondo operoso da cui proviene il suo ormai ex ministro Lupi? Oppure altri sono quelli che lo inducono alla telefonata e vanno cercati nella SIS di cui lui era il consulente per la direzione dei lavori, oppure nel gruppo di coloro che a VenetoStrade danzano attorno all'ing. Vernizzi? Peggio ancora sarebbe scoprire le mani di certa politca lagunare dietro a questa telefonata, sarebbe allora una telefonata per interposta persona?

La giornalista chiosa dicendo che non vi sono stati effetti da quella telefonata per noi ce ne saranno molti, sarà anche nostra cura rivolgerci al delegato pontificio affinchè consegni al Santo Padre un nostro appello e un invito. Oramai sono tre anni che celebriamo con don Albino e don Antonio questa ricorrenza che segue il Natale, e continueremo a farlo per denunciare ciò che SPV rappresenta: la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi a danno di quella pubblica, il disastro dello spreco di suolo, la violenza contro la madre terra e la negazione della giustizia, della verità, della legalità e della solidarietà.

sabato 28 marzo 2015

Pedemontana Veneta, Puppato: reato falso in atto pubblico? » MontecchioArzignanoPiù

La senatrice ed ex-capogruppo in Regione del Pd Laura Puppato interviene dopo la notizia delle contestazioni inviate dal giudice della Corte dei Conti Antonio Mezzera

La Pedemontana Veneta si sta trasformando in una vera e propria Waterloo per tutta la Regione, un enorme errore sotto il profilo ambientale, economico e legale che avevo già denunciato, a partire dal 2010, in Consiglio regionale e ho continuato a farlo negli anni, senza che nessuno a Palazzo Ferro Fini si ponesse il benché minimo dubbio o almeno mi ascoltasse.
Nel 2011 chiedemmo, come gruppo PD in Regione di poter accedere alla documentazione inerente alla Pedemontana, avendone solo riscontri negativi o il silenzio, nonostante richiamassimo lo stesso Presidente Zaia a verificare e a rendere possibile maggiore trasparenza. Le nostre richieste vennero respinte 8 volte su 8 arrivando al paradosso di risponderci che non era presente né in Regione, né in Giunta Regionale, né presso Veneto Strade alcun documento inerente la Pedemontana. Oggi, grazie alla Corte dei Conti sappiamo che quei documenti c'erano eccome negli uffici e in giunta, dunque a distanza di quattro anni abbiamo l’ennesima conferma che molti aspetti sono stati trattati con inaccettabile superficialità e presumibile falsità e dobbiamo chiedere se non sussista il reato di falso in atto pubblico, nel momento in cui si nega ad avente titolo come un consigliere regionale, documenti esistenti.

Vorrei sapere cosa ne pensa Zaia di tutto questo e se non sia arrivato il momento di non potersi più lavare le mani come Pilato di fronte a tanta, inquietante e truffaldina presenza di dirigenti discutibili e opachi nella gestione della cosa pubblica e sarebbe interessante anche capire come mai, egli non si sia chiesto ragione del notevole gonfiarsi dei conti relativi alla Superstrada Pedemontana Veneta che ha visto continue variazioni non assoggettate a VIA grazie a 'visti' allegramente posti da dubbi dirigenti e soprattutto il lievitare di costi con incremento nei soli 3 ultimi anni di oltre 600milioni di euro. E i Veneti pagheranno...non sono forse tasse indirette i pedaggi gonfiati da sovraccosti e connivenze?"

link interrogazione in Consiglio regionale:  clicca qui
TRATTO DA MontecchioArzignanoPiù.com

giovedì 26 marzo 2015

SPV: VERNIZZI e FASIOL SOTTO LA LENTE D'INGRANDIMENTO di MEZZERA

(m.m. TAEPILE) Almeno sul piano mediatico, la querelle tra il Commissario straordinario alla Pedemontana Veneta e la Corte dei conti di roma si arricchisce di un nuovo episodio. È quello scritto da Renzo Mazzaro sulla Nuova Venezia di oggi a pagina 13: un breve approfondimento ma ricco di spunti in cui si snocciolano per bene alcuni rilievi che i magistrati erariali muovono proprio alla Spv. Mazzaro nel descrivere il suo quasi omonimo togato che ha inviato una nuova serie di puntuti rilievi a Vernizzi (si tratta del dottor Antonio Mezzera) fa una annotazione interessante: Mezzera è quel magistrato che già nel 2008 avrebbe tirato fuori la rogna Mose se le sue relazioni non fossero state insabbiate. Mica roba da ridere...

domenica 22 marzo 2015

SPV: L'ARCHITRAVE DELLA PARTITA E' IL BUNGA BUNGA DELLE NORME.

Prima di ogni ulteriore ragionamento vanno letti con attenzione tre spunti di riflessione ulteriori su Pedemontana Veneta. Questo per non farsi trascinare dal ragionamento che SPV non si può fermare dato lo stato di avanzamento dei cantieri, invece i cantieri avanzano per trovare i soldi che dovevano esserci già dal 2009.
Il primo di questi tre pensieri è stato scritto in tempi non sospetti o almeno un po' meno sospetti grazie al lavoro che Marco Milioni ha finalizzato nei suoi scritti a cui si sono aggiunti solo di recente giornalisti della stampa regionale più blasonati, ma un po' in ritardo. A loro va comunque un sentito grazie e un invito a non mollare l'osso, mi riferisco agli ultimi pezzi del Corriere del Veneto, della Tribuna di TV e del Mattino di PD. Non possiamo sorvolare sul comportamento del GdiVI che sminuisce le notizie più che darle, come l'arresto di Sperotti, passato per una sostituzione: prendono volontariamente un buco tale, anche a costo di rimetterci sul numero di copie vendute, ma forse si finanziano in un altro modo. 

I brani che allego sono tratti da LaSberla e da TAEPILE, e si allacciano alle riflessioni di questi giorni apparse anche sulla stampa nazionale. Io credo che si debba puntare sul contratto di SPV del 2009 e sull'aggiunta alla concessione del 2013, poiché li vi può essere il passaggio che lega le mani in pasta della politica veneta e nazionale con gli incalza lagunari e ministeriali romani. In particolare il salvataggio con i fondi pubblici di SPV tra il 2012 e il 2013 è il punto di svolta che oggi lega SPV con l'inchiesta Sistema. 

Siamo convinti che gli inquirenti che collaborano con la Corte dei Conti non si capacitino dell'immobilismo attorno alla Spv degli ultimi anni, e si chiedano se l'azione dei comitati e della stampa sia stata timida in passato. Sono increduli, ma queste perplessità non le devono rivolgere a noi ma a altri. Per questo vi invitiamo a leggere i due link qui sotto e di porre particolare attenzione al terzo che potete leggere di seguito. E' la più importante delle nostre riflessioni perchè citando Marco "Forse l'opinione pubblica veneta non ha ben compreso quanto lontano possa arrivare l'indagine sulla Spv aperta dalla Corte dei conti del Lazio."

Massimo Follesa

Tav e Spv, i media nazionali guardano al Veneto

ING. STEFANO PEROTTI
EX DD.LL. SPV
firenze.repubblica.it
Tratto da TAEPILE  di M.Milioni Oggi molti quotidiani si occupano delle vicende legate all'inchiesta Sistema che sotto traccia si avvicina al Veneto. Si citano più volte opere della galassia controllata dal duo Incalza-Perotti: Orte-Mestre, Nogara-Mare, Tav Verona-Vicenza-Padova. Tra queste spicca la SPV, soprattutto nelle dichiarazioni di Burchi, altro manager finito nell'inchesta fiorentina, testimone importante perchè associato con Perotti nella Salerno Reggio, che spiegano a Mondani di Report  quale sia il meccanismo (Pag. 11 CorSera 22/03/15). 
Queste cose le abbiamo raccontate anche ad Andrea Priante del CorVeneto, che nel suo pezzo di oggi sulla SPV (pagina 5) non trova spazio a quanto gli avevamo indicato come aspetto delicatissimo dell'arresto del Direttore Lavori di SPV. Lo rigraziamo comunque dello spazio che ci ha dato e soprattutto di quanto ha girato a Paolo Mondani, che indubbiamente lo ha approfondito, addirittura con una intervista a Burchi a pag. 11 dell'edizione nazionale del Corrierone.(ndr)

La stampa di oggi, nazionale e regionale, accende nuovamente i fari sull'affaire Incalza, nel quale spiccano ancora in primo piano le vicende venete. A interessarsi delle possibili magagne relative alla Tav è Il Fatto con un ampio servizio a Antonio Massari e Davide vecchi pubblicato a pagina 4. 


L'articolo approfondisce alcuni risvolti relativi alla tratta alta capacità tra Milano e Verona, ponendo in evidenza, tra le altre, una serie di opacità nell'ambito della assegnazione degli incarichi di progettazione. Sempre Il Fatto nella pagina seguente si interessa dello stesso tema ma con un occhio di riguardo a Giulio Burchi, «uno dei principali protagonisti della inchiesta Sistema», condotta dalla procura di Firenze.

Più o meno su un terreno simile si muove Il Corriere della Sera con un approfondimento di Paolo Mondani (anticipato ieri sul portale del giornale), noto inviato di Report, il qualefornisce parecchi spunti di riflessione sui collegamenti tra l'inchiesta Sitema e la Pedemontana Veneta. Nella pagina appresso il quotidiano di via Solferino si soffermainvece sui legami tra Ettore Incalza e il mondo dei servizi segreti. In ultimo il Corriere del Veneto dedica invece una panoramica didascalica in cui si fronteggiano le posizioni pro e contro Pedemontana Veneta.

martedì 17 marzo 2015

Arrestato il direttore lavori dei cantieri SPV ing. Stefano Perotti

Dagli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Ercole Incalza grande funzionario del Ministero delle infrastrutture dal 2001, risulta che il suo sodale negli atti atti corruzione sarebbe l'ing. Stefano Perotti. Questi sia nel sito del commissario Vernizzi che nelle tabelle di cantiere è il direttore dei lavori della SPV.



Cosa centrano Incalza e Perotti con la SPV? Il primo è colui il quale ha garantito il finanziamento salvataggio messo a disposizione della SPV dal ministro Lupi. Infatti sono stati garantiti da Lupi 370 mln di € oltre a 244 mln del finanziamento originale della SPV esenti tasse e a fondo perduto a condizione che l'esecutivo fosse approvato entro il 31/12/2013 (decreto del fare). Incalza da capo missione dell'unita del MINF avrebbe certificato che l'approvazione del progetto esecutivo di SPV fatta dal Commissario Vernizzi fosse regolare. Risulta dagli atti strano questo passaggio, infatti solo con il finanziamento governativo di 370 + 244 mln. € il piano finanziario di SPV poteva reggere. 


Dal nostro punto di vista l'ing. Vernizzi ha presentato all'unità di missione guidata da Incalza un progetto con le pezze al culo, tanto che le modifiche in corso sono almeno una decina. Chi al ministero doveva controllare si è tappato il naso, ha chiuso occhi e orecchie e ha inviato la sua approvazione al ministro. Da questi atti sono partiti gli espropri e i lavori fittizzi. Risulta infatti un progetto con modifiche importati, per esempio quelle certificate dalla variante al progetto esecutivo di Montebelluna, Povegliano e Volpago. Vernizzi invia una lettera ai sindaci per tranquilizzarne le perplessità, visto che ha approvato un progetto esecutivo che viola gli accordi di programma di tre anni prima, cioè del 2011. La lettera fa tremare le vene ai polsi perchè ci da il segnale di dove sia sia spinto il giapponese della SPV: approvare un progetto esecutivo pieno di ""busi e taconi"" a cui poi rimediare con qualche copertura al ministero. E' leggimo alla luce dei fatti chiedersi chi abbia spinto il concessionario SIS ad accettare la consulenza dell'ing. Perotti.

Dopo l'archiviazione delle tangenti a Galan, Chisso e soci del clan Mantovani e Baita pensavano di aver chiuso la partita, adesso spunta qualcosa di perlomeno sospetto che sembra continuare con il metodo della squadra che aveva costruito la pedemontana veneta, Il COVePA chiede un'inchiesta giudiziaria sugli atti che hanno portato all'avvio dei lavori e all'attribuzione del nuovo contratto e dei nuovi fondi pubblici nella quale si accertino le responsabilità. Si fermino i cantieri, si restituiscano gli espropri, intervengano i magistrati e l'autorità anticorruzione e si tirino fuori le carte per verificare come stanno le cose sul finanziamento pubblico di SPV e se questo sia dovuto.

Matilde Cortese Elvio Gatto Massimo Follesa 
portavoce COVePA

sabato 7 marzo 2015

Pericolo Rifiuti in SPV:smentita la supercazzola di Vernizzi.

Dott. Celenza DDA Venezia : ""...Di una cosa, però, posso essere sicuro: il sistema di controlli non funziona. Si tratta di controlli gestiti in parte dall'acquirente e in parte dal produttore. C’è poi anche una forma di controllo di terzo livello, che noi abbiamo riscontrato, il cosiddetto audit di terzo livello. Tale controllo è operato da un soggetto terzo, che dovrebbe essere un funzionario dell'ARPA Veneto, che però non ha alcun tipo di efficacia...""

Avevamo già ascoltato la supercazzola dell'ing. Vernizi sulla segretezza dei contratti. Adesso salta fuori quella sui rischi da smaltimentimenti illeciti denunciati dal comandante del CFS del veneto Zovi. Il commissario dimezzato nella sua recente intervista ha sostenuto convintamente che l'Arpav, pagata da SIS controllerà se chi la paga non vigili bene sui suoi cantieri, sui suoi subappaltatori e su chi altri beffardamente volesse mischiare rifiuti alle ghiaie e ai sottofondi della SPV e smaltire rifiuti. Ve lo immaginate il controllato che paga il controllore, che prassi è da quale mondo immaginario è stata tratta questa bella trovata? Forse da quello del Mose? Insomma, fatte salve fin qui l'onorabilità e la competenza dell'ARPAV, siamo alla supercazzola cioè la più antica arte tantrica di disorientamento e culeggio nei confronti di cittadini, negozianti, professori o semplici passanti ignari. Consiste nell'accostare a cazzate, parole che non esistono, ma hanno la parvenza di essere fini termini dotti. E' il teorema di Antani:

Vediamo se ci cascano anche le Procure del Veneto, visto il rifiuto del procuratore capo di Venezia Delpino ad essere ascoltato dai parlmentari poichè non sa nulla di ecoreati in Veneto (Pag.5 Seduta n. 20 di Martedì 10 febbraio 2015). Intanto emerge dagli atti della Commissione Ecomafie che il Sostituto Procuratore presso la D.D.A di Venezia Fabrizio Celenza non crede alla soluzione anti ecoreati di SPV e del commissario Vernizzi. Anzi, riferendo alla commissione parlamentare Ecomafie il 10/02/2015 sostiene che in relazione agli sversamenti nei sottofondi stradali indagati nel Veneto: ""....Ci sono poi i soggetti che hanno certificato la bontà del materiale, ma rimane molto difficile ex post, a distanza di tempo, stabilire se ci sia stata una condotta dolosa da parte dei soggetti che hanno operato queste analisi nell'interesse dell'acquirente e del produttore, oppure se questi siano stati indotti in errore. Il prelievo può essere stato corretto, ma può esserci stato uno scambio di prodotto. Chi porta il materiale sul luogo dove poi esso deve essere lavorato immediatamente, è un terzo soggetto, una società di trasporti, ma chi si cura di consegnare questo materiale è il produttore. La responsabilità del produttore, dunque, è certa. Più problematica è quella degli altri soggetti di cui ho parlato, ossia intermediario, acquirente e soggetti certificatori. Di una cosa, però, posso essere sicuro: il sistema di controlli non funziona. Si tratta di controlli gestiti in parte dall'acquirente e in parte dal produttore. C’è poi anche una forma di controllo di terzo livello, che noi abbiamo riscontrato, il cosiddetto audit di terzo livello. Tale controllo è operato da un soggetto terzo, che dovrebbe essere un funzionario dell'ARPA Veneto, che però non ha alcun tipo di efficacia. Si tratta, infatti, di un controllo di tipo macroscopico, che non comporta una serie di interventi di esame, se non in casi assolutamente marginali. "" (Pag.8 Seduta n. 20 di Martedì 10 febbraio 2015)

giovedì 5 marzo 2015

La amara verità sulla Superstrada Pedemontana Veneta

ilquotidianoinclasse.ilsole24ore.com
Sui media sono apparsi in questi giorni varie notizie riguardanti la SPV. Il commissario per la costruzione della superstrada Vernizzi ha convocato la stampa per rispondere alle 70 contestazioni avanzate dalla Corte dei Conti sulla discussa opera. Tra i tanti dati presentati dal commissario  uno macroscopico  balza all’occhio : una opera delle dimensioni della SPV, il cui costo è già incrementato di oltre 400 milioni rispetto al progetto originale presentato, non ha il closing finanziario ovvero non ha ancora i finanziamenti necessari per la realizzazione. E’ come se una persona iniziasse a fare una casa senza sapere dove e soprattutto se troverà i soldi. Ma qui non si tratta di una casa ma della piu’ grande opera pubblica attualmente in costruzione in Veneto. 
Il concessionario SIS, secondo quanto affermato da Vernizzi, ha assicurato il closing entro marzo. Ma qui si fa notte fonda. I bene informati dicono che l’amministratore delegato di SIS, l’ing. Dogliani, avrebbe incaricato un fondo inglese di reperire il denaro mancante (1.700 milioni), offrendo rendimenti del 10%(nel PEF si parla di rendimenti del 7.5%, cosa può succedere con un aumento del 2.5%? NDR)Ma ad oggi sono stati raccolti solo 600 milioni.  Che fondo o banca potrà concedere finanziamenti ad una opera il cui flusso di traffico non consente di ottenere un profitto, secondo autorevoli calcoli, neppure nel giro di trenta anni? Basta guardare all’esempio della tanto sbandierata Brebemi ( Brescia-Bergamo-Milano)per cui si invoca già l’intervento pubblico per appianare le perdite di esercizio dovute allo scarso traffico. Lo stesso destino toccherà alla SPV?

lunedì 2 marzo 2015

Gesto “mafioso” contro attivista No Spv

vvox.it di M. Mlioni
TRATTO DA vvox.it di M. Mlioni Antonino Casale ieri(giovedì 23/03/15 ndr) ha passato mezza giornata a risistemare la sua abitazione a Monteschiavi, frazione di Castelgomberto, piccolo comune dell’Ovest Vicentino. Il giorno prima, ovvero giovedì, ignoti gli sono entrati in casa, mentre lui e la moglie, sono in giro per alcune commissioni. Al ritorno l’amara sorpresa: la casa, che è un tutt’uno con la sua attività di olivicoltore, è a soqquadro. Qualcuno dopo averla messa sottosopra, ha rubato qualche centinaio di euro e un po’ di ori della moglie. «Ma ho la netta sensazione – spiega l’agricoltore di origine siciliana – che fossero in cerca di qualcosa di preciso tra le mie carte».