martedì 17 marzo 2015

Arrestato il direttore lavori dei cantieri SPV ing. Stefano Perotti

Dagli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Ercole Incalza grande funzionario del Ministero delle infrastrutture dal 2001, risulta che il suo sodale negli atti atti corruzione sarebbe l'ing. Stefano Perotti. Questi sia nel sito del commissario Vernizzi che nelle tabelle di cantiere è il direttore dei lavori della SPV.



Cosa centrano Incalza e Perotti con la SPV? Il primo è colui il quale ha garantito il finanziamento salvataggio messo a disposizione della SPV dal ministro Lupi. Infatti sono stati garantiti da Lupi 370 mln di € oltre a 244 mln del finanziamento originale della SPV esenti tasse e a fondo perduto a condizione che l'esecutivo fosse approvato entro il 31/12/2013 (decreto del fare). Incalza da capo missione dell'unita del MINF avrebbe certificato che l'approvazione del progetto esecutivo di SPV fatta dal Commissario Vernizzi fosse regolare. Risulta dagli atti strano questo passaggio, infatti solo con il finanziamento governativo di 370 + 244 mln. € il piano finanziario di SPV poteva reggere. 


Dal nostro punto di vista l'ing. Vernizzi ha presentato all'unità di missione guidata da Incalza un progetto con le pezze al culo, tanto che le modifiche in corso sono almeno una decina. Chi al ministero doveva controllare si è tappato il naso, ha chiuso occhi e orecchie e ha inviato la sua approvazione al ministro. Da questi atti sono partiti gli espropri e i lavori fittizzi. Risulta infatti un progetto con modifiche importati, per esempio quelle certificate dalla variante al progetto esecutivo di Montebelluna, Povegliano e Volpago. Vernizzi invia una lettera ai sindaci per tranquilizzarne le perplessità, visto che ha approvato un progetto esecutivo che viola gli accordi di programma di tre anni prima, cioè del 2011. La lettera fa tremare le vene ai polsi perchè ci da il segnale di dove sia sia spinto il giapponese della SPV: approvare un progetto esecutivo pieno di ""busi e taconi"" a cui poi rimediare con qualche copertura al ministero. E' leggimo alla luce dei fatti chiedersi chi abbia spinto il concessionario SIS ad accettare la consulenza dell'ing. Perotti.

Dopo l'archiviazione delle tangenti a Galan, Chisso e soci del clan Mantovani e Baita pensavano di aver chiuso la partita, adesso spunta qualcosa di perlomeno sospetto che sembra continuare con il metodo della squadra che aveva costruito la pedemontana veneta, Il COVePA chiede un'inchiesta giudiziaria sugli atti che hanno portato all'avvio dei lavori e all'attribuzione del nuovo contratto e dei nuovi fondi pubblici nella quale si accertino le responsabilità. Si fermino i cantieri, si restituiscano gli espropri, intervengano i magistrati e l'autorità anticorruzione e si tirino fuori le carte per verificare come stanno le cose sul finanziamento pubblico di SPV e se questo sia dovuto.

Matilde Cortese Elvio Gatto Massimo Follesa 
portavoce COVePA

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