giovedì 26 febbraio 2015

Dl Ilva, sì a uso delle scorie nei manti stradali. “A rischio molte inchieste”

www.osservatorioambientelegalitavenezia.it
La denuncia del presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti Alessandro Bratti: l'emendamento sul recupero dei residui dei forni elettrici sarà un'arma di difesa per gli accusati nei processi sull'occultamento di scorie inquinanti sotto l'autostrada Brebemi e la Valdastico sud. E "un passepartout per le acciaierie"
Le scorie d’acciaieria dell’Ilva di Taranto potranno essere usate in tutta Italia. Sotto le strade, nelle massicciate ferroviarie, come materiale di riempimento per le bonifiche e i recuperi ambientali. E cambierà anche la normativa di riferimento per stabilire se quegli scarti industriali sono pericolosi e inquinanti oppure no. Lo prevede un emendamento al decreto Ilva, presentato dai senatori Alessandro Maran (Pd) e Aldo Di Biagio (Fli) e già approvato in commissione lo scorso 19 febbraio. Dunque parte integrante del testo che sarà votato con la fiducia alla Camera il 3 marzo.

martedì 10 febbraio 2015

I CONTI DELLA CORTE CON LA PEDEMONTANA VENETA. NOI SAPREMO FARLI FINO IN FONDO CON LA POLITICA? Reportage pedemontano dopo che google ha inserito in mappa la strada che non c'è. 5 nodi da sciogliere

Un commissario come strumento “eversivo” di una cattiva applicazione delle norme 
L'aumento dei costi di SPV di 430mln€ pari a 23.52% in più, superiore di 100 milioni€ a quello indicato dalla Corte dei Conti
Emergono altri 436mln€ per mancato traffico che la Regione Veneto deve anticipare al consorzio SISscpa. oltre al contributo pubblico di 614mln€
La responsabilità della copertura del rischio finanziario del concessionario di SPV
I contratti di sub appalto da cui emergono una galassia di aziende legate alla politica locale veneta o altre arrivate dietro aI consorzio stabile SIS
La politica veneta, trevigiana e vicentina,  offre coperture politiche ad un'opera priva di quelle economiche
Le attività della compagine legata allo scandalo Mose hanno generato il progetto di finanza della Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta comprese le storture del cantiere e le aberrazioni del progetfinansig alla veneta. Questo si evince chiaramente dagli atti di arresto e di accusa conseguenti all'inchiesta sul Mose e sulla galassia Baita, come pure di noti uomini delle istituzioni tra cui i più importanti furono Galan e Chisso. Non sono estranei al sistema gli altri: personaggi come i Brentan, i Marchese, gli Orsoni, e altri non condannati ma politicamente responsabili come gli Zoggia, i Mognato, le Sartori-Moretti, i Tosi, le Coppola, i Ciambetti, le Dal Lago e gli Zaia. Emerge che numerose imprese, se non proprio tutte, quelle del  Consorzio Venezia Nuova hanno creato la compagine che ha generato il sistema di un'altro Mose quello dell'entroterra veneto. Una trama ordita a partire da Pedemontana Veneta, ma non solo a cui si deve aggiungere Nuova Valsugana, Valdastico nord e sud, Nogara-Mare, Orte-Mestre, Meolo-Jesolo, Ospedali, Cave-Discariche, Inceneritori, TAV e speculazione urbanistica.

Pedemontana, devastazione biblica

Casello e Tunnel tra Brogliano e Castelgomberto
a destra villa Da Porto Schio con la Praderia 
e il vincolo esteso fino alle zone industriali 
Speriamo nel germogliare dei semi, ma prima che siano coperti dall'asfalto!
 di Maurizio Dal Lago Tratto da vvox.it Non so cosa stia succedendo nel tratto Schio-Thiene-Bassano, sono stato fuori dal giro per un po’ di tempo, ma vedo quello che accade nella Valle dell’Agno: i cantieri della Pedemontana la stanno  distruggendo ad una velocità impressionante e nel silenzio tombale di quasi tutti. Ruspe e bilici inghiottiscono ogni giorno centinaia di metri cubi delle ultime terre buone della valle, sconvolgono storici e delicatissimi equilibri idrogeologici (vedi quello che sta capitando alla falda dalle parti della Ghisa) e tutti, o quasi, zitti e proni. Si scavano gallerie assurde, proliferano i primi segni di sovrappassi e sottopassi demenziali e tutti, o quasi, stanno lì a guardare con la lingua attaccata al palato. Ma qualcuno ha contato quante volte, in quattro chilometri, si vuole sottopassare e sovrappassare la provinciale 246? Proprio nessuno ha visto il progetto del mega casello di Castelgomberto, un enorme cancro che soffocherà quel comune con un labirinto di innesti e uscite da urlo?