martedì 29 dicembre 2020

DOPO GLI ALLAGAMENTI DI AGOSTO, LA NEVE DI IERI HA BLOCCATO LA PEDEMONTANA VENETA

Ieri la SPV ha confermato di sperare nel riscaldamento globale per vincere la neve che la ricopriva, ma questo si sa provoca nubifragi e allagamenti che sono anche peggio per l'infrastruttura che non li regge come alla fine dell'agosto scorso. Oggi invece Pedemontana Veneta tira un sospiro di sollievo, ma ieri non è riuscita a liberare dalla neve le corsie di collegamento con la A31 e larghi tratti delle corsie di sorpasso. Lo stesso sito decretava la chiusura del tratto Malo-A31. Credo nessuno si aspettasse un disservizio del genere per la superstrada più cara del paese e perché essendo nella pedemontana veneta, la neve non è certo un fatto eccezionale. Il sito dichiara che hanno 5 di tutto, lame, spargisale, mezzi combinati,  e innaffiatrici, che hanno funzionato un po' come i carri armati del Risiko. È andato tutto abbastanza male da fare, tanto da far imbufalire i malcapitati sulle rampe per la Valdastico. I quali hanno assistito anche a un conflitto di competenze tra chi deve spalare cosa, basta ascoltare il tono di certi messaggi che ci sono pervenuti. Resta il fatto che ieri alla prima neve, un po' più seria degli eventi recenti, ha bloccato il collegamento tra la Pedemontana Veneta e l'unico collegamento con la rete della viabilità esistente autostradale, un bel primato. Ve lo immaginate lo stesso episodio con i 52kmila veicoli giornalieri previsti? Per fortuna per Zaia che la SPV sia vuota, altrimenti oggi avrebbe dovuto pontificare, oltre che sul Covid, sulla neve perfida che ha bloccato gli automobilisti, perché è pericoloso farli incazzare visto quello che pagano per aver avuto un tale disservizio, per il quale non risultano sconti nei pedaggi!

domenica 6 dicembre 2020

PEDEVENETA: L'UNICA COSA CHE SI RIEMPIE È L'ACQUA NEI TORRENTI E NEI FIUMI

Il COC di Vicenza aperto ieri
Sono passati dieci anni dopo la maxi alluvione che colpí il Veneto e per la mitigazione idrogeologica il governo regionale ha fatto poco o nulla: se non si escludono un paio di buchi qua e là, alcuni incompleti come per le casse di espansione tra Trissino e Arzignano (i cui lavori son pure in ritardo) che qualcuno ama chiamare bacini di laminazione. Peraltro la Regione continua a votare leggi per la tutela del suolo che combattono la cementificazione, tra le prime cause del dissesto idrogeologico, con altra cementificazione. I suggerimenti dei geologi, a partire da quelli del professor Luigi Dalpaos sono finiti nella spazzatura. E come opera compensativa la nostra amata Regione Veneto si dota di una Superstrada pedemontana veneta, oggi ridicolmente percorribile in clamoroso ritardo solo da Bassano a Thiene, che accentua ulteriormente lo scasso idrogeologico delle nostre terre e che per di piú è vuota: miseramente vuota nonostante a quotidiani e tv unificate si sia detto di come i veneti già la usino. Nulla di piú stupidamente falso. Basta una corsa in automobile, con un pedaggio che piú caro non si può, per verificare il tutto. La Spv è deserta nonostante il diluvio di questi giorni. Chissà se il governatore Luca Zaia, dal bunker di Marghera se n'è accorto.