domenica 6 dicembre 2020

PEDEVENETA: L'UNICA COSA CHE SI RIEMPIE È L'ACQUA NEI TORRENTI E NEI FIUMI

Il COC di Vicenza aperto ieri
Sono passati dieci anni dopo la maxi alluvione che colpí il Veneto e per la mitigazione idrogeologica il governo regionale ha fatto poco o nulla: se non si escludono un paio di buchi qua e là, alcuni incompleti come per le casse di espansione tra Trissino e Arzignano (i cui lavori son pure in ritardo) che qualcuno ama chiamare bacini di laminazione. Peraltro la Regione continua a votare leggi per la tutela del suolo che combattono la cementificazione, tra le prime cause del dissesto idrogeologico, con altra cementificazione. I suggerimenti dei geologi, a partire da quelli del professor Luigi Dalpaos sono finiti nella spazzatura. E come opera compensativa la nostra amata Regione Veneto si dota di una Superstrada pedemontana veneta, oggi ridicolmente percorribile in clamoroso ritardo solo da Bassano a Thiene, che accentua ulteriormente lo scasso idrogeologico delle nostre terre e che per di piú è vuota: miseramente vuota nonostante a quotidiani e tv unificate si sia detto di come i veneti già la usino. Nulla di piú stupidamente falso. Basta una corsa in automobile, con un pedaggio che piú caro non si può, per verificare il tutto. La Spv è deserta nonostante il diluvio di questi giorni. Chissà se il governatore Luca Zaia, dal bunker di Marghera se n'è accorto.

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