mercoledì 5 aprile 2023

GLI INGEGNERI DI SPV: quelli che per una parcella succhierebbero il moccio dell’ex commissario Vernizzi dalla tomba in cui è sepolto.

Grazie ad AltoVicentinoonline.it abbiamo appreso di essere tornati al 1993, perché il presidente della Federazione degli Ordini degli ingegneri del Veneto P. Gasparetto ha buttato giù due idee vecchie, sostenendo che «L’area pedemontana veneta, da Vicenza fino all’Alto Trevigiano, risulta costituita da una rete di centri di medie e piccole dimensioni... In tale contesto, la presenza di sole infrastrutture per la viabilità locale, ..., ha rappresentato da sempre un elemento critico per lo sviluppo del territorio. La Superstrada Pedemontana Veneta potrà essere dunque un’arteria fondamentale per la mobilità della nostra regione e una grande opportunità per l’economia del territorio”».

Nello stesso articolo si riporta un altro concetto sempre di 30 anni fa, il concetto del buco con il Veneto intorno: «“Con l’attivazione di questo segmento della superstrada Pedemontana, unito all’A27, all’A4 e all’A31- aggiunge Alessandro Turchetto, segretario e referente per l’area metropolitana della Federazione degli Ordini degli ingegneri del Veneto- si crea di fatto il ‘raccordo anulare’ della vasta area metropolitana centro-veneta, con importanti ricadute sulla messa a sistema della viabilità esistente, sull’accessibilità ai servizi a scala metropolitana e più in generale sullo sviluppo della regione”». Chi abbia ispirato come esempio del ruolo di SPV, il Grande Raccordo Anulare Romano, fiore all’occhiello di un ceto politico veneto e autonomista, probabilmente la dice lunga sul fatto che non capisca nulla di comunicazione e che gli stessi concetti espressi dai rappresentanti degli ingegneri veneti abbiano dei limiti in partenza.

Siamo all’ennesima riprova che gli ingegneri della SPV sono una categoria antropologica specifica e che sono molti di più di quelli che abbiamo conosciuto finora: sono quelli che per una parcella succhierebbero il moccio dell’ex commissario di SPV Vernizzi dalla tomba in cui è sepolto.

Si deve tenere presente che questi vogliono servire come attuale una proposta di 30 anni fa che ha radici in una visione da anni 50, dove ogni opzione era possibile. Questi ci vogliono condannare ad altri quarant’anni di macchinette e motori a scoppio, mentre il resto del mondo progetta un altro futuro adesso. Sono legati all’idea futuro che redimerà ogni male con una tecnologia da anni 50, evitando ogni esame di coscienza. Questo è il governo delle istituzioni degli ingegneri del Veneto che ha già ingoiato un direttore dei lavori arrestato nel 2015, senza battere ciglio. Da 4 anni ingoiano la SPV diretta dalla sua strettissima assistente, arrestata pure lei nel 2015 e poi rilasciata senza alcuna pendenza per la decadenza del reato di associazione a delinquere. Oggi, quel suo capo, ancora in guai giudiziari, collabora strettamente con SIS. Va ricordato che poi hanno ingoiato il suo sostituto, nominato nel giro di 6 ore, ma privo dei titoli per dirigere un'opera da 3 miliardi di euro, dato che egli stesso scriveva nel suo curriculum di avere solo iniziato il Master in Project Management nel 2014 e dunque all'atto di essere nominato Direttore dei Lavori di SPV, non lo aveva concluso. Sotto la direzione di questi, nei tunnel, si sono verificati un decesso e crolli a ripetizione, a cui aggiungere un secondo decesso nell'area di prefabbricazione della C&P. Hanno pure ingerito la barzelletta dei dispositivi provvisionali nei tunnel di Malo e Trissino nella Valle dell'Agno come dispositivi "provvisori", e c'è da chiedersi chi li abbia laureati questi geni della crusca. Per tanto abbiamo delle gallerie nella SPV costruite con materiali non certificati, proprio perché provvisori. Stiamo parlando di tutta la parte strutturale delle centine che deve collaborare con la volta finale in cls e che l’Ordine degli ingegneri di Verona ha utilizzato per un corso di aggiornamento nel 2019 sui materiali addirittura sequestrati dalla Procura di Vicenza.

Siamo curiosi di conoscere i nomi degli ingegneri collaudatori del tratto delle gallerie tra Malo e Montecchio Maggiore, perché ne scopriremo delle belle appena verranno ufficializzati. Per questo chiediamo la pubblicazione dei nomi della commissione di collaudo della Pedemontana Veneta.

Lo sviluppo della Regione Veneto sembra più legato al posizionamento di un altro ingegnere della SPV, l’ing. Pellegrini, che seduto alla destra del piccolo padre ministro Salvini, ha guidato il lancio del nuovo Codice degli Appalti: quello che istituzionalizza il sistema Pedemontana Veneta. È più facile cambiare le norme che investire sul futuro, per cui i lacci della burocrazia si aggirano, cancellando le già minime regole di controllo sugli appalti. Invece di investire su una nuova generazione di tecnici pubblici, formati, competenti, conoscitori del sistema europeo e di più avanzati sistemi di appalto e controllo, invece di creare una istituzione veneta che collabori strettamente con l’ANAC nazionale, si fa prima a cancellare le regole della pubblica amministrazione, della lotta alla corruzione e alla mafia. Oppure si possono trovare un paio di soloni universitari, tecnici abbastanza da sostenere ideone di trenta anni fa, capaci anche di scrivere che provvisionale vuole dire provvisorio, nel silenzio delle università e dei sindacati sulla sicurezza dei lavoratori come è accaduto nella Pedemontana Veneta.

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