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Nelle
scorse ore con un articolo su Il
Giornale di Vicenza il 22agosto 2019 a pagina 21 è stata data
notizia delle motivazioni del Giudice Miazzi con cui ha
dissequestrato il cantiere della Pedemontana Veneta. Si tratta di un
documento che in
23 pagine spiega le ragioni del dissequestroe che sarà oggetto
di una attenta valutazione nel merito. Emerge così nel breve che
sono state assunte tutte le ragioni contenute nella perizia del
Prof. Simonini, Professore Ordinario di Geotecnica, Analisi e
Valutazione del Rischio Geotecnico del Dipartimentodi
Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA)
presso l’Università di Padova, da cui il dott. Miazzi ha preso
decine di pagine a sostegno delle sue decisioni. Si tratta del
classico caso da STAR WARS dove conta chi ha il perito più lungo e
fa lo sforzo più grosso.
Su
questo piano
non
possiamo non sottolineare
l’immobilismo
della magistratura vicentina, che a più di tre anni dal decesso di
un operaio,
ha
prodotto una schermaglia di perizie. Queste sembrano affermare che
possiamo costruire un tunnel con il
burro,
che può ammazzare un operaio. Tutto questo senza alcun rinvio a
giudizio. Per questo auspichiamo l’Anschluss
della Provincia di Vicenza in quella di Ancona,
dal momento che in relazione al drammatico crollo che interessò un
ponte sulla A14 la
procura anconetana in due anni è riuscita a chiudere la partita.
Il
22 agosto scorso infatti per
il crollo del ponte 167 lungo l'autostrada A14, avvenuto il 9 marzo
2017 tra i caselli Ancona sud e Loreto nel Comune di Camerano, che
costò la vita a due persone e il ferimento di altre tre, la Procura
di Ancona ha chiesto il processo per 22 indagati: 18 persone fisiche
e quattro società coinvolte a vario titolo per aver commissionato i
lavori, averli appaltati e poi subappaltati. L'udienza preliminare si
terrà il 9 dicembre davanti al gup di Ancona Francesca De Palma.
La
stessa celerità che ha contraddistinto le toghe marchigiane non
l'abbiamo riscontrata purtroppo per quanto riguarda la procura di
Vicenza, relativamente all'incidente mortale occorso all'operaio
Sebastiano Laganga nel cantiere di Malo della Super Pedemontana
Veneta. La morte del gruista avvenne nell’aprile del
2016
e di quella inchiesta poco o nulla si sa. Il cielo non voglia che si
tratti della ennesima inchiesta scomoda che nel Vicentino viene
divorata dalla prescrizione. In questo caso per i magistrati in forza
alla procura berica, ci domandiamo, potrebbe essere utile un
gemellaggio con tanto di scambio culturale, con quelli della procura
di Ancona? Il ministero della giustizia ha mai pensato di avviare una
ispezione in cui siano evidenziate eventuali carenze da parte della
giustizia penale nella cittá del Palladio?
Che
l'inchiesta per il decesso Laganga non sia approdata in tribunale è
un pessimo segnale per chi, toghe in primis, dovrebbe avere a cuore
la giustizia, la sua equitá e la sua efficienza. In questa vicenda
tra l'altro anche l'ordine degli avvocati di Vicenza nonché il mondo
sindacale e la Regione Veneto si sono contraddistinti per un insolito
quanto inquietante silenzio, salvo spiegarci e ripeterci la fatalità
dell’evento la stessa teoria di uno degli indagati il geometra
D’Agostino.
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