Ecco il video-reportage realizzato sul posto del crollo del ponte-canale nel
trevigiano, è esattamente situato tra il confine di Montebelluna e
Trevignano, al km. 73+200 della progressiva dell'opera partendo da Montecchio Maggiore Vicenza.
In allegato forniamo ulteriore documentazione fotografica e le tavole della zona: https://drive.google.com/open?id=17TdI23LWDuQjDQAUicHqhL9GF5XHmQjF.
In allegato forniamo ulteriore documentazione fotografica e le tavole della zona: https://drive.google.com/open?id=17TdI23LWDuQjDQAUicHqhL9GF5XHmQjF.
Nella notte tra il 15 e 16 agosto c.a., in seguito alla
pioggia infiltrata nel terreno, al confine tra Montebelluna e
Trevignano, è crollato il ponte-canale che attraversa la Pedemontana Veneta sul quale scorreva una roggia importante per l'irrigazione agricola e lo scolo delle acque piovane. si tratta di una rete fondamentale nella distribuzione delle acque derivate dagli eventi atmosferici e per impedire gli allagamenti di aree limitate e pericolose per i centri urbani sparsi, così numerosi nella pianura settentrionale veneta.
Come
si può notare dalla documentazione, oltre al ponte crollato, la SPV
presenta diversi problemi, come altri cedimenti lungo le rive della trincea, quelli più vistosi e documentati vanno da circa il km 72+700 al km 73+300, dove si vedono sia smottamenti che veri e propri ruscelli che sgorgano dalla sponda satura d’acqua come se guardassimo una falda acquifera tagliata.
presenta diversi problemi, come altri cedimenti lungo le rive della trincea, quelli più vistosi e documentati vanno da circa il km 72+700 al km 73+300, dove si vedono sia smottamenti che veri e propri ruscelli che sgorgano dalla sponda satura d’acqua come se guardassimo una falda acquifera tagliata.
Si
precisa a proposito che, anche in
questa in zona, la trincea è
profonda, circa 10 metri sotto il piano campagna. Questa
è l’ennesima prova che conferma la veridicità delle gravi
conseguenze sul territorio e all’ambiente della SPV, più volte denunciate dai comitati e associazioni, rimasti continuamente
inascoltati. Va ricordato ancora che se
la strada fosse stata in funzione, il fatto poteva avere gravi
conseguenze, considerata la quantità enorme di materiale franato che
ha invaso la trincea e il conseguente allagamento.
Le
associazioni e comitati si chiedono ora se, davanti a questi gravi
fatti, la Procura di Treviso resti ancora inerte, come ha fatto per
la vicenda del cemento-amianto, oppure si decida ad iniziare una vera e propria indagine che porti al sequestro dei cantieri per verificare qualità dei materiali,
rispetto delle modalità operative e relative responsabilità anche indagando sul dolo eventuale dei responsabili.
Resta
inoltre da verificare la corrispondenza del lavoro eseguito, con il
progetto esecutivo approvato in data 23/12/2013 dall’ex commissario
ing. Silvano Vernizzi e per quanto riguarda le interferenze, con
quanto approvato con il decreto n. 23 del 26/03/2019 dall’ing.
Elisabetta Pellegrini poiché sono già troppe le evidenze che SIS non
rispetti quanto approvato, come ben chiarito fin'ora dalle indagini sulla Galleria Malo Castelgomberto e sull'area crollata delle risorgive delle Poscole in Valle dell'Agno. Coordinate
del luogo :https://goo.gl/maps/ZZ3ae2kNwQA6PwHB6
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