https://drive.google.com/file/d/1_8GZ9LQvlUdAqy9Xn4MGyVkXq0SH-EXG/view?usp=sharing |
In queste ultime ore il caso del sequestro dei sette kilometri più importanti della pedemontana veneta si carica di due nuove puntate, che se vogliamo sono delle repliche già andate in onda ma che i più avevano visto ma non osservato.
Ci ha pensato Marco Milioni per primo richiamando le vicende del 2017 che hanno visto due atti importanti in questa vicenda. In un suo pezzo ha ricordato in primo luogo "il lungo esposto che il primo progettista della Spv, la società di ingegneria Sics, inviò a Zaia nel gennaio del 2017 nel quale senza andare troppo per il sottile si parla di «pratiche del tutto non ortodosse seguite per affidamenti, subaffidamenti non soggetti ad autorizzazione, subappalti ed interessi privati che nulla hanno a che fare con il sano utilizzo delle risorse pubbliche, con evidente e conclamata responsabilità erariale»". Poi all'intervento di VicenzaToday.it è seguito il fondamentale approfondimento di AppaltiLeaks.it noi diamo seguito pubblicando il documento apparso in tutti i quotidiani e gli organi di informazione che hanno parlato delle intercettazioni alla base del sequestro dei 7 KM della Pedevneta.
In primo luogo l'approfondimento di Milioni ricorda, oltre al nostro recente comunicato, il nostro esposto presentato nel 2017 al GICO della Guardia di Finanza di Mestre:
«Noi - fa sapere il portavoce del Covepa Massimo Follesa - segnalammo queste e altre anomalie alla Guardia di finanza di Venezia-Mestre perché ritenevamo ci fossero diverse anomalie in capo agli organi regionali che avrebbero dovuto vigilare l'iter di questa opera. A breve ci recheremo in procura per conoscere quali e quante indagini ha condotto l'autorità giudiziaria in laguna». In quella occasione raccogliemmo la denuncia della SICS Ingegneria srl, il vero redattore del progetto della Pedemontana Veneta, firmata dal suo Amministratore Unico Giuseppe Capocchi. Lo depositammo in un esposto sul Sistema Pedeveneta che a nostro giudizio era fortemente falsato proprio a causa dell'anomala nomina del Direttore dei Lavori ing. Adraino Turso. Egli sarebbe il principale controllore dell'opera, come può farlo se è a libro paga dell'esecutore dell'opera? Questa condizione per altro andrebbe verificata anche per i collaudatori della Montecchio-Spresiano, dato che la norma consente che anch'essi siano pagati dal contraente generale.
Noi abbiamo segnalato anche in occasione del secondo crollo del Tunnel della SPV a Castelgomberto che erano evidenti i dubbi sulla Direzione Lavori dell'opera. Turso compare in Pedemontana Veneta dalla mattina alla sera per sostituire il precedente Direttore dei Lavori arrestato nell'inchiesta Incalza: l'ing. Perotti, l'uomo di tutte le direzioni dei lavori italiane.
Noi abbiamo segnalato anche in occasione del secondo crollo del Tunnel della SPV a Castelgomberto che erano evidenti i dubbi sulla Direzione Lavori dell'opera. Turso compare in Pedemontana Veneta dalla mattina alla sera per sostituire il precedente Direttore dei Lavori arrestato nell'inchiesta Incalza: l'ing. Perotti, l'uomo di tutte le direzioni dei lavori italiane.
Segnalammo alle autorità giudiziarie che quando Turso fu nominato il 4 marzo 2015 egli aveva in corso un master in project management presso il Politecnico di Milano iniziato nel 2014, e come fosse privo dei requisiti che la stessa Regione Veneto chiede ai Direttori dei Lavori che essa stessa nomina. In quella occasione, relativa al crollo della galleria a Castelgomberto, richiamammo in dettaglio la denuncia pubblica della SICS Ingeneria srl, che chiariva le sue incompatibilità fin nel dettaglio e il percorso di Adriano Turso come suo dipendente e come la SIS fosse giunta alla sua nomina in SPV.
In secondo luogo la cosa più straziante e stupefacente, rispetto ai recenti comunicati della ineffabile struttura di progetto regionale per la SPV è la risposta che la Giunta e Zaia hanno dato a Berti ad una sua puntuale interrogazione sulle denunce sollevate dalla SICS in merito alla competenza dell'ing. Turso, come per altro il commissario Corsini ha fatto con noi. Corsini ha risposto alle nostre segnalazioni sottovalutandole e con una sicumera che ora vorremmo vedere sulla sua faccia mentre detta, senza battere ciglio, le note cui ci vorrebbe tranquillizzare l'intero paese sul cantiere più grande d'Italia.
I compiti di un direttore dei lavori sono fondamentali affinché l'esecuzione sia rispondente ai progetti, ai capitolati e alle spese previste: in poche parole che siano usati i materiali migliori, al prezzo migliore per la costruzione migliore, nel rispetto dei progetti. I compiti del direttore dei lavori sono ben chiari e non cambiano anche nel caso di Pedemontana Veneta non si tratta di appalto e siamo di fronte ad un contraente generale. E' compito del committente che è anche un ente pubblico, pretendere il rispetto della norma generale nel contratto, per questo il Terzo Atto Convenzionale di Zaia è fortemente carente.
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