sabato 26 giugno 2021

PFAS DAL CANTIERE DI SPV A MONTECCHIO MAGGIORE

Sono ormai mesi se non anni, che dalla trincea del cantiere della Pedemontana Veneta a Montecchio Maggiore, vengono pompati metri cubi su metri cubi di acqua estratti dalla falda. Siamo tra le trincee che portano alla A4 sotto alle rotatorie tra la SR 11 e il raccordo al casello di Alte Ceccato. E' il cantiere in trincea che si trova almeno 10 metri sotto al piano di campagna in piena area della falda inquinata dai Pfas della Miteni di Trissino. Quell’acqua è pompata senza sosta 24 ore su 24 per impedire che le trincee siano allagate poiché si trovano proprio all’interno della linea delle risorgive.

Due tubi e due idrovore scaricano le acque della falda con i Pfas in un ponte canale, il cui percorso non è noto o riscontrabile. Queste potrebbero essere reimmesse nei canali che raggiungono o il torrente Guà o il torrente Brendola senza alcun trattamento per depurarle.

giovedì 24 giugno 2021

CANTIERE VELOCE: REGALO AGLI INVESTIMENTI MAFIOSI E ALLA GENTRIFICAZIONE DELLA PEDEMONTANA

Al di là dei preoccupanti aspetti tecnico-giuridici che meritano una trattazione a parte, le nuove norme urbanistiche che stanno transitando per il Consiglio regionale del Veneto sono orrende. Anzitutto sono scritte da cani lasciando molto spazio al contenzioso. Ma soprattutto la nuova disciplina, un corale inno cacofonico al cemento senza se e senza ma, spodesterà de facto i comuni di molta della potestà di pianificazione. In che modo? Semplicemente riversando nelle mani, ossia nelle tasche, del privato, il frutto di una pianificazione evidentemente scritta sotto dettatura degli stakeholder immobiliari, finanziari, del cemento, delle cave, delle strade e della rendita fondiaria.

mercoledì 16 giugno 2021

CARTOLINA DALLA PEDEMONTANA BASSANASE: È VENUTA GIÙ UNA CAPRIATA

Crolla il tetto del teatro Astra a ridosso centro storico di Bassano del Grappa. Testimone muto di una città, davanti a lui sullo stradone furono impiccati a decine i partigiani del Grappa.  Tutto ciò è accaduto durante l’opera estate festival appena apertasi, e con la concomitante apertura sulla grande mostra sui ponti di Palladio. Invece di guardare a questo farsi materia della sapienza che diventa struttura, nave per tenere testa all'acqua, si sono immagati a guardare altro. Magari dando addosso a chi gli rovinava la cartolina del ponte, bestemmiando dietro a due graffittari che da subito hanno preso possesso del legno del ponte.

Erano tutti presi a guardare la cartolina degli alpini sul ponte, col bicere in man, e invece bisognava guardare il resto che è messo peggio. 

domenica 13 giugno 2021

PER LA POLIZIA IN SPV SONO SOLO 56 I KM APERTI, PER GLI ORGANIZZATORI 70!


Ma non erano 70km quelli aperti in pedemontana veneta? La maggior parte dei giornali si è vergognata e scrive 2/3 del totale aperti fino a Montebelluna, ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Poi, si sa la questura tira sempre indietro, ora però crediamo che la polizia stradale abbia fatto i conti correttamente, dal momento che ha convenzionato il suo servizio per la sicurezza di tutti i cittadini, anche per quelli che in SPV danno i numeri. Forse vale la pena di fare il test alcool e droghe per questi o no?

Si tratta, in tutto, di 56 km di superstrada pedemontana veneta ove l’attività di vigilanza da parte del personale della Polizia Stradale ha avuto inizio, in modo sistematico e dedicato, proprio dallo scorso 28 maggio.

http://www.nsp-polizia.it/convenzione-ministero-interno-societa-pedemontana-veneta-spv/

venerdì 11 giugno 2021

PERCHE' LA SUPERSTADA PEDEMONTANA VENETA NON FUNZIONERA'

Sebastiano Malamocco con un suo scritto su geograficamente.wordpress.com/  analizza i motivi per cui la SPV non risponderà alle esigenze dei territori per cui è nata. Con lui e altri di Legambiente Veneto abbiamo redatto una proposta di riconnessione al territorio nel 2017, a partire dalla ricucitura eliminando i caselli e connettendo la SPV alla ferrovia locale. Oggi nel 2021 di fatto è stata costruita come un tubo chiuso, idea che ha chiarito in modo esplicito l'ing. Bergamin, invece quando fu concordata con il governo di cui era Ministro Nereo Nesi, con il sostanziale contributo del Senatore dei Verdi Sarto, doveva trattarsi di un tubo aberto il più possibile alle esigenze dei territori che attraversava. Dopo 20 anni da quelle situazioni ci troviamo una superstrada chiusa al traffico locale di cui la stessa Regione Veneto e Luca Zaia vogliono disfarsene tanto da avviare un procedimento per ottenere la classificazione di autostrada della Pedemontana Veneta con la "DGRV n. 284 del 16 marzo 2021 Superstrada Pedemontana Veneta. Avvio della procedura di classificazione da "Superstrada" ad "Autostrada". Si seppeliscono così le velleità territoriali e si appesantisce per altri quaranta anni questa parte il Veneto con i limiti della "old economy"  con le aggravanti di un territorio piccolo. (m.f.)

La SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA, in funzione ora da Malo a Montebelluna, servirà alla conurbazione pedemontana vicentina-trevigiana per il predominante traffico locale? Come in origine voluto? Pare proprio di no – Un monito di “come non fare”, per le prossime opere del Recovery Fund europeo

 L’apertura di uno dei tratti forse più importanti della superstrada pedemontana veneta, i 30 chilometri tra Bassano del Grappa e Montebelluna, al di là dei toni assai enfatici e tutti positivi che ci sono ad ogni inaugurazione di grande opera, buona o cattiva che sia…, questa apertura, inaugurazione, lascia perlomeno molte perplessità sulla funzionalità, l’efficacia, e il futuro utilizzo di quest’opera che è costata così tanti soldi e sacrificio territoriale.

   Viene da pensare che si poteva fare di meglio. E che adesso ci dobbiamo rassegnare ad avere un’opera non adatta a quello che era lo scopo iniziale, prioritario: cioè far circolare meglio gli abitanti della pedemontana trevigiana e vicentina, togliendo traffico alla direttrice Schiavonesca-Marosticana. Ma più avanti, nelle prossime righe, cercheremo di spiegare questa iniziale affermazione.

sabato 5 giugno 2021

IL CIRCUITUS DEI PEDAGGI DI SPV

 

ZOMBIE PEDEVENETA

 

LA PEDEVENETA È UNO ZOMBIE

L’apertura del tratto tra Bassano del Grappa e Montebelluna segnerebbe la resurrezione della SPV, però non è Lazzaro, e Luca IInon è il salvatore a cavallo di 4 corsie infuocate. Assomiglia di più a una specie di scienziato in minore, immaginatelo a generare LA ZOMBIE PEDEVENETA! Si sa che gli zombie camminano pianissimo, escono dalle tombe, bramano cervelli e sembrano scemi, ma ti fregano come niente
 
Il primo segno è la corsa a chiedere le riduzioni dei pedaggi: infatti non era neanche finita l'inaugurazione che Il giorno stesso dell’apertura di Montebelluna molti hanno chiesto la riduzione dei pedaggi, cosa che in astratto avrebbe senso, soprattutto se le differenze le pagassero chi voluto a tutti i costi la SPV dei Doglianos, ma sembra che neanche chi l'ha voluta e ficcata su a tutti i veneti voglia pagarla. Quello che emerge è che abbiamo a che fare con uno zombie e che ci hanno costretti a subirla e ora ci vogliono imporre di pagare la corda con cui siamo stati costretti ad impiccarci. Visto che Zaia, per questo zombie stradale, ci obbliga a pagare 154 milioni all’anno, che senso ha chiedere solo le riduzioni dei pedaggi quando prima era gratis per i residenti? Perchè si continua a tacere il fatto che nel contratto servono 12 mld per la gestione della SPV e che il ritornello di numeri di Zaia produce solo la metà di questo importo? Percè i soci di SIS partecipano a una società con sede a Londra che ha in portafogli il bon di SPV? Questi segni non sono gli unici, altri dimostrano che i territori attraversati alla SPV sono e saranno per i prossimi 40 anni a servizio della strada zombie e dei Doglianos.