Erano tutti presi a guardare la cartolina degli alpini sul ponte, col bicere in man, e invece bisognava guardare il resto che è messo peggio.
Come se fosse una qualunque città degradata del nostro paese è crollato un edificio della cultura come se fosse un ponte Morandi, una teleferica o un caseggiato qualunque, e qualcuno ci fa l'abitudine ormai. Invece Bassano e i dintorni hanno una tale concentrazione di imprenditori sfondati di soldi, che la città dovrebbe avere tutti gli edifici storici, pubblici e privati restaurati, sicuri e fruibili. Il ponte e Palazzo Sturm sono a posto, ma tutto il resto invece? Palazzo Bonaguro e' messo nello stesso modo e rischia la stessa fine, ad esempio. Con la pedeveneta tutti si sono messi a correre dietro all'identità data da una strada in trincea, senza capire che è una identità sotterrata. Ci perdiamo quella vera, quella delle città e di chi vi abita. Ma a chi crede alle parole di Luca III° che frega, prende la SPV e in 20 minuti va a teatro a Vicenza, senza nemmeno sapere come è fatto un teatro.
È un evento traumatico che mette pienamente in luce l’effettivo disinteresse che la società contemporanea in generale, e veneta in particolare, nutre riguardo a tutti i valori che alla fine non siano puramente economici . Anche i valori culturali, ambientali, sociali,spirituali ( il cui rapporto con i singoli e le comunità dovrebbe essere inverso, poiché non essi ci appartengono, ma noi vi apparteniamo!) hanno rilievo solo nella misura in cui portano acqua al mulino dell’economia ( lecita o illecita che sia, purché le pale girino, è sempre per lo stesso verso). Si sta concretizzando il marchiano disfacimento antropologico... un caro saluto
CoVePA
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