Il primo segno considera il fatto che la regione è socia, garante e manlevadrice dell’opera ci sembra veramente poco chiedere solo sconti sul pedaggio, visto che alla progettazione di finanza di SIS contribuiamo con 670 milioni di € pubblici, più 300 in prestito da CDP, e che garantiamo alla SIS anche un introito minimo di 6 mld in 39 anni, abbonando la differenza di 6 mld per coprire tutti i costi di gestione previsti nel piano finanziario. Dopo tutta questa macchina finanziaria e questa montagna di cemento e soldi, riteniamo sia importante fare un’operazione verità, perché siamo di fronte a un buco ciclopico pari a quello del Mose.
La questione su cui fare luce è il fatto che i soldi dei pedaggi e quelli del bilancio non resteranno in Veneto dal momento che i soci di SIS partecipano alla Circuitus Capital con sede a Londra. Si tratta di una un’impresa per la gestione di capitali specializzatta nel l’investimento di capitali nelle infrastrutture principalmente concernenti l’area europea, e che, guarda un po’ il caso cinico e baro, ha in portafoglio solo il bond di SPV. E’ dunque lecito immaginare una via oltremanica per il flusso dei ricavi dai pedaggi di Pedemontana Veneta e di quelli a copertura del mancato traffico tramite le casse del bilancio regionale o di quelle statali? Viene il sospetto che non solo li paghiamo per gestire l’autostrada ma anche per gestire il bond che la regione ha determinato in modo fondamentale a ottenere sul mercato. La cosa è veramente strana se fosse vera dato che senza l’intervento della regione mai JP morgan avrebbe ottenuto il credito dai mercati internazionale.
Prima di parlare di riduzioni dei pedaggi si compia fino in fondo un’operazione verità per chiarire cosa leghi Zaia e i Doglianossi, si aspetti il primo bilancio in rosso certificato, si finiscano tutti i 162 km della concessione, si dichiari che il PEF è fallito, si liquidi SIS responsabile della Pedeveneta zombie; per ultimo si dichiari che l'opera non è rispondente agli obiettivi di mobilità e men che meno a quelli di connessione delle aree interne mancando l’intermodalità tra gomma-ferro e tra mobilità veloci e lente, e si parli di cosa servono i pedaggi
Usare risorse pubbliche è l'abitudine di questa zombiepedeveneta, e Luca III° e i suoi cortigiani non hanno mancato di farlo anche durante l'inaugurazione di Bassano. Infatti hanno utilizzato un servizio pubblico per inaugurare una strada a gestione privata, sfruttando il servizio sanitario regionale e il personale dell’ULSS 7 per effettuare il tampone a tutti coloro che dovevano accedere alla tenda della celebrazione della straordinaria e stupefacente opera, tanto da alterare la realtà. Vogliamo sapere chi ha pagato, la Regione o i Doglianos?
L'ultimo segno fa alzare la voce dell’indignazione alta e forte contro quei servitori dello stato che sono accorsi a omaggiare gli artefici di quest’opera. Ha fatto molto male vedere prefetti, generali e ufficiali stringere le mani dei Doglianos. Devono affrontare un processo e un’inchiesta per due morti sul lavoro nei cantieri della Pedemontana Veneta, e tutti sono stati pronti a omaggiarli, fatto che la dice lunga sul perché in questo paese possiamo attenderci ancora altri ponti Morandi, altri morti come quella di Luana, e soprattutto altre alterazioni dei sistemi di sicurezza come a Stresa.
È duro vedere proprio i massimi ufficiali che avrebbero dovuto dare risposte alle nostre denunce stare a loro agio fianco a fianco con chi avrebbe dovuto rispondere per una gestione allegra del cadavere della Pedemontana Veneta. Non esistono esisti noti agli esposti presso la Guardia di Finanza e la Magistratura inquirente di Venezia sui pagamenti della progettazione verso la IGO, società controllata dalla famiglia Dogliani, che è sparita dopo aver incassato la liquidazione dei progetti di SPV secondo la denuncia pubblica della ICS.
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