sabato 5 giugno 2021

LA PEDEVENETA È UNO ZOMBIE

L’apertura del tratto tra Bassano del Grappa e Montebelluna segnerebbe la resurrezione della SPV, però non è Lazzaro, e Luca IInon è il salvatore a cavallo di 4 corsie infuocate. Assomiglia di più a una specie di scienziato in minore, immaginatelo a generare LA ZOMBIE PEDEVENETA! Si sa che gli zombie camminano pianissimo, escono dalle tombe, bramano cervelli e sembrano scemi, ma ti fregano come niente
 
Il primo segno è la corsa a chiedere le riduzioni dei pedaggi: infatti non era neanche finita l'inaugurazione che Il giorno stesso dell’apertura di Montebelluna molti hanno chiesto la riduzione dei pedaggi, cosa che in astratto avrebbe senso, soprattutto se le differenze le pagassero chi voluto a tutti i costi la SPV dei Doglianos, ma sembra che neanche chi l'ha voluta e ficcata su a tutti i veneti voglia pagarla. Quello che emerge è che abbiamo a che fare con uno zombie e che ci hanno costretti a subirla e ora ci vogliono imporre di pagare la corda con cui siamo stati costretti ad impiccarci. Visto che Zaia, per questo zombie stradale, ci obbliga a pagare 154 milioni all’anno, che senso ha chiedere solo le riduzioni dei pedaggi quando prima era gratis per i residenti? Perchè si continua a tacere il fatto che nel contratto servono 12 mld per la gestione della SPV e che il ritornello di numeri di Zaia produce solo la metà di questo importo? Percè i soci di SIS partecipano a una società con sede a Londra che ha in portafogli il bon di SPV? Questi segni non sono gli unici, altri dimostrano che i territori attraversati alla SPV sono e saranno per i prossimi 40 anni a servizio della strada zombie e dei Doglianos.

Il primo segno considera il fatto che la regione è socia, garante e manlevadrice dell’opera ci sembra veramente poco chiedere solo sconti sul pedaggio, visto che alla progettazione di finanza di SIS contribuiamo con 670 milioni di € pubblici, più 300 in prestito da CDP, e che garantiamo alla SIS anche un introito minimo di 6 mld in 39 anni, abbonando la differenza di 6 mld per coprire tutti i costi di gestione previsti nel piano finanziario. Dopo tutta questa macchina finanziaria e questa montagna di cemento e soldi, riteniamo sia importante fare un’operazione verità, perché siamo di fronte a un buco ciclopico pari a quello del Mose.

La questione su cui fare luce è il fatto che i soldi dei pedaggi e quelli del bilancio non resteranno in Veneto dal momento che i soci di SIS partecipano alla Circuitus Capital con sede a Londra. Si tratta di una un’impresa per la gestione di capitali specializzatta nel l’investimento di capitali nelle infrastrutture principalmente concernenti l’area europea, e che, guarda un po’ il caso cinico e baro, ha in portafoglio solo il bond di SPV. E’ dunque lecito immaginare una via oltremanica per il flusso dei ricavi dai pedaggi di Pedemontana Veneta e di quelli a copertura del mancato traffico tramite le casse del bilancio regionale o di quelle statali? Viene il sospetto che non solo li paghiamo per gestire l’autostrada ma anche per gestire il bond che la regione ha determinato in modo fondamentale a ottenere sul mercato. La cosa è veramente strana se fosse vera dato che senza l’intervento della regione mai JP morgan avrebbe ottenuto il credito dai mercati internazionale.

Prima di parlare di riduzioni dei pedaggi si compia fino in fondo un’operazione verità per chiarire cosa leghi Zaia e i Doglianossi, si aspetti il primo bilancio in rosso certificato, si finiscano tutti i 162 km della concessione, si dichiari che il PEF è fallito, si liquidi SIS responsabile della Pedeveneta zombie; per ultimo si dichiari che l'opera non è rispondente agli obiettivi di mobilità e men che meno a quelli di connessione delle aree interne mancando l’intermodalità tra gomma-ferro e tra mobilità veloci e lente, e si parli di cosa servono i pedaggi

Usare risorse pubbliche è l'abitudine di questa zombiepedeveneta, e Luca III° e i suoi cortigiani non hanno mancato di farlo anche durante l'inaugurazione di Bassano. Infatti hanno utilizzato un servizio pubblico per inaugurare una strada a gestione privata, sfruttando il servizio sanitario regionale e il personale dell’ULSS 7 per effettuare il tampone a tutti coloro che dovevano accedere alla tenda della celebrazione della straordinaria e stupefacente opera, tanto da alterare la realtà. Vogliamo sapere chi ha pagato, la Regione o i Doglianos?

L'ultimo segno fa alzare la voce dell’indignazione alta e forte contro quei servitori dello stato che sono accorsi a omaggiare gli artefici di quest’opera. Ha fatto molto male vedere prefetti, generali e ufficiali stringere le mani dei Doglianos. Devono affrontare un processo e un’inchiesta per due morti sul lavoro nei cantieri della Pedemontana Veneta, e tutti sono stati pronti a omaggiarli, fatto che la dice lunga sul perché in questo paese possiamo attenderci ancora altri ponti Morandi, altri morti come quella di Luana, e soprattutto altre alterazioni dei sistemi di sicurezza come a Stresa.

È duro vedere proprio i massimi ufficiali che avrebbero dovuto dare risposte alle nostre denunce stare a loro agio fianco a fianco con chi avrebbe dovuto rispondere per una gestione allegra del cadavere della Pedemontana Veneta. Non esistono esisti noti agli esposti presso la Guardia di Finanza e la Magistratura inquirente di Venezia sui pagamenti della progettazione verso la IGO, società controllata dalla famiglia Dogliani, che è sparita dopo aver incassato la liquidazione dei progetti di SPV secondo la denuncia pubblica della ICS.

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