Abbiamo
inviato notifica
e diffida a Luca Zaia in relazione al sequestro dei 7 km della
Pedemontana Veneta. Si
tratta della Galleria tra Malo e Castelgomberto al centro delle
attenzioni della magistratura come è emerso nei giorni scorsi. Tutto
è stato inviato tramite fax al
Responsabile
dell’Ufficio
di Presidenza Alberto
Piz, al
Direttore
dell’Ufficio
di Presidenza Fabio
Gazzabin e
alla Segreteria
Generale della Programmazione
diretta dalla Dott. Ilaria Bramezza
Le registrazioni hanno dimostrato che
atteggiamenti volti alla costruzione dell’opera senza il rispetto
delle norme, dei capitolati e del contratto di concessione,
perduravano dalla morte dell’operaio schiacciato nella parte
iniziale del tunnel a San Tomio, avvenuta nell’aprile del 2016.
Abbiamo intimato a Luca Zaia di costituirsi parte offesa nel
proseguimento di questo procedimento, perché solo così saranno
sincere le sue dichiarazioni, già troppe volte abbiamo sentito dire
che l’ente che lui guida è parte offesa ma alle chiacchiere non
sono seguiti i fatti.
Il presidente della giunta regionale
deve tenere bene a mente che la Regione Veneto è coinvolta nei fatti
che il pubblico ministero Carunchio addebita a quattro dirigenti
tecnici della SIS concessionaria della Superstrada Pedemontana
Veneta. In particolare vi sono il Direttore dei Lavori ing. Adriano
Turso e il capo della SPV spa e direttore tecnico della SIS geom.
Salvatore D’Agostino oltre al capo cantiere geom. Luigi Cordaro e
il direttore dei lavori ing. Fabrizio Saretta del tratto sequestrato.
Vediamo se Luca Zaia avrà il coraggio
di prendere i provvedimenti del caso contro chi avesse tenuto
comportamenti che violano la buona e corretta amministrazione
coprendo eventuali atti di rilevanza penale, verificando gli atti di
chicchessia a partire dalla direzione della Struttura di Progetto
della Pedemontana Veneta, dal Responsabile Unico del Procedimento e
dal Commissario e Autorità Vigilante della SPV.
Rispetto
alla DD.LL. della Pedeveneta, avevamo già segnalato al Commissario
le nostre perplessità circa il suo incarico e le competenze
necessarie per condurre il complesso cantiere della Pedemontana
Veneta. L’avv.
Corsini ci rispose con sufficienza, sottovalutando le
segnalazioni inviate a Zaia dal Geometra Capocchi, amministratore
unico della SICS Ingegneria srl. Ora riteniamo che il presidente
debba prendere i necessari provvedimenti rispetto ai fatti che la
cronaca gli ha messo davanti agli occhi.
Duole riscontrare il suo silenzio e i
suoi commenti che minimizzano questi fatti, i quali invece lo
chiamano in causa in prima persona. Ci ha chiamati lazzaroni, ci hadefiniti come i soliti che cercano di far lievitare il pane, ha detto
che possiamo continuare a riunirci in una cabina telefonica, ma
quelli che stavano al telefono in cabina erano i finanzieri che
registravano le oscene conversazioni su come coprire l’uso di
materiali depotenziati per le strutture della galleria più grande in
Pedemontana Veneta. Non vi sono elementi che escludano che questo
metodo non sia esteso a tutto il sistema interno di produzione del
cemento e dei prefabbricati della SIS, tenendo conto che il progetto
di finanza consente al concessionario la redazione del capitolato
speciale di appalto. Siamo sicuri di poter escludere per esempio la
galleria di Ca’ Fusa che lui e Salvini hanno inaugurato all’inizio
di giugno?
Egli è colui il quale ha imposto il
terzo atto convenzionale, in cui però manca ogni la definizione
della individuazione secondo le norme dei lavori pubblici della
Direzione Lavori. Imputiamo a Zaia una grave dimenticanza
nell’indicare le necessarie caratteristiche a cui la direzione
lavori di un’opera del genere deve sottomettersi nel rispetto delle
norme che regolano gli incarichi pubblici. Era sua responsabilità
richiamarle poiché il direttore dei lavori è il vero garante della
corretta esecuzione dell’opera rispetto al committente.
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