sabato 13 luglio 2019

NOTIFICA E DIFFIDA A LUCA ZAIA IN RELAZIONE AL SEQUESTRO DEI 7 KM DI PEDEMONTANA VENETA

Abbiamo inviato notifica e diffida a Luca Zaia in relazione al sequestro dei 7 km della Pedemontana Veneta. Si tratta della Galleria tra Malo e Castelgomberto al centro delle attenzioni della magistratura come è emerso nei giorni scorsi. Tutto è stato inviato tramite fax al Responsabile dell’Ufficio di Presidenza Alberto Piz, al Direttore dell’Ufficio di Presidenza Fabio Gazzabin e alla Segreteria Generale della Programmazione diretta dalla Dott. Ilaria Bramezza
Le registrazioni hanno dimostrato che atteggiamenti volti alla costruzione dell’opera senza il rispetto delle norme, dei capitolati e del contratto di concessione, perduravano dalla morte dell’operaio schiacciato nella parte iniziale del tunnel a San Tomio, avvenuta nell’aprile del 2016. Abbiamo intimato a Luca Zaia di costituirsi parte offesa nel proseguimento di questo procedimento, perché solo così saranno sincere le sue dichiarazioni, già troppe volte abbiamo sentito dire che l’ente che lui guida è parte offesa ma alle chiacchiere non sono seguiti i fatti.
Il presidente della giunta regionale deve tenere bene a mente che la Regione Veneto è coinvolta nei fatti che il pubblico ministero Carunchio addebita a quattro dirigenti tecnici della SIS concessionaria della Superstrada Pedemontana Veneta. In particolare vi sono il Direttore dei Lavori ing. Adriano Turso e il capo della SPV spa e direttore tecnico della SIS geom. Salvatore D’Agostino oltre al capo cantiere geom. Luigi Cordaro e il direttore dei lavori ing. Fabrizio Saretta del tratto sequestrato.

Vediamo se Luca Zaia avrà il coraggio di prendere i provvedimenti del caso contro chi avesse tenuto comportamenti che violano la buona e corretta amministrazione coprendo eventuali atti di rilevanza penale, verificando gli atti di chicchessia a partire dalla direzione della Struttura di Progetto della Pedemontana Veneta, dal Responsabile Unico del Procedimento e dal Commissario e Autorità Vigilante della SPV.
Rispetto alla DD.LL. della Pedeveneta, avevamo già segnalato al Commissario le nostre perplessità circa il suo incarico e le competenze necessarie per condurre il complesso cantiere della Pedemontana Veneta. L’avv. Corsini ci rispose con sufficienza, sottovalutando le segnalazioni inviate a Zaia dal Geometra Capocchi, amministratore unico della SICS Ingegneria srl. Ora riteniamo che il presidente debba prendere i necessari provvedimenti rispetto ai fatti che la cronaca gli ha messo davanti agli occhi.
Duole riscontrare il suo silenzio e i suoi commenti che minimizzano questi fatti, i quali invece lo chiamano in causa in prima persona. Ci ha chiamati lazzaroni, ci hadefiniti come i soliti che cercano di far lievitare il pane, ha detto che possiamo continuare a riunirci in una cabina telefonica, ma quelli che stavano al telefono in cabina erano i finanzieri che registravano le oscene conversazioni su come coprire l’uso di materiali depotenziati per le strutture della galleria più grande in Pedemontana Veneta. Non vi sono elementi che escludano che questo metodo non sia esteso a tutto il sistema interno di produzione del cemento e dei prefabbricati della SIS, tenendo conto che il progetto di finanza consente al concessionario la redazione del capitolato speciale di appalto. Siamo sicuri di poter escludere per esempio la galleria di Ca’ Fusa che lui e Salvini hanno inaugurato all’inizio di giugno?
Egli è colui il quale ha imposto il terzo atto convenzionale, in cui però manca ogni la definizione della individuazione secondo le norme dei lavori pubblici della Direzione Lavori. Imputiamo a Zaia una grave dimenticanza nell’indicare le necessarie caratteristiche a cui la direzione lavori di un’opera del genere deve sottomettersi nel rispetto delle norme che regolano gli incarichi pubblici. Era sua responsabilità richiamarle poiché il direttore dei lavori è il vero garante della corretta esecuzione dell’opera rispetto al committente.

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