Da VicenzaPiù on line di Marco Milioni «Il nuovo decreto sviluppo varato ieri dal governo nazionale nasconde un vero e proprio regalo alle maxi imprese chiamate a realizzare le cosiddette infrastrutture strategiche, Pedemontana Veneta inclusa. Si tratta di fondi che vengono dirottati tramite le tasse dalle tasche dei cittadini a quelle di pochi soggetti privati».
È questo lo sfogo dell'architetto Massimo Follesa portavoce del Covepa dopo che stamani i quotidiani nazionali hanno pubblicato alcuni dettagli delle cifre messe in campo dal provvedimento fortissimamente voluto dal premier Mario Monti, dal ministro dei trasporti Corrado Passera dal suo vice Mario Ciaccia e dal ministro del welfare Elsa Fornero. Per i soggetti privati chiamati a costruire le grandi opere è previsto uno sgravio fiscale che potrà arrivare sino al 50% per quanto concerne Ires e Irap. Lo sconto è valido sino al 2015, ma Roma si vocifera di una possibile proroga già preconizzata dall'esecutivo.
Gli sconti a beneficio dei grandi costruttori valgono una quindicina di miliardi di euro. Così almeno riferiva ieri l'agenzia Agi. Un costo che obbliga l'amministrazione dello Stato «a reperire le risorse di spettanza in altri capitoli o facendo altri tagli». Ed è questo aspetto che ha mandato su tutte le furie Follesa: «Da anni in regione Veneto come a Roma si riempiono la bocca. Dicono che le grandi opere in project financing non costeranno nulla agli enti pubblici o ai cittadini. Invece è il contrario. La Spv è un caso emblematico. Anzitutto non ci mostrano le carte della convenzione economica. Poi ricevono gli sconti "ad aziendam". Non si capisce perché - attacca ancora Follesa - sgravi di tale portata non possano andare a beneficio degli operai della Vinyl che lottano per la loro esistenza sul campanile di San Marco a Venezia, mentre a lorsignori si concedono sconti da capogiro».
A precisazione di quanto contenuto nell'articolo desidero specificare che a rimorchio di tale provvedimento ci sarebbero altri due provvedimenti spericolati: il primo riguarda i cosiddetti project Bond di Ciaccia da spalmare al parco buoi degli investitori italiani come titoli azionari nei pacchetti distribuiti dalle banche tramite i loro consulenti; il secondo sarebbe la detrazione totale dei versamenti IVA sulle mega infrastrutture a carico delle imprese assegnatarie dei Project Financing. Per Pedemontana si tratterebbe di oltre mezzo miliardo di Euro. Ala faccia dei poveri cristi che non riescono a fare fronte all'iva indotta dagli studi di settoreInfine voglio dire perchè accade questo: in questo momento, come ho potuto ascoltare da Luca Martinelli di Altreconomia a Castelfranco nel convegno organizzato sabato scorso da Salviamo il Paesaggio, manca la chiusura finanziaria del PF della pedemontana lombarda, in praticanon c'è il closing ovvero non ci sarebbero i fondi pubblici e delle banche per la finanziabilità dell'opera del pirellone. Questo credo valga anche per Pedemontana veneta, poichè come risulta da dichiarazioni dello stesso Dogliani e da indiscrezioni provenienti dal mondo degli industriali vincentini è quasi impossibile che SPV ottenga i finanziamenti bancari previsti nel PEF senza rimetterci l'osso del collo dati i tassi bancari praticati, e lo sbilancio dei flussi di traffico sovradimensionati.
Massimo Follesa
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