lunedì 25 giugno 2012

CONFERENZA STAMPA E PRESIDIO A CONFINDUSTRIA VICENZA VENERDì 29 GIUGNO 2012 ORE 11,45 PIAZZA CASTELLO

Al Presidente Giuseppe Zigliotto 
A tutti gli industriali della Provincia di Vicenza

Egregio Presidente,
saremo presso la sede di ConfIndustria a Vicenza in Piazza Castello, venerdì mattina 29 giugno 2012 alle ore 11,00 per consegnarle la presente e a chiederle un incontro in merito alla SPV.
Terremo una conferenza stampa alle ore 12 in Piazza Castello nei pressi della sede degli industriali
In occasione dell'assemblea di ConfIndustria presso la Fiera di Vicenza lei non si è sottratto dall'attaccare i comitati di cittadini e le associazioni che si occupano delle infrastrutture e dei piani del cosiddetto progresso per salvarci dalla crisi. Siamo stati accusati di saper dire solo no o di fare proposte risibili. Noi sosteniamo che la Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta costruisce un debito, compromette l'economia e la crescita sostenibile, distrugge una delle più importanti risorse economiche e non delocalizzabile del Veneto: il suo territorio. Sosteniamo che esiste una alternativa a questa impostazione, ed è possibile perseguirla. I programmi infrastrutturali, che nel suo intervento ha richiamato, sono al contrario una seria aggressione alla democrazia e alle istituzioni su cui essa si basa. Non esiste solo la TAV come parametro ma è utile considerare che la sua progettazione di finanza all'italiana è un debito caricato su figli e nipoti e nel Veneto ve ne sono molteplici forme ed esempi.

Consideriamo sbagliata questa SPV per una serie di ragioni:

ECONOMICITÀ. La Spv nella sua versione almeno oggi conosciuta costa oltre 2.300 milioni di euro. Sulla carta si tratta di una infrastruttura che utilizza la cosiddetta finanza di progetto o project financing che prevederebbe i suoi oneri a carico dei privati i quali si ripagherebbero con i pedaggi per un numero preciso di anni. In realtà almeno una metà del costo sarà invece a carico degli enti pubblici, in primis la regione del Veneto con quote di alcune decine di milioni all'anno. Esprimiamo forti dubbi sulla capacità che il bilancio regionale possa reggere un impatto del genere.

AMBIENTE. La SPV con i suoi quasi 96 km di cui circa 55 in trincea e altrettanti con complanari e bretelle, rappresenta una profonda ferita al nostro territorio. Sia sul piano delle presenze storiche e paesaggistiche sia sul piano dell'inquinamento indotto dalla rimozione di pezzi interi della campagna veneta. Soprattutto manca una VIA attendibile e non vi sono valutazioni per le acque superficiali e di falda.

VIABILITÀ ED ECONOMIA LOCALE. La SPV nasce come arteria al servizio del trasporto locale e dopo internazionale. Osserviamo però che una strada con 16 caselli (da notare che dal 2012 i caselli saranno fuori legge secondo il più recente orientamento della Ue) risulta poco utile al traffico locale e ai centri produttivi del territorio. E' forte la contraddizione del lancio di un parco industriale in Repubblica Ceca (Parco industriale di Samorin) a discapito del radicato e strutturato sistema produttivo della Pedemontana Veneta tra Thiene, Bassano e Montebelluna.

INTERCONNETIVITÀ. La Pedemontana è una opera lontana dalla ferrovia anzi non prevede in alcun punto un interscambio gomma-treno. Il che la rende intrinsecamente e sul piano della funzionalità una infrastruttura che nasce vecchia e obsoleta, distantissima dai più avanzati standard progettuali europei.

Il Co.Ve.P.A. da tempo chiede alla Regione Veneto, al Presidente della Giunta, agli Assessori, a tutto il Consiglio Regionale di riconsiderare le prese di posizione sul sistema commissari-emergenza, opere pubbliche e financing-project.

Ci rivolgiamo a tutte alle associazioni imprenditoriali e in particolare al lei Giuseppe Zigliotto, Presidente di Confindustria Vicenza, affinché sia avviato un confronto pubblico per la revisione del progetto dell’infrastruttura SPV. Solo questo fatto può condurre quest'opera a parametri economici, ambientali e amministrativi sostenibili. La SPV non consente la ridistribuzione della ricchezza. La concentra verso la ristretta cerchia di poche società multinazionali, le cui fortune dipendono dalle scommesse finanziarie, più che dal lavoro e dalla produzione reale.

La vicenda TAR Lazio e Consiglio di Stato dimostra che l'opera della SPV è riconducibile a una fase che può consentire la revisione del progetto senza intaccare l’affidamento al vincitore della gara, visto che si è aperta una trattativa tra Comune di Villaverla, Cittadino di Loria e Commissario comunque soccombente.

Nel caso peggiore la conferma di sentenza del TAR Lazio lo avrebbe riportato alla fase preliminare. Di fatto l’opera poteva ritornare alle parti interessate delle imprese, dei cittadini e dei loro rappresentanti nella conferenza dei sindaci come promosso dalla legge istitutiva del 1998 e dalle modifiche del 2001 dentro al criticabile procedimento della legge obiettivo.

Chiediamo un confronto in ambito istituzionale con tutte le parti interessate del territorio pedemontano delle Province di Vicenza e di Treviso, in quanto portatori di interessi legittimi e trasparenti. Tra questi i primi devono essere associazioni e comitati territoriali di cittadini, rappresentanti locali delle forze economiche, amministratori locali, rappresentanti politici locali, sull’esempio delle migliori pratiche già da tempo adottate nei paesi del nord Europa (Germania in primis, secondo il principio degli stakeholders oppure secondo le forme del dibattito pubblico francese).

E' particolarmente grave vedere come esponenti delle imprese non si preoccupino per nulla della corruzione, che blocca e rende inefficace ogni sforzo imprenditoriale. Lei nella sua relazione si è dimenticato di ciò. Siamo convinti che la corruzione trovi brodo di coltura laddove non si difendono il diritto, la trasparenza e la forza della democrazia per garantire la libertà di impresa, di iniziativa e dei cittadini. La responsabilità degli imprenditori e la difesa della democrazia possono conciliarsi con l'operatività e la possibilità di sciogliere il nodo delle infrastrutture nel Veneto.

Noi proponiamo di uscire dalle finte emergenze e dalle costose operazioni commissariali che sforano i tetti di spesa e costruiscono debito. Su questa strada si è spinto il Presidente Monti e il MEF e tutti coloro i quali hanno bocciato le deleterie modifiche della conversione in legge del DPCM 59 del 15/05/2012. Fa male vedere la lunga schiera, a partire dall'on. Lanzarin, dal Presidente Zaia, per finire ad alcuni membri del governo come il Ministro Cancellieri e il viceministro Ciancia, che si offrono come favoreggiatori di cattiva amministrazione come sancito da due sentenze del Tar Lazio (
10184/2011 e 01140/2012) e dalla Corte dei Conti. 

Sosteniamo che esiste una alternativa possibile, verificabile economicamente e che potrebbe ridurre della metà se non a un terzo i costi della SPV. Per questo chiediamo di essere ascoltati da lei e dalle autorità di governo, chiedendo nei prossimi tempi un incontro con il Prefetto di Vicenza sul territorio e con le commissioni di Camera e Senato chiamate a discutere il merito dei compiti dei Commissari e per le emergenze di protezione civile.

L’obbiettivo che proponiamo è la modifica del sistema economico finanziario, e della proposta di progetto che il Commissario ha voluto attuare in deroga alle leggi ordinarie. Siamo convinti che ciò può avvenire, pur facendo salvi gli obblighi economici verso il legittimo esecutore, dando risposte alle vere esigenze di mobilità della fascia pedemontana veneta con sette proposte alternative:

  1. riduzione del tracciato al collegamento tra A31e A27 (per razionalizzare i costi economici e ambientali); 
  2. riuso dei sedimi esistenti e realizzazione strada a scorrimento veloce nel trevigiano (riduzione di tutta la sezione stradale); 
  3. massima permeabilità al traffico locale (sistema drive-through o tutor), tre barriere di esazione automatizzate per traffico a lunga percorrenza (A31-Bassano-A27), con eliminazione dei caselli e delle complanari; 
  4. connessione dell’infrastruttura automobilistica alle ferrovie esistenti; 
  5. progettazione degli scambi merci tra strada e ferrovia sui tre assi ferroviari nord – sud (Val d’Astico- Canale del Brenta-BellunoVenezia); 
  6. verifica del Piano di Fattibilità, del Piano Economico Finanziario e della Convezione Economica; 
  7. verifica di rispondenza della VIA sul progetto definitivo. 
I Portavoce Covepa
Francesco Celotto 3460261017
Elvio Gatto 3334938916
Massimo Follesa 3478722240
covepa@gmail.com

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