A tutte le persone che lavorano nei comitati, nelle associazioni e organizzazioni per l’ambiente.
Siamo d’accordo che, nonostante alcune vicende giudiziarie molto importanti, non c’è stato un cambio di rotta, né di tendenza riguardo ai grandi progetti e alle regole per realizzarli?
Nessuno dei responsabili politici e dei grandi investitori ha avuto il coraggio di riconoscere lo stato drammatico del pianeta rispetto ai cambiamenti climatici in atto, all’inquinamento atmosferico e degli oceani, al consumo di suolo.
Nessuno rinuncia ai progetti di crescita, ma crescita della produzione di anidride carbonica, della devastazione del territorio, con il mattone e l’asfalto, con assoluta irresponsabilità, tutti protesi alla messa in sicurezza dei soldi, non delle persone, perché di fatto stanno aumentando le povertà, le disuguaglianze e la disoccupazione.
Saremo ancora ultimi e multati (come per le carceri) in Europa, ma dovremo presto tutti per necessità , proporci obiettivi diretti a ridurre la produzione di anidride carbonica, a sanare il sistema idrogeologico, non togliere più un solo metro quadro di suolo alla coltivazione per recuperare autonomia alimentare.
Ci sono realtà straordinarie di resistenza alle opere di devastazione e di proposta per un’agricoltura diversa, che stanno operando su tutto il territorio veneto.
Anche durante l’estate molti hanno continuato a lavorare ininterrottamente senza risparmiarsi per Venezia, per la Pedemontana, la Orte-Mestre, ospedali, verde pubblico, contro le proposte oscene di continuazione delle grandi opere.
Ci troviamo un Ministro delle infrastrutture, fotocopia di tutti i precedenti, che continua imperterrito, senza badare a spese, a corruzione, a organizzazioni mafiose, con gli stessi attori di sempre.
L’enorme lavoro dei comitati, delle organizzazioni e associazioni ambientali, che non trova attenzione e ascolto presso le istituzioni preposte alle decisioni, non può fare conto nemmeno di una partecipazione continuativa dei cittadini.
Si stanno restringendo di fatto i margini della democrazia, anche con chi si presentava sulla scena politica come giovane e nuovo.
Stiamo assistendo alle solite manovre tra vertici partitici per dare una sistemazione concordata delle provincie senza possibilità di scelta per i cittadini; anche per le prossime elezioni regionali sono partite le manovre con calcoli precisi sui consensi da ottenere da una popolazione impaurita dalla crisi e anestetizzata, molto sensibile ai propri interessi piuttosto che ai diritti e ai beni comuni, succube della pubblicità del miglior offerente.
In compenso ci sono settori della società e della Chiesa che stanno ponendosi in posizione critica sia riguardo ai poveri che riguardo all’ambiente.
Non abbiamo alternative alla informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione per allargare la coscienza critica, suscitare partecipazione responsabile rispetto alla complessiva realtà ambientale e alla non rappresentatività politica in merito.
Ci sono opere, contesti, iniziative che tutti condividiamo anche se nessuno può essere presente e partecipare ovunque.
Sulle grandi opere, il consumo di suolo, nuove colate di cemento e asfalto, beni comuni, agricoltura biologica, lavoro diffuso e continuativo rivolto alla coltivazione, conservazione, restaurazione e messa in sicurezza del territorio, incentivare iniziative per la diminuzione dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, per il risparmio energetico, per il riciclaggio dei rifiuti, per le energie rinnovabili.
Su questi obiettivi ci siamo tutti, pur avendo ognuno le sue specificità.
una serie di no per non continuare a distruggere l’ambiente;
e una serie di sì per indicare orientamenti, obiettivi e proposte valide per tutti per conservare, custodire e valorizzare l’ambiente.
Per offrire a tutte le persone la possibilità reale di poter fare riferimento a comitati, gruppi, organizzazioni per conoscere, documentarsi e perché tutte le forze politiche siano interpellate e impegnate da una pressione forte di una società sempre più consapevole.
Don Albino Bizzotto
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