Alle
omissioni del commissario Vernizzi si aggiungono quelle dell'ing.
Silvestrin, nuovo dirigente del Genio Civile di Vicenza. Dalla
risposta del dirigente, si può assumere che l’opera non sia ancora
autorizzata.
Negati gli atti sul
deposito delle Fidejussioni, stanno costruendo con i soldi anticipati
dalla Regione Veneto e dei depositi cauzionali come si proponeva nel
2006?
Il
presidente del parco rurale comprensoriale “Civiltà delle rogge”
che si trova tra Bassano del Grappa, Rosà e Cartigliano, interessato
dal 2° lotto dei lavori avviati della Superautostrada Pedemontana
Veneta (per conoscere il parco partecipa alla Biciclettata di Eco dalle Terre il 21 aprile '13), il 4 febbraio scorso ha fatto istanza di accesso agli atti al commissario straordinario. Egli
ha opposto un ulteriore diniego all'accesso agli atti. La richiesta era finalizzata a
sostenere il ricorso ancora pendente e in fase di sentenza
sull'inesistente emergenza e sull'illegittimità del commissario e
dei suoi provvedimenti. Esso fu proposto al Tar del Lazio nel 2010 e
la richiesta è stata fatta in previsione delle fasi che potranno
svolgersi presso il Consiglio di Stato. Inoltre si proponeva la
verifica del deposito della cauzione di cui all’art. 113 del D.lgs.n. 163-2006, la cui mancanza potrebbe prevedere il blocco dei
lavori immediato e la dedadenza dell'affidamento della concessione.
La
gestione commissariale è discussa per la sua legittimità, è
oggetto di impugnazione nel ricorso suddetto. L'ing. Vernizzi avrebbe
la facoltà di derogare dagli obblighi del D.lgs.n. 163-2006, ma
dando indispensabili e obbligatorie motivazioni tese a dimostrare il
vantaggio per la risoluzione della presunta emergenza. La mancanza di
queste costituirebbe ulteriore violazione di legge, come evidenziato
dalle due sentenze del Tar del Lazio già emesse sopra lo stesso
oggetto (ricorso n. 09866/2010 e relativa sentenza n. 10184/2011 del
23.11.2011 e ricorso n. 09486/2010 e relativa sentenza n. 01140/2012
del 25.01.2012).
Con
il suo atteggiamento reiterato, il commissario nega l’accesso
agli atti richiesti con evidenti risvolti
rilevanti sotto il profilo penale, amministrativo e contabile. Per
questo il CoVePA ha promosso e promuove esposti e segnalazioni nelle
sedi appropriate alle quali si è associato anche il parco rurale.
C'è da chiedersi se il comportamento dell'ingegner Vernizzi non sia
tanto quello di preservare l'interesse pubblico dell'opera, ma quello di complicare la verifica che dai documenti negati
deriverebbe.
Presso
il Genio Civile di Vicenza sempre il 4 febbraio, il parco del bassanese ha chiesto di avere copia degli atti relativi al fatto che a fronte
della realizzazione delle opere idrauliche per la SPV, vi fosse stato
il versamento del canone e del deposito cauzionale ad esse relativi.
Alla base di questa richiesta vi sono motivi di tutela ambientale
specifici, data l’incompatibilità di quest’opera con le finalità
di tutela stabilite nelle delibere della Giunta Regionale del Veneto
istitutive del parco rurale comprensoriale “Civiltà delle rogge”.
Il
diniego non è mancato anche a questa richiesta, allineando così
l'operato del Genio Civile di Vicenza al metodo Vernizzi. In questo
caso l’opera senza il versamento del canone e del deposito previsti
per le opere idrauliche, la cui realizzazione è iniziata dopo
sentenze ottenute al TAR Lazio, può configurarsi come illegittima
sul piano ambientale e conseguentemente amministrativo. Questo
secondo caso potrebbe essere confermato soprattutto dall’annullamento
delle delibere commissariali di approvazione dell’opera in giudizio
presso il TAR Lazio per il ricorso del parco e di quello di 39
cittadini coadiuvati dal Comune di Fontaniva. In buona sostanza il
Genio Civile impedisce ad un altro ente di tutela del territorio la
verifica delle somme depositate. Esse sono fondamentali per
consentire alla pubblica amministrazione di intervenire in caso di
danno ad esempio al sistema delle arginature e di captazione delle
rogge. Inoltre è essenziale disporre dell’ammontare della cauzione
di cui sopra allo scopo di poter sanare il danno ambientale
conseguente alla realizzazione illegittima dell’opera.
Il
potenziale rischio, è evidente,
inammissibile ed è sotteso alla eventualità della mancata
escussione di tale cauzione. Le ragioni
del diniego evidenziate dal dirigente del Genio Civile sono gravi e
fuorvianti. C'è da chiedersi se l'ingegner Silvestrin avendo operato nell'ambito delle
cave del Veneto non si ispiri a qual metodo e ambiente. Egli
confonde palesemente le motivazioni della richiesta, riducendole a
“controllo generalizzato delle
pubbliche amministrazioni”. A
riguardo il Consiglio di Stato, con sentenza n.5571/2011
ha
chiarito, viceversa, come tale confusione non possa sussistere nel
caso di specie. Afferma infatti il CdS che “la
richiesta non solo non deve essere formulata in termini
eccessivamente generici (CdS, sez. VI, 16 febbraio 2011, n. 996), per
quanto deve essere specificamente individuata con riferimento alle
matrici ambientali ovvero ai fattori di cui al citato punto 2) o alle
misure di cui al predetto punto 3) del citato articolo 2 del D. Lgs.
19 ottobre 2005, n. 195 (CdS, sez. V, 15 ottobre 2009, n. 6339).”.
Quanto
sia reale il danno si manifesta nella denuncia del presidente del
parco rurale, magari non imminente ma non si possono aspettare gli
eventi di un cantiere incapace di chiudere il finanziamento bancario
e slittato di almeno 12 mesi. La realtà del danno è confermata dal
fatto che nella risposta del
dirigente responsabile, ing. Gianni Carlo Silvestrin, si indica, in
tutta evidenza, che l’iter autorizzativo dell’opera non è stato
concluso, cosa che può interpretarsi assumendo che l’opera non sia
ancora autorizzata.
Ciò non di meno essa è in fase di realizzazione anche
all’interno del parco rurale (ove la sentenza del Consiglio di Stato n.659/2009 ne ribadisce in assoluto l’inammissibilità).
Nessun commento:
Posta un commento
TU COMMENTI NOI MODERIAMO