Tratto da www.venetopiu.com di Filippo Zenna: Maggioranza snob: soltanto due consiglieri - Teso e Cenci - in aulaUn'ora e mezza di dibattito, la promessa di portare le istanze fin dentro la giunta. Su tutte la voglia di rendere pubblici lavoro e documentazione della commissione d'inchiesta istituita per indagare sul metodo Baita, sugli intrecci tra politica ed affari e sulla macro-questione (e macro-problema) della finanza di progetto.
Nella pausa - diventata più lunga del previsto - dei lavori consiliari a palazzo Ferro Fini quattordici esponenti in rappresentanza di circa 150 comitati sono stati ricevuti dal presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. Covepa, AltroVe, Cat e Rete Polesana sono state affiancate da Michele Boato e Don Albino Bizzotto, in rappresentanza della rete veneta dei comitati per l'ambiente.
La riflessione è stata intensa sulla questione infrastrutture, sulle ripercussioni di carattere economico e sociale. Ma ancor più forte s'è fatto il dibattito dopo le osservazioni di Carlo Costantini - AltroVe - che ha parlato dello scandalo Mantovani e poi avanzato la richiesta alla commissione d'inchiesta perché sia pubblica e perché indaghi pure sulla struttura corposa di incarichi dell'ingegnere Silvano Vernizzi. Massimo Follesa - Covepa - ha a sua volta chiesto la trasparenza degli atti per rendere la commissione d'inchiesta il più democratica possibile e poi portato all'attenzione dei presenti un documento emanato nel dicembre del 2010 dalla quinta commissione in cui si contestava e si prendevano le distanze dal sistema della finanza di progetto. Affrontato pure il tema del "general contractor" sistema che offre la commessa ad un contraente, al quale spetta poi di delegare le mansioni. Chiesta poi la moratoria per tutti i progetti già approvati che fanno riferimento al project financing ed hanno tra gli affidatari la Mantovani. Tra i documenti sottoposti all'attenzione dei consiglieri presenti anche il libro di Marco Milioni, Strada chiusa, che già oltre un anno fa nell'affrontare i temi della Pedemontana e della finanza di progetto puntava l'indice su un sistema di malaffare poi scovato dalla Guardia di finanza. I consiglieri si sono tutti quanti impegnati perché le istanze dei comitati fossero recepite dalla Giunta regionale e di conseguenza dalla commissione d'inchiesta che presto andrà a costituirsi con le nomine. La perplessità, però, nasce spontanea: al confronto con i comitati hanno partecipato in massa Pd ed Italia dei valori, ha dato il suo contributo Pettenò (Federazione della sinistra), ma dei partiti di maggioranza soltanto in due hanno partecipato: Teso del Pdl e Cenci della Lega Nord. Segnale che la Giunta, alla quale i comitati intendono arrivare con le loro istanze, resta ancora un po' troppo distante.
La riflessione è stata intensa sulla questione infrastrutture, sulle ripercussioni di carattere economico e sociale. Ma ancor più forte s'è fatto il dibattito dopo le osservazioni di Carlo Costantini - AltroVe - che ha parlato dello scandalo Mantovani e poi avanzato la richiesta alla commissione d'inchiesta perché sia pubblica e perché indaghi pure sulla struttura corposa di incarichi dell'ingegnere Silvano Vernizzi. Massimo Follesa - Covepa - ha a sua volta chiesto la trasparenza degli atti per rendere la commissione d'inchiesta il più democratica possibile e poi portato all'attenzione dei presenti un documento emanato nel dicembre del 2010 dalla quinta commissione in cui si contestava e si prendevano le distanze dal sistema della finanza di progetto. Affrontato pure il tema del "general contractor" sistema che offre la commessa ad un contraente, al quale spetta poi di delegare le mansioni. Chiesta poi la moratoria per tutti i progetti già approvati che fanno riferimento al project financing ed hanno tra gli affidatari la Mantovani. Tra i documenti sottoposti all'attenzione dei consiglieri presenti anche il libro di Marco Milioni, Strada chiusa, che già oltre un anno fa nell'affrontare i temi della Pedemontana e della finanza di progetto puntava l'indice su un sistema di malaffare poi scovato dalla Guardia di finanza. I consiglieri si sono tutti quanti impegnati perché le istanze dei comitati fossero recepite dalla Giunta regionale e di conseguenza dalla commissione d'inchiesta che presto andrà a costituirsi con le nomine. La perplessità, però, nasce spontanea: al confronto con i comitati hanno partecipato in massa Pd ed Italia dei valori, ha dato il suo contributo Pettenò (Federazione della sinistra), ma dei partiti di maggioranza soltanto in due hanno partecipato: Teso del Pdl e Cenci della Lega Nord. Segnale che la Giunta, alla quale i comitati intendono arrivare con le loro istanze, resta ancora un po' troppo distante.
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