Venerdì
30 novembre a Venezia nella sala Legni di Palazzo Ferro-Fini, sede
del Consiglio Regionale del Veneto, si è svolto un interessante
seminario aperto a tutti. “Quando le strade incrociano le banche”
era il titolo voluto dal relatore Luca Martinelli di Altreconomia e
dal consigliere Pietrangelo Pettenò di RC-FS in collaborazione con
il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa. Erano presenti
alcuni rappresentati dei comitati veneti attivi sul tema del
territorio e delle infrastrutture.
Luca
Martinelli ha aperto il suo intervento proiettando il suo video per
Altreconomia. “Il Casello Incantato” è un reportage
sull'autostrada Orte Mestre.
In 15 minuti si narra la mobilitazione dei comitati di cittadini, che
sono nati lungo quel tracciato, dal Veneto meridionale agli Appennini
umbri, riuniti nello slogan NO OR-ME. La sua relazione ha preso in
esame quanto dichiarato con l'avvio dei cantieri della SPV nel novembre 2010.
E' stato proclamato con orgoglio l'occupazione di "solo" 8,5 mln di mq di area agricola. Questa supericie è quella destinata alla mera occupazione del manto autostradale per 94,5 km. Ad essa si devono poi aggiungere svincoli e complanari per circa altri 70 km. La dichiarazione orgogliosa di chi inaugurava i lavori era ribadita con il fatto che gli edifici demoliti sarebbero stati meno di 40. Questo pensiero secondo Martinelli deve preoccuparci, poiché è la riprova che nel Veneto ultraurbanizzato della Pedemontana Vicentina e Trevigiana, si va ad occupare le poche aree agricole ancora libere, soluzione di continuità tra abitato e campagna. In questo ragionamento si nascondono le reali intenzioni che spingono a proporre queste infrastrutture.
E' stato proclamato con orgoglio l'occupazione di "solo" 8,5 mln di mq di area agricola. Questa supericie è quella destinata alla mera occupazione del manto autostradale per 94,5 km. Ad essa si devono poi aggiungere svincoli e complanari per circa altri 70 km. La dichiarazione orgogliosa di chi inaugurava i lavori era ribadita con il fatto che gli edifici demoliti sarebbero stati meno di 40. Questo pensiero secondo Martinelli deve preoccuparci, poiché è la riprova che nel Veneto ultraurbanizzato della Pedemontana Vicentina e Trevigiana, si va ad occupare le poche aree agricole ancora libere, soluzione di continuità tra abitato e campagna. In questo ragionamento si nascondono le reali intenzioni che spingono a proporre queste infrastrutture.
Si
tratta di un attegiamento speculativo e non volto alla reale
soluzione delle questioni di mobilità. E' qui che le strade
incontrano le banche e i banchieri.
Martinelli ha citato uno studio del 2012 di Cresme, redatto per Ance
(Associazione Nazionale dei Costruttori Edili), in cui si suggerisce
di rivolgere i propri interessi verso due settori principali: uno è
quello del risanamento del patrimonio edilizio esistente; l'altro è
quello delle concessioni autostradali. Quest'ultimo è portatore dei
più alti ritorni dei capitali investiti poiché essi sono garantiti
quasi sempre dalla finanza pubblica. Succede inoltre che le imprese
socie dei raggruppamenti che gesticono contratti di appalto e servizi
in infrastrutture, possono garantirsi altri due tipi di incassi: il
primo è quello dei pedaggi quotidiani e non fa mai male avere denaro
liquido senza passare dalle banche; il secondo sono gli affidamenti
dei lavori di manutenzione delle infrastrutture gestite alle stesse
società partecipanti alla gestione delle concessioni. Si tratta di
gare che sono lasciate agli altri solo nel limite del 40%.
Martinelli
ha sostenuto che questo livello incontra favorevolmente le opinioni
di una parte del Governo Monti, che tra i suoi esponenti allinea due
rappresentanti del mondo Bancario come il ministro Passera e
soprattutto il suo ViceMinistro Ciaccia.
Egli si è distinto nella dichiarazione con cui salutando
l'inaugurazione della Valdastico Sud auspicava anche l'esistenza di
quella Nord. Il Corriere del Veneto infatti riportava il suo pensiero
sottolineando che per il ViceMinistro Ciaccia se esiste una
Valdastico Sud deve esisterne anche una Nord. Egli è stato uno dei
dirigenti bancari più importanti nell'ambito degli interessi di quel
mondo verso i progetti infrastrutturali delle tre regioni che
occupano la maggior parte della Pianura Padana. In questa si
articolano 32 nuovi progetti autostradali di cui 20 tra Lombardia e
Veneto.
L'esempio
di Valdastico ha introdotto il ruolo del suo gestore: Serenissima.
Questa si trova al cenro di un Risiko Autostradale tra Veneto,
Lombardia con agganci fino in Piemonte.
Serenissima è coinvolta con gli elementi di vertice di Intesa San
Paolo, che a loro volta hanno riferimenti nella vicenda lombarda
della Milano-Serravalle. Si tratta di un mondo di aggregazioni,
partecipazioni e relazioni sulla linea d'ombra in cui il principale
sistema bancario piemontese tiene rapporti con diverse aggregazioni
sia attrono a Serenissima che alla Milano-Serravalle. In questa
partita la cronaca ha registrato il coinvolgimento di vari soggetti e
a vario titolo, rappesentati dalla controversa vicenda dell'ex
presidente della Provincia di Milano ed ex consigliere regionale del
PD lombardo Filippo Penati. In queste partite il sistema di
indebitamento dei soggetti coinvolti si è elevato e le condizioni
sono peggiorate oltre che per le condizioni di crisi generale, anche
a causa delle varie modalità di finanziamento e cessione delle
infrastrutture. CONTINUA
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