La Corte dei Conti di nazionale ha reso nota la relazione finale sulla
SPV della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle
amministrazioni dello Stato. Facendo seguito all'adunanza del 21/12/15, con la deliberazione n.18/2015/G, ha emanato alcune censure a cui devono ottemperare le pubbliche
amministrazioni coinvolte tra cui in particolare Commissario, Regione
Veneto e Comuni. É una sonora bocciatura dell'opera, del Commissario
Vernizzi, della Regione Veneto e di Zaia stesso che segue SPV sin da
quando era a capo della provincia di Treviso nel 2001. Sono contenute
raccomandazioni e una vera e propria stroncatura a cui la SPV dovrebbe
ottemperare entro 6 mesi, speriamo che questo valga la rimozione di
Vernizzi e la revisione del progetto finanziario della Pedemontana
Veneta. Sono due richieste che rivolgiamo per competenza a Matteo Renzi e
alla commissione di revisione dei projectfinancing che dipende
direttamente dal Governatore veneto Luca Zaia.
Pubblichiamo qui la
sintesi del documento depositato il 30/12: <<La
superstrada a pedaggio ‘Pedemontana veneta’ è in corso di realizzazione
ad iniziativa dei privati circa la progettazione e l’esecuzione. I
molteplici ripensamenti sulle sue modalità realizzative negli anni
precedenti l’affidamento dell’opera hanno condotto ad una soluzione
ibrida di superstrada a pagamento con caratteristiche autostradali. Il
commissariamento dell’opera ha permesso deroghe alla legislazione
vigente ed alla legge obiettivo, trasformandosi in mezzo di soluzione
per i problemi organizzativi dell’apparato amministrativo. La deroga
reiterata e pluriennale alle ordinarie competenze appare singolare,
anche in considerazione del fatto che il commissariamento è stato
sollecitato dalla stessa Regione Veneto, privata delle sue funzioni in
materia.
Le procedure semplificate, se hanno consentito di accelerare i
tempi di approvazione dei progetti, hanno prodotto, tuttavia, conflitti
e contenziosi. Il commissario ha assommato in sé tutte le funzioni
concernenti l’opera, dopo essere stato, in vari momenti, anche
segretario alle infrastrutture della regione, autorità di vertice
di Veneto strade e delle commissioni di valutazione ambientale e di
sostenibilità economico-finanziaria.
La struttura commissariale presenta costi rilevanti che si aggiungono a
quelli degli organi che restano preposti alle attività ad essa delegate.
Peraltro, a causa dei vasti poteri attribuitile ed alla sua non
adeguata composizione, è stato necessario il ricorso a consulenze
esterne. I controlli dei ministeri competenti e della regione risultano
carenti. Il progetto originario dell’opera è stato oggetto di continue
rielaborazioni, già immediatamente dopo l’approvazione del preliminare
da parte del Cipe, ed anche di contestazioni da parte di alcuni enti
locali, che ne hanno lamentato lo scarso approfondimento tecnico. Una
più penetrante analisi economico-finanziaria dell’investimento, fin
dalle fasi iniziali, per valutarne fattibilità e finanziabilità, nonché
per definire una corretta allocazione dei rischi associati alla
realizzazione ed alla gestione dell’opera, avrebbe contribuito ad
evitare le successive, sfavorevoli rimodulazioni per la finanza
pubblica. Appare incerta la sostenibilità finanziaria dell’opera, viste
le previsioni ottimistiche sui volumi di traffico, con il conseguente
rischio che gli insufficienti flussi di cassa generati possano produrre
ulteriori esborsi pubblici. Il costo di realizzazione, nel corso degli
anni, è cresciuto notevolmente, superando, con gli oneri capitalizzati,
i 3 miliardi, anche a causa delle rimodulazioni progettuali e delle
opere compensative richieste dagli enti locali. Inoltre, parte della
viabilità di raccordo con l’opera non è inclusa nel costo e a ciò dovrà
provvedersi con ulteriori fondi pubblici.La convenzione presenta
condizioni di notevole convenienza per il concessionario, ricadendo
molti rischi sul concedente; incombe, pertanto, l’alea di un potenziale
debito sulla regione, dal momento che il rischio di mercato risulta
sbilanciato a sfavore della parte pubblica. Costante è risultato, nel
tempo, l’aumento del contributo pubblico. Peraltro, nonostante le
assicurazioni, il perfezionamento dei finanziamenti di parte privata non
si è ancora realizzato, con la conseguenza che l’avanzamento dei
lavori, finora, è stato reso possibile soprattutto attraverso il
contributo pubblico, in contraddizione con le finalità del ricorso al
partenariato pubblico-privato. Modesta risulta l’attività di controllo e
di monitoraggio dell’opera, anche a causa della direzione dei lavori
affidata, per disposizione legislativa, all’esecutore stesso. Il
collaudo è stato affidato all’esterno della stazione appaltante ed
intuitu personae. Il pagamento dei collaudatori a carico del
concessionario è contrario al principio del buon andamento
amministrativo, dal momento che la loro posizione quali contraddittori
dell’esecutore non tollera condizionamenti.>>
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