Sei anni prima dell'arresto dell'ex padrone di Villa Rodella, anche il MOSE, nel 2008, incontrò l'indagine della Corte dei Conti guidata dal consigliere Mezzera. Qualcuno si crogiola parlando di dubbi dei giudici, di assoluzione, di assenza di prescrizioni e di zero reati, ma se tanto mi da tanto, con questa premessa c'è da aspettarsi di tutto anche per la SPV. Speriamo non ci vogliano 6 anni e per questo valga quanto ci ha invitato a fare il consigliere Mezzera, consiglio che abbiamo seguito rivolgendoci alle procure competenti.
Siamo
in periodo di pagelle e quella della Pedemontana Veneta è piena di
4. I professori hanno dovuto mandare una lettera al puparo. Il nostro
contributo alla pagella sarà dato dall'udienza del 10 marzo 2016 al
Consiglio di Stato perché ristabilisca il diritto delle due sentenza
del TAR Lazio del 2011 e del 2012, contro l'evidente abiezione morale
e giuridica delle recenti sentenze del 2015. Ci auguriamo che nella
nell'udienza davanti al Consiglio di Stato, i giudici nonostante
siano troppo vicini al governo, non osino pensare di salvare il
marcio e il verminaio che cova nel sistema Pedemontana Veneta. Perché
noi non staremo a guardare questa volta, non solo alzeremo la voce ma
faremo qualcosa di più per contrastare una sentenza che qualcuno
sembra aver già scritto: non staremo a guardare se il Consiglio di
Stato osasse non tenere conto della relazione della 1^ e 2^ Sezione
della Corte dei Conti, sarebbe come se pisciasse sulle scarpe dei
magistrati contabili, dei cittadini e della democrazia.
Vogliamo
ricordare che sono quindici anni che è partita l'operazione
Pedemontana Veneta in “progetfinanising alla veneziana”,
modello MOSE. Da quel 31 marzo 2001 quando Zaia, insieme a Galan e
alla Dal Lago, abbandonò la conferenza dei servizi di Castelfranco,
dove si parlava di un'opera più corta e con il quadruplo di accessi,
adesso siamo difronte a una infrastruttura neanche confrontabile con
quella di allora. Sappiamo come è finito Galan, per via del MOSE, e
non c'è nulla di tranquillizzante da quanto emerge dalla Corte.
Sei
anni prima dell'arresto dell'ex padrone di Villa Rodella, anche il
MOSE, nel 2008, incontrò l'indagine della Corte dei Conti guidata
dal consigliere Mezzera. Qualcuno si crogiola parlando di dubbi dei
giudici, di assoluzione, di assenza di prescrizioni e di zero reati,
ma se tanto mi da tanto, con questa premessa c'è da aspettarsi di
tutto anche per la SPV. Speriamo non ci vogliano 6 anni e per questo
valga quanto ci ha invitato a fare il consigliere Mezzera, consiglio
che abbiamo seguito rivolgendoci alle procure competenti.
E'
troppo facile dimenticarsi dell'arresto dell'ing. Perotti direttore
dei lavori di SPV, e dei maneggi di Incalza sulla SPV: non sono privi
di significato i richiami della Corte dei Conti ai silenzi pericolosi
del ministero delle infrastrutture sulla nostra infrastruttura.
Possibile che la procura di Roma non abbia nulla da dire sui
componenti e le azioni dell'unità di missione grandi opere del MIT?
Lo smemorato presidente di VenetoStrade dimentica che su di lui
penderebbe, presso la procura di Venezia, un'indagine per aver negato
i documenti nel ricorso al Tar che ci vede ora davanti al Consiglio
di Stato. Dimentica soprattutto di aver rifiutato di ottemperare
all'ordinanza del TAR Lazio del 31/03/2011, che gli aveva ordinato di
consegnare ai ricorrenti anche il contratto di concessione e il piano
economico e finanziario, e questi sono fatti di rilevanza penale non
di poco conto per un pubblico ufficiale. Il Procuratore Capo di
Venezia e il suo aggiunto non possono più continuare a tenere ancora
per molto nel cassetto quei fascicoli.
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