domenica 3 marzo 2013

LA PEDEMONTANA LOMBARDA RISCHIA LO STOP DEFINITIVO. FINITI I SOLDI

TRATTO DA LETTERA 43 ON LINE Mancano i fondi, in crisi i cantieri del Varesotto. E le tratte della Brianza rischiano di non vedere mai la luce.di Simone Morano
La Pedemontana rischia di trasformarsi in un incubo per la Lombardia. L’autostrada 
La Pedemontana rischia di trasformarsi in un incubo per la Lombardia. L’autostrada che dovrà (ma forse sarebbe meglio dire dovrebbe, a questo punto) collegare gli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio, e che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere completata per l’Expo del 2015, non solo viaggia con almeno due anni di ritardo, ma addirittura rischia uno stop definitivo causa carenza di fondi: una mancanza di decine di milioni di euro che potrebbe bloccare i cantieri in maniera irrevocabile.

RITARDI NEI PAGAMENTI. Secondo quanto reso noto da Pedelombarda (la società incaricata di realizzare la prima tratta della Pedemontana nelle province di Varese e Como) e dai sindacati Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil Varese-Como, in questo momento «le pattuizioni contrattuali stipulate con Autostrada Pedemontana lombarda (Apl, la società concessionaria, ndr

) non sono rispettate»: in altre parole, si registrano ritardi notevoli nei pagamenti. Giovedì 28 febbraio, è in programma un incontro, probabilmente decisivo, tra Apl e Pedelombarda per valutare se sia possibile proseguire l’opera. Pedelombarda ha reso noto di aver «già anticipato 190 milioni di euro», e di voler ottenere garanzie a proposito della prosecuzione dell'opera rientrando dei capitali investiti. Insomma, in assenza di tali garanzie, già dal primo marzo tutti i lavori verrebbero bloccati.

AUTOSTRADA INTERROTTA. Ma, anche nel caso in cui i cantieri non dovessero interrompere l’attività, la situazione non sarebbe delle più rosee: allo stato attuale, infatti, l’ipotesi più probabile è che venga completato solo il primo lotto dell’autostrada, che riguarda le province di Varese e Como, da Cassano Magnago a Lentate sul Seveso. In tale situazione, però, una volta finiti i lavori tutto il traffico dell’autostrada interrotta sfocerebbe sulla superstrada Milano-Meda, intasando sia quest’ultima (strada provinciale già satura, viste le lunghe code di pendolari che si materializzano ogni giorno) sia, soprattutto, la viabilità locale. È la cosiddetta tratta B2 (che riguarda i comuni di Lentate sul Seveso, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno): qui i lavori per l’avvio dell’autostrada sarebbero dovuti iniziare nel 2011, ma a due anni di distanza è ancora tutto fermo (e, sul sito di Pedemontana, cliccando sulla sezioneLavori in corso compare la scritta «nessun aggiornamento disponibile»).

EFFETTI CATASTROFICI SULLA VIABILITÀ. Insomma, anche se il tratto più occidentale dell’autostrada venisse completato, i paesi della Brianza monzese, da Meda a Seregno, da Cesano Maderno a Lentate, dovrebbero fare i conti con un’invasione di camion e auto provenienti da quel tratto di Pedemontana, con effetti catastrofici sulla viabilità. E così, mentre il sindaco di Meda Giorgio Taveggia parla di «una nuova Salerno-Reggio Calabria», il primo cittadino di Barlassina Anna Maria Frontini sottolinea un’emergenza pericolosa: «In assenza di fondi, rischiamo di non poter costruire opere che possano assorbire il traffico».

La debole speranza di nuovi capitali

La scarsità di risorse, dunque, preoccupa i sindaci, così come lo slittamento della consegna del progetto esecutivo, che verrà presentato «con sei mesi di ritardo», come ha sottolineato Francesco Giordano, assessore alla Viabilità della Provincia di Monza, che senza mezzi termini ha anche evidenziato: «La costruzione solo parziale dell’autostrada sarebbe una iattura». Una flebile speranza potrebbe materializzarsi a luglio, quando verrà messa all’asta una parte delle quote di Serravalle (che controlla il 68% della società di progetto Pedemontana) e si potrà ambire all’ingresso di nuovi capitali privati. Ma si tratta, appunto, solo di una speranza.
Non è tutto: la tratta B2 dovrebbe essere costruita sui territori contaminati dalla diossinanell’incidente dell’Icmesa del 1976. Ebbene, secondo Legambiente Lombardia, nel caso in cui dovesse essere movimentato - per i lavori - del terreno contaminato, si rivelerebbe indispensabile una bonifica che farebbe ulteriormente lievitare in maniera significativa i costi.
NESSUN COLLEGAMENTO MALPENSA-ORIO. Insomma, il futuro di Pedemontana si gioca su due fronti: da una parte quello dei cantieri già iniziati nel Varesotto e nel Comasco, con circa 1.500 lavoratori all’opera che rischiano, però, di rimanere a casa nel caso in cui non vengano trovate nuove risorse economiche; dall’altra, quello dei paesi della provincia di Monza e Brianza, dove addirittura l’autostrada potrebbe non vedere mai la luce, con impatti ambientali e viabilistici potenzialmente disastrosi. Il neo-governatore della Regione Roberto Maroni dovrà occuparsi anche di questo: l’unica certezza, per il momento, è che all’apertura di Expo 2015, Malpensa e Orio al Serio non saranno ancora collegate.
Giovedì, 28 Febbraio 2013

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