Giulio Todescan il 05 mar 2013.
«Le persone che per prime mi parlarono dell’idea di un rigassificatore da realizzare davanti alle coste del Polesine sono state Gianni Magnan e l’ing. Vittorio Altieri». 20 ottobre 2009, l’allora “doge” del Veneto Giancarlo Galan pronuncia queste parole a Porto Levante, Rovigo, nel giorno dell’inaugurazione del più grande rigassificatore d’Europa. Ma ha sede a Thiene lo studio Altieri, a cui è legata la pidiellina ed ex socialista Lia Sartori (era compagna dello scomparso patriarca Vittorio), e che insieme a Mantovani spa è uno dei punti fermi del cosiddetto “sistema Galan”. Uno spregiudicato modello economico basato sulle intese fra potere politico (Regione Veneto) e imprese private, basato in gran parte sul project financing. Un mondo su cui da tempo indaga la magistratura di Venezia, che il 28 febbraio ha dato fatto arrestare per frode fiscale il potentissimo Piergiorgio Baita, presidente di Mantovani spa, e Claudia Minutillo, ad di Adria Infrastrutture ed ex segretaria di Galan. Un mondo che Carlo Costantini, architetto e attivista polesano della rete dei comitati veneti contro le “grandi opere” AltroVe, segue e descrive da molto tempo.
Costantini, questi arresti segnano la fine del “sistema Galan”?Il sistema che è andato consolidandosi nel quindicennio di Galan era centrato su Baita e sul suo referente politico Galan. La Minutillo aveva un ruolo importante, anche se ora dice di essere stata usata (ma da chi?). Nel “sistema” c’era posto anche per l’opposizione: Lino Brentan, ex ad dell’autostrada Venezia-Padova, era il referente per il Partito Democratico ed era molto vicino a Davide Zoggia (neo-deputato Pd, ndr), ma ora è fuori gioco perché condannato per aver intascato mazzette in cambio di appalti.
Ora il meccanismo ha preso un grosso scossone. Toccare il gruppo Mantovani vuol dire dare un colpo a una “nuvola” di imprese minori che ricevono i subappalti, imprese a loro volta spesso riconducibili a personaggi politici di area Galan. Che questo poi sia l’inizio della fine è da vedere, dipende anche dalla capacità e dalla volontà della magistratura di andare fino in fondo. Ci sono oggettivi problemi per l’individuazione dei reati: il falso in bilancio è depenalizzato, l’abuso d’ufficio non è imputabile ai dirigenti di società private, anche quelle di proprietà di enti pubblici.
A Vicenza il giorno degli arresti il segretario provinciale Sergio Berlato ha diffuso una nota durissima contro il “sistema del malaffare” interno al partito e un mese prima aveva portato un esposto in Procura.
So che tra Lia Sartori e gli ex socialisti da una parte, una componente che solo in Veneto hanno un peso così rilevante, e gli ex An ed ex Dc dall’altra c’è guerra aperta. Sotto la cenere covavano contrasti tra le varie anime del partito e adesso potrebbero esplodere. Se si inizia con gli esposti, lo scontro diventa molto pesante.
L’ospedale di Santorso, fra Thiene e Schio, è stato costruito in project financing da unacordata mista dove troviamo Mantovani, studio Altieri ma anche alcune coop “rosse” emiliane.
Osservo che a Verona l’appalto da 119 milioni in project financing per ristrutturare gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma è stato vinto da una cordata di cooperative. Evidentemente dove governa la Lega e in particolare l’ala maroniana-tosiana è venuto meno il dominio di Mantovani e soci.
Cosa chiedono i comitati che si oppongono alle “grandi opere”?
Con la rete AltroVe contestiamo la doppia anomalia che si verifica in Veneto, unica Regione in Italia. La prima è che un’unica persona, Silvano Vernizzi, è al contempo tutto e il contrario di tutto, controllore e controllato: ad di Veneto Strade spa, presidente delle commissioni regionali Via Vas e Vinca, commissario straordinario per la Pedemontana. Per esempio a Rovigo Vernizzi come Veneto Strade presenta un’osservazione al Pat per spostare il tracciato del passante nord più vicino al centro urbano, poi come presidente della commissione Vas si auto-approva la variante. La seconda anomalia è che solo in Veneto c’è un numero impressionante di project financing che hanno come obiettivo la trasformazione di tutto il sistema stradale veneto in strade a pagamento. Ci vuole una programmazione pubblica dei reali bisogni di trasporti, puntando su treni e vie d’acqua, e poi appalti trasparenti. Invece finora sono stati i privati a proporre, e la Regione ha solo ratificato. Lo ha ammesso anche Galan: l’idea del rigassificatore offshore gliel’ha suggerita Altieri…
Ora il meccanismo ha preso un grosso scossone. Toccare il gruppo Mantovani vuol dire dare un colpo a una “nuvola” di imprese minori che ricevono i subappalti, imprese a loro volta spesso riconducibili a personaggi politici di area Galan. Che questo poi sia l’inizio della fine è da vedere, dipende anche dalla capacità e dalla volontà della magistratura di andare fino in fondo. Ci sono oggettivi problemi per l’individuazione dei reati: il falso in bilancio è depenalizzato, l’abuso d’ufficio non è imputabile ai dirigenti di società private, anche quelle di proprietà di enti pubblici.
A Vicenza il giorno degli arresti il segretario provinciale Sergio Berlato ha diffuso una nota durissima contro il “sistema del malaffare” interno al partito e un mese prima aveva portato un esposto in Procura.
So che tra Lia Sartori e gli ex socialisti da una parte, una componente che solo in Veneto hanno un peso così rilevante, e gli ex An ed ex Dc dall’altra c’è guerra aperta. Sotto la cenere covavano contrasti tra le varie anime del partito e adesso potrebbero esplodere. Se si inizia con gli esposti, lo scontro diventa molto pesante.
L’ospedale di Santorso, fra Thiene e Schio, è stato costruito in project financing da unacordata mista dove troviamo Mantovani, studio Altieri ma anche alcune coop “rosse” emiliane.
Osservo che a Verona l’appalto da 119 milioni in project financing per ristrutturare gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma è stato vinto da una cordata di cooperative. Evidentemente dove governa la Lega e in particolare l’ala maroniana-tosiana è venuto meno il dominio di Mantovani e soci.
Cosa chiedono i comitati che si oppongono alle “grandi opere”?
Con la rete AltroVe contestiamo la doppia anomalia che si verifica in Veneto, unica Regione in Italia. La prima è che un’unica persona, Silvano Vernizzi, è al contempo tutto e il contrario di tutto, controllore e controllato: ad di Veneto Strade spa, presidente delle commissioni regionali Via Vas e Vinca, commissario straordinario per la Pedemontana. Per esempio a Rovigo Vernizzi come Veneto Strade presenta un’osservazione al Pat per spostare il tracciato del passante nord più vicino al centro urbano, poi come presidente della commissione Vas si auto-approva la variante. La seconda anomalia è che solo in Veneto c’è un numero impressionante di project financing che hanno come obiettivo la trasformazione di tutto il sistema stradale veneto in strade a pagamento. Ci vuole una programmazione pubblica dei reali bisogni di trasporti, puntando su treni e vie d’acqua, e poi appalti trasparenti. Invece finora sono stati i privati a proporre, e la Regione ha solo ratificato. Lo ha ammesso anche Galan: l’idea del rigassificatore offshore gliel’ha suggerita Altieri…
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