mercoledì 19 novembre 2025

Monitoraggi mancanti dei siti di deposito delle terre e rocce da scavo della SPV: cosa emerge dalla nuova relazione ARPAV

 


📄 Il documento completo è disponibile qui: https://drive.google.com/file/d/1OPmTJ-91tlpd-awIsDidEbTxNI2jXM40/view?usp=drivesdk

La nuova relazione ARPAV sui PFBA (acido perfluorobutanoico) nelle gallerie della Superstrada Pedemontana Veneta e nei siti di deposito delle terre e rocce da scavo (TRS) getta nuova luce su un problema rimasto finora in ombra: l’assenza di monitoraggi completi nei siti in cui sono state conferite grandi quantità di materiali potenzialmente contaminati.

1. Gallerie di Malo e Sant’Urbano: PFBA nei drenaggi

Le indagini ricostruiscono una cronologia che parte dal 2021, quando ARPAV intercetta il PFBA sia nel fiume Poscola sia nelle acque di drenaggio della Galleria di Malo. Le autorizzazioni vengono aggiornate con l’obbligo di usare filtri a carboni attivi, ma nel 2023 emergono pesanti criticità legate a impianti non funzionanti e scarichi modificati senza comunicazioni preventive. Dal 2023–2025 entrano in funzione nuovi impianti di trattamento, e oggi la mediana dei valori risulta sotto il limite imposto (500 ng/l), anche se resta in corso la valutazione del secondo anno.

2. Possibili effetti sulla falda

Alcuni pozzi della zona nord (Dueville–Villaverla) hanno mostrato valori anomali di PFBA. Uno studio idrogeologico ipotizza un contributo da nord, ma la rete piezometrica attuale non permette di identificare una sorgente univoca.

3. Discariche e cave sotto osservazione

ARPAV ha analizzato diverse discariche e cave. In alcuni casi i valori di PFBA risultano bassi o decrescenti, in altri – come nella discarica Terraglioni o nella cava Cavedagnona – si registrano picchi significativi. Tuttavia, in più siti mancano ancora dati fondamentali per valutare la reale diffusione nella falda.

4. Terre e rocce da scavo: 29 siti coinvolti, monitoraggi incompleti

I volumi di materiale movimentato sono enormi: oltre 7 milioni di m³, di cui più di 3,3 milioni destinati a siti esterni. La relazione elenca 29 siti di conferimento, la maggior parte privi di rete piezometrica, rendendo impossibile valutare l’eventuale dispersione degli inquinanti. Le analisi mostrano: valori variabili e in alcuni casi molto elevati nelle acque di ruscellamento, presenza di PFBA in alcune terre depositate, con concentrazioni anche molto disomogenee.

5. Il nodo irrisolto: i siti TRS senza monitoraggi

Le conclusioni del documento, coerenti con quanto già emerso nelle commissioni tecniche regionali, sono nette:

🔍 i monitoraggi dei siti di deposito delle terre e rocce da scavo sono insufficienti o del tutto assenti, e rappresentano l’area più critica da approfondire.

6. Le principali richieste di approfondimento

ARPAV indica tre ambiti prioritari:

1. Siti di deposito TRS, dove mancano ancora reti di controllo adeguate;

2. Discariche e cave ad alto rischio, tra cui Vianelle e Terraglioni;

3. Pozzi a nord dell’area, in particolare tra Dueville e Villaverla.

Conclusione

Nonostante l’attivazione dei nuovi impianti di trattamento e alcuni miglioramenti negli scarichi, la relazione ARPAV conferma che la gestione delle terre e rocce da scavo della SPV rappresenta un fronte ancora aperto. La mancanza di monitoraggi sistematici nei siti di deposito impedisce una valutazione completa dei rischi per la falda e per il territorio. La trasparenza dei dati e l’attivazione di nuove reti di controllo saranno quindi determinanti per chiarire l’estensione e l’evoluzione della contaminazione da PFBA.

venerdì 14 novembre 2025

PFAS: quando la ricostruzione sui PFBA non regge. Il vuoto logico nella tesi di Cordiano

Nel confronto pubblico sui PFAS, serve rigore, figuriamoci su quello sui PFBA della Pedemontana Veneta. È proprio per questo il ragionamento proposto dal dott. Vincenzo Cordiano merita attenzione critica: la sua ricostruzione presenta un evidente vuoto logico.

Cordiano sostiene che i PFAS provenienti dall’area Miteni potrebbero essere risaliti contro il flusso delle acque superficiali e sotterranee fino a raggiungere le gallerie di Malo e Castelgomberto, trasformandosi poi in PFBA. Una possibilità che definisce “non definitivamente escludibile su base scientifica. Ma tale affermazione poggia su un passaggio irrisolto: non viene mostrato alcun meccanismo idrogeologico in grado di spiegare contemporaneamente:
1. la migrazione massiccia degli inquinanti verso sud, verso est a ovest di Vicenza e sud-ovest, fino alla pianura tra Verona, Vicenza e Padova, e
2. un flusso opposto, diretto a nord, verso le gallerie della SPV.

sabato 8 novembre 2025

Allarme PFBA in Pedemontana Veneta: il COVEPA diffonde la nuova relazione .

Il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (COVEPA) ha preparato un nuovo esposto, segnalando la contaminazione da PFBA, un derivato dei PFAS, nei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). L’esposto si basa sulla Relazione tecnico-scientifica CRE-ETF 15/2025 dell’ISPRA, commissionata dal MASE, che documenta criticità nella gestione dei materiali di scavo e nelle acque di drenaggio delle gallerie di Malo e Sant’Urbano. Si è avvalso anche della nuova relazione del dottor Andrea Sottani, che registra 661.000 ng/L di PFBA all’uscita del tunnel di Malo–Castelgomberto, confermando un grave danno ambientale in corso

Dati chiave della contaminazione:
  • Concentrazioni di PFBA fino a decine di migliaia di ng/L in piezometri, pozzi e acque di scarico;
  • Superamento dei limiti normativi di 30-240 volte il massimo consentito per l’acqua potabile (100 ng/L);
  • Terre e rocce di scavo contaminate distribuite in cave tra Bassano del Grappa e Montecchio Maggiore;
  • Possibile contaminazione della falda profonda dell’Alta Pianura Vicentina.
Il COVEPA intende continuare a costituirsi parte offesa, richiedendo verifiche amministrative e penali e completa trasparenza sugli adempimenti ministeriali. ci baseremo sui dati acquisiti con la relazione ISPRA, il verbale del Tavolo Tecnico regionale e la relazione a firma del Dott. A. Sottani di cui è entrato in possesso recentemente.

venerdì 7 novembre 2025

PFAS A COSTABISSARA: DICHIARAZIONI SCIENTIFICAMENTE INSPIEGABILI IN UN CONTESTO DI GRAVE COMPROMISSIONE AMBIENTALE DERIVANTE DAI PFBA IMPIEGATI NEI TUNNEL SPV

Nel corso dell’incontro pubblico “Acqua e PFAS”, organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra il 4 novembre 2025 presso la Sala delle Rose del Centro Elisa Conte di Costabissara, si è verificato un episodio che desta forte preoccupazione.

Il Dott. Francesco Bertola, presidente di ISDE Vicenza, ha infatti sostenuto all’inizio del suo intervento, che i PFBA deriverebbero dalla degradazione dei PFOA, proiettando una slide a supporto di tale tesi ma senza fornire alcuna spiegazione in merito alle condizioni sperimentali, alle fonti o alle circostanze in cui questo processo sarebbe stato osservato.

Tali dichiarazioni gravi,visto che il contesto è  quello degli inquinamenti diretti con i pfba dal tunnel SPV a Malo e nel torrente Orolo, appaiono scientificamente confuse e inopportune, soprattutto in un contesto come quello di Costabissara, dove da agosto 2025 il pozzo dell’acquedotto comunale è stato dotato di filtri a carboni attivi in seguito alla compromissione del torrente Orolo. Secondo rilevazioni tecnichedi ARPAV e ISPRA, infatti, la contaminazione dell’Orolo risulterebbe correlata agli sversamenti di acque di drenaggio provenienti dal tunnel Malo–Castelgomberto della Superstrada Pedemontana Veneta, in corrispondenza del sito di San Tomio di Malo. Ulteriori fonti, legate alla conferenza dei servizi avviata dall’assessorato regionale competente, riporterebbero valori di PFBA pari a circa 500 ng per litro d’acqua.

domenica 2 novembre 2025

Ex Safond Martini: l’allarme ambientale che la Provincia di Vicenza non può ignorare

 

Il Comitato VIA della Provincia di Vicenza è chiamato a valutare il potenziamento dell’impianto ex Safond Martini, un’area già segnata da criticità ambientali e inchieste giudiziarie. Dalle analisi emergono contaminazioni da PFBA e vincoli idrici che pongono seri interrogativi sulla sostenibilità del progetto proposto da Silva Srl.

Nei prossimi giorni il Comitato per la Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Vicenza sarà chiamato a pronunciarsi su un tema cruciale per il futuro del territorio: il potenziamento delle attività del sito ex Safond Martini, oggi in gestione alla Silva Srl, situato tra Montecchio Precalcino e Villaverla. L’istanza è pubblicamente consultabile sul portale provinciale alla pagina dedicata alla procedura VIA della Silva S.r.l..

L’area dell’ex Safond Martini non è nuova alle cronache: nel corso degli anni è stata oggetto di più procedimenti giudiziari legati al suo stato di contaminazione. Una condizione che dovrebbe bastare, da sola, a raccomandare la massima cautela, anche alla luce della documentazione già agli atti della Provincia di Vicenza, che attesta la forte pressione ambientale esercitata dal sito sul comprensorio circostante.

Le analisi più recenti, riportate nel verbale del Tavolo tecnico per il monitoraggio della situazione ambientale del Medio-Alto Vicentino del 17 giugno 2025, hanno evidenziato concentrazioni allarmanti di PFBA (acidi perfluoro-butanoici) in alcuni terreni prossimi all’area ex Safond, residuo delle terre di scavo della Superstrada Pedemontana Veneta. Il documento ufficiale è consultabile a questo link.