- Concentrazioni di PFBA fino a decine di migliaia di ng/L in piezometri, pozzi e acque di scarico;
- Superamento dei limiti normativi di 30-240 volte il massimo consentito per l’acqua potabile (100 ng/L);
- Terre e rocce di scavo contaminate distribuite in cave tra Bassano del Grappa e Montecchio Maggiore;
- Possibile contaminazione della falda profonda dell’Alta Pianura Vicentina.
- Tunnel di Malo: piezometri di valle tra 859 e 3.896 ng/L; pozzi di emungimento oltre 3.000 ng/L;
- Tunnel di Sant’Urbano: canna sud fino a 24.100 ng/L; roggia di scarico 1.525 ng/L;
- Tracce di PFBA in sorgenti naturali e nei depositi di terre e rocce da scavo, fino a 2.000 ng/L;
- Fonte primaria: additivi chimici acceleranti del calcestruzzo, contenenti PFBA fino a 263.000 ng/L.
- PFBA è persistente, mobile e resistente alla degradazione, favorendo la diffusione nell’ambiente;
- Superamento dei limiti di 100 ng/L nelle acque potabili rappresenta un rischio cronico per la popolazione;
- Installazione di impianti a carboni attivi (operativi a Malo, pilota a Sant’Urbano);
- Monitoraggi continui ARPAV su acque superficiali, sotterranee e pozzi potabili;
- Analisi dei materiali costruttivi e monitoraggio dei plumes di contaminazione;
- Adattamento continuo dei sistemi di mitigazione.
1. L'Emergenza PFBA e la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV)
Paolo Giandon (Direttore, Regione Veneto) ha introdotto l'incontro, motivato dalla comunicazione del Consiglio di Bacino "Bacchiglione" sulla contaminazione di acque sotterranee prelevate da alcuni pozzi acquedottistici in Provincia di Vicenza e dalla problematica PFBA già nota dal 2021 in prossimità delle gallerie di Malo e Sant'Urbano della SPV.
Carlo Ferrari (Dirigente, ARPAV) ha riportato che l'analisi dell'acqua di ruscellamento proveniente dai cumuli di terre da scavo dell'infrastruttura SPV (lotto 1 Tratta C - Galleria di Malo) ha confermato la presenza di PFBA, con concentrazioni che arrivano anche a $2000~ng/l$ in alcuni punti. Tali cumuli si trovano in diversi siti di deposito, tra cui la cava "Vianelle" e le discariche "Terraglioni-Egi Zanotto" e "Cavedagnona-Segnafreddo".
Loris Tomiato (Direttore Generale, ARPAV ) ha sollevato la necessità di approfondire il nesso causale tra il rilevamento di PFBA nei siti di deposito e la contaminazione dei pozzi idropotabili, suggerendo di indagare in particolare gli aspetti idrogeologici e la direzione del flusso di falda.
2. L'Impatto sulla Rete Idrica e gli Sforzi dei Gestori
Francesco Corvetti (Direttore, Consiglio di Bacino "Bacchiglione") ha ribadito l'importanza del monitoraggio costante dei gestori. Ha evidenziato che i gestori stanno compiendo un sforzo importante per garantire la potabilità dell'acqua, che ha già richiesto la chiusura di una linea di pozzi
Corvetti ha inoltre segnalato che i siti di deposito del materiale di scavo SPV contenente PFBA ricadono all'interno delle aree di salvaguardia in corso di definizione, così come l'infrastruttura SPV stessa.
Lorenzo Tirello (Responsabile, AcegasApsAmga) ha informato della chiusura di 8 pozzi su 31 in zona Caldogno (per complessivi 500 l/s di portata) in seguito al rinvenimento di concentrazioni sopra il limite di legge di $100~ng/l$ per il parametro "somma di PFAS". Questo limite è quello stabilito dal D.Lgs. 18/2023 per la somma dei 20 PFAS più monitorati nelle acque potabili.
Tirello ha aggiunto che la situazione comporta la necessità di ingenti investimenti tecnologici per adattare i sistemi di trattamento presso la centrale di Potabilizzazione Saviabona per rispettare i limiti futuri, più stringenti.
Alberto Piccoli (Direttore Generale, Viacqua) ha precisato che la contaminazione ha interessato i pozzi di Acegas ApsAmga e lambito quelli di Viacqua, e che le analisi rilevano la sola presenza del parametro PFBA con concentrazioni significative, mentre altri PFAS sono assenti o in tracce.
Piccoli ha posto l'attenzione sulla possibile correlazione tra lo scarico a valle della galleria SPV di Malo e i pozzi di Viacqua lungo la direttrice del torrente Orolo. Ha chiesto che venga rivista l'autorizzazione allo scarico della galleria di Malo, ponendo come limiti i valori di concentrazione previsti per le acque potabili
3. Prospettive e Misure Future
Paolo Giandon (Direttore, Regione Veneto) ha auspicato che le informazioni di monitoraggio da parte di SPV e dei Gestori siano messe a disposizione in modalità open data quanto prima.
Diego De Caprio (Direttore U.O., Regione Veneto) ha suggerito di estendere l'analisi territoriale verso la direttrice nord-ovest, in direzione Schio.
- Il Consiglio di Bacino e i gestori predisporranno una relazione di aggiornamento dei dati di monitoraggio dei punti di captazione.
- La Direzione Ambiente e Transizione Ecologica analizzerà la possibile revisione dell'autorizzazione allo scarico del depuratore delle acque di drenaggio della galleria di Malo in occasione delle prossime Conferenze dei Servizi sulla SPV.
- ARPAV proseguirà l'esame dei risultati analitici e la ricerca di ulteriori punti rappresentativi, valutando anche l'inclusione dei dati ricavabili da pozzi ad uso privato.
- Gli impianti a carboni attivi non garantiscono una mitigazione completa;
- All’uscita del tunnel di Malo–Castelgomberto sono stati rilevati 661.000 ng/L di PFBA, un valore estremamente elevato;
- Persistono incertezze sulle sorgenti residue, sulla migrazione in falda non quantificata e sulla persistenza ambientale;
- Necessità di sorveglianza continua e adattamento dei sistemi di mitigazione nel medio periodo.
- Non è più un rischio potenziale, ma un disastro ambientale in corso;
- Coinvolge acque superficiali, falde sotterranee, terre di scavo e sorgenti;
- Rappresenta un potenziale rischio sanitario se la contaminazione raggiunge le falde utilizzate per l’acqua potabile;
- Richiede interventi urgenti e trasparenti da parte delle istituzioni e informazione completa alle popolazioni locali.

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