sabato 8 novembre 2025

Allarme PFBA in Pedemontana Veneta: il COVEPA diffonde la nuova relazione .

Il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (COVEPA) ha preparato un nuovo esposto, segnalando la contaminazione da PFBA, un derivato dei PFAS, nei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). L’esposto si basa sulla Relazione tecnico-scientifica CRE-ETF 15/2025 dell’ISPRA, commissionata dal MASE, che documenta criticità nella gestione dei materiali di scavo e nelle acque di drenaggio delle gallerie di Malo e Sant’Urbano. Si è avvalso anche della nuova relazione del dottor Andrea Sottani, che registra 661.000 ng/L di PFBA all’uscita del tunnel di Malo–Castelgomberto, confermando un grave danno ambientale in corso

Dati chiave della contaminazione:
  • Concentrazioni di PFBA fino a decine di migliaia di ng/L in piezometri, pozzi e acque di scarico;
  • Superamento dei limiti normativi di 30-240 volte il massimo consentito per l’acqua potabile (100 ng/L);
  • Terre e rocce di scavo contaminate distribuite in cave tra Bassano del Grappa e Montecchio Maggiore;
  • Possibile contaminazione della falda profonda dell’Alta Pianura Vicentina.
Il COVEPA intende continuare a costituirsi parte offesa, richiedendo verifiche amministrative e penali e completa trasparenza sugli adempimenti ministeriali. ci baseremo sui dati acquisiti con la relazione ISPRA, il verbale del Tavolo Tecnico regionale e la relazione a firma del Dott. A. Sottani di cui è entrato in possesso recentemente.

Sintesi della Relazione ISPRA – Parte I: criticità ambientali
Le analisi ISPRA e ARPAV hanno monitorato le acque di drenaggio e le falde collegate alle gallerie di Malo e Sant’Urbano:
  • Tunnel di Malo: piezometri di valle tra 859 e 3.896 ng/L; pozzi di emungimento oltre 3.000 ng/L;
  • Tunnel di Sant’Urbano: canna sud fino a 24.100 ng/L; roggia di scarico 1.525 ng/L;
  • Tracce di PFBA in sorgenti naturali e nei depositi di terre e rocce da scavo, fino a 2.000 ng/L;
  • Fonte primaria: additivi chimici acceleranti del calcestruzzo, contenenti PFBA fino a 263.000 ng/L.
ISPRA evidenzia la mobilità, solubilità e persistenza del PFBA, con rischio concreto per le acque superficiali e sotterranee, incluso il Torrente Poscola e il sistema Giara–Orolo.

Sintesi della Relazione ISPRA – Parte II: salute pubblica e raccomandazioni
ISPRA segnala rischi potenziali per la salute:
  • PFBA è persistente, mobile e resistente alla degradazione, favorendo la diffusione nell’ambiente;
  • Superamento dei limiti di 100 ng/L nelle acque potabili rappresenta un rischio cronico per la popolazione;
Raccomandazioni principali:
  • Installazione di impianti a carboni attivi (operativi a Malo, pilota a Sant’Urbano);
  • Monitoraggi continui ARPAV su acque superficiali, sotterranee e pozzi potabili;
  • Analisi dei materiali costruttivi e monitoraggio dei plumes di contaminazione;
  • Adattamento continuo dei sistemi di mitigazione.
ISPRA definisce il quadro come un danno ambientale grave e persistente, richiedendo azioni coordinate tra Regione, MASE e concessionario SPV.

Il  verbale della seduta del Tavolo tecnico di coordinamento per il monitoraggio della situazione ambientale dell'area del medio-alto vicentino interessata dal rinvenimento del composto PFBA, tenutasi a Venezia il 17 giugno 2025 si articola gli interventi dei rappresentanti degli enti convocati  al fine di condividere informazioni e adottare le misure necessarie per affrontare la contaminazione da PFBA:

1. L'Emergenza PFBA e la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV)

  • Paolo Giandon (Direttore, Regione Veneto) ha introdotto l'incontro, motivato dalla comunicazione del Consiglio di Bacino "Bacchiglione" sulla contaminazione di acque sotterranee prelevate da alcuni pozzi acquedottistici in Provincia di Vicenza e dalla problematica PFBA già nota dal 2021 in prossimità delle gallerie di Malo e Sant'Urbano della SPV.

  • Carlo Ferrari (Dirigente, ARPAV) ha riportato che l'analisi dell'acqua di ruscellamento proveniente dai cumuli di terre da scavo dell'infrastruttura SPV (lotto 1 Tratta C - Galleria di Malo) ha confermato la presenza di PFBA, con concentrazioni che arrivano anche a $2000~ng/l$ in alcuni punti. Tali cumuli si trovano in diversi siti di deposito, tra cui la cava "Vianelle" e le discariche "Terraglioni-Egi Zanotto" e "Cavedagnona-Segnafreddo".

  • Loris Tomiato (Direttore Generale,  ARPAV ) ha sollevato la necessità di approfondire il nesso causale tra il rilevamento di PFBA nei siti di deposito e la contaminazione dei pozzi idropotabili, suggerendo di indagare in particolare gli aspetti idrogeologici e la direzione del flusso di falda.

2. L'Impatto sulla Rete Idrica e gli Sforzi dei Gestori

  • Francesco Corvetti (Direttore, Consiglio di Bacino "Bacchiglione") ha ribadito l'importanza del monitoraggio costante dei gestori. Ha evidenziato che i gestori stanno compiendo un sforzo importante per garantire la potabilità dell'acqua, che ha già richiesto la chiusura di una linea di pozzi

  • Corvetti ha inoltre segnalato che i siti di deposito del materiale di scavo SPV contenente PFBA ricadono all'interno delle aree di salvaguardia in corso di definizione, così come l'infrastruttura SPV stessa.

  • Lorenzo Tirello (Responsabile, AcegasApsAmga) ha informato della chiusura di 8 pozzi su 31 in zona Caldogno (per complessivi 500 l/s di portata) in seguito al rinvenimento di concentrazioni sopra il limite di legge di $100~ng/l$ per il parametro "somma di PFAS". Questo limite è quello stabilito dal D.Lgs. 18/2023 per la somma dei 20 PFAS più monitorati nelle acque potabili.

  • Tirello ha aggiunto che la situazione comporta la necessità di ingenti investimenti tecnologici per adattare i sistemi di trattamento presso la centrale di Potabilizzazione Saviabona per rispettare i limiti futuri, più stringenti.

  • Alberto Piccoli (Direttore Generale, Viacqua) ha precisato che la contaminazione ha interessato i pozzi di Acegas ApsAmga e lambito quelli di Viacqua, e che le analisi rilevano la sola presenza del parametro PFBA con concentrazioni significative, mentre altri PFAS sono assenti o in tracce.

  • Piccoli ha posto l'attenzione sulla possibile correlazione tra lo scarico a valle della galleria SPV di Malo e i pozzi di Viacqua lungo la direttrice del torrente Orolo. Ha chiesto che venga rivista l'autorizzazione allo scarico della galleria di Malo, ponendo come limiti i valori di concentrazione previsti per le acque potabili

3. Prospettive e Misure Future

  • Paolo Giandon (Direttore, Regione Veneto) ha auspicato che le informazioni di monitoraggio da parte di SPV e dei Gestori siano messe a disposizione in modalità open data quanto prima.

  • Diego De Caprio (Direttore U.O., Regione Veneto) ha suggerito di estendere l'analisi territoriale verso la direttrice nord-ovest, in direzione Schio.
4. Conclusioni (Riassunto di Paolo Giandon)
  • Il Consiglio di Bacino e i gestori predisporranno una relazione di aggiornamento dei dati di monitoraggio dei punti di captazione.
  • La Direzione Ambiente e Transizione Ecologica analizzerà la possibile revisione dell'autorizzazione allo scarico del depuratore delle acque di drenaggio della galleria di Malo in occasione delle prossime Conferenze dei Servizi sulla SPV.
  • ARPAV proseguirà l'esame dei risultati analitici e la ricerca di ulteriori punti rappresentativi, valutando anche l'inclusione dei dati ricavabili da pozzi ad uso privato.
Studio Sottani: PFBA a livelli critici all’uscita del tunnel di Malo
Lo studio del dottor Andrea Sottani, commissionato dalla Regione Veneto, conferma la gravità della situazione:
  • Gli impianti a carboni attivi non garantiscono una mitigazione completa;
  • All’uscita del tunnel di Malo–Castelgomberto sono stati rilevati 661.000 ng/L di PFBA, un valore estremamente elevato;
  • Persistono incertezze sulle sorgenti residue, sulla migrazione in falda non quantificata e sulla persistenza ambientale;
  • Necessità di sorveglianza continua e adattamento dei sistemi di mitigazione nel medio periodo.
Conclusione: disastro ambientale in corso
I dati combinati di ISPRA, Tavolo Tecnico e studio Sottani mostrano chiaramente che la contaminazione da PFBA:
  • Non è più un rischio potenziale, ma un disastro ambientale in corso;
  • Coinvolge acque superficiali, falde sotterranee, terre di scavo e sorgenti;
  • Rappresenta un potenziale rischio sanitario se la contaminazione raggiunge le falde utilizzate per l’acqua potabile;
  • Richiede interventi urgenti e trasparenti da parte delle istituzioni e informazione completa alle popolazioni locali.
La contaminazione nell’Ovest vicentino è quindi un fatto presente, documentato e in evoluzione, con conseguenze ambientali e sanitarie gravi e persistenti.

Allegati e riferimenti
Relazione tecnico-scientifica CRE-ETF 15/2025 – ISPRA
Verbale Tavolo Tecnico Regionale
Relazione Sottani

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