mercoledì 22 maggio 2019

SILENZI CHE URLANO, LEGGEREZZE IMPERDONABILI SUL PIANO ETICO E POLITICO

Pochi giorni fa Il CoVePA ha ricevuto una richiesta di Marcello De Carlo (https://drive.google.com/open?id=1hL733I-QieHfQG8b7j9Jd96KBLa_OF1X), candidato consigliere al comune di Valdagno, affinché il suo indirizzo e-mail fosse cancellato dalla nostra mailing list. E così è stato. Va chiarito che la nota di De Carlo ci è giunta in seguito al nostro ultimo invio che diffondeva notizie dei recentissimi avvenimenti del week-end. In particolare segnalavamo due nostre brevi videosintesi in relazione a altrettanti episodi che hanno riguardato la costruenda Superstrada pedemontana veneta.
In particolare uno riportava una brevissima nota dal titolo «No alle intimidazioni di tipo mafioso. Solidarietà ai viero. Presidio in Vallugana, dove erano Zaia e il sindaco di Malo?» (https://wwwcovepa.blogspot.com/2019/05/no-alle-intimidazioni-di-tipo-mafioso.html).
Riferivamo di un presidio con una settantina di persone in località Vallugana a Malo, proprio al cantiere del tunnel più lungo della Pedemontana Veneta. L'iniziativa si era svolta per esprimere solidarietà ai residenti che hanno denunciato intimidazioni di stampo mafioso assieme ad alcuni danneggiamenti. Sono minacce che hanno coinvolto una famiglia che protesta contro il cantiere, i Viero, a cui hanno tagliato le gomme di un’auto e seguito fin sul pullman la figlia mentre si recava a scuola.
Quella di De Carlo astrattamente può sembrare una richiesta normalissima. Ma ci siamo appunto accorti in queste ore che De Carlo è un candidato alle prossime elezioni comunali della città di Valdagno. Si è candidato per essere eletto come consigliere comunale sotto l’insegna che del candidato sindaco Giuseppe Ciambrone nella lista Valdagno in Movimento. Si tratta un gruppo di cittadini già presenti in consiglio comunale con il consigliere Ciambrone eletto nella scorsa consiliatura con il simbolo del Movimento cinque stelle: una lista cui i vertici del M5S per vari motivi non hanno concesso il simbolo. Si presentano come dichiarano loro stessi in continuità e uguaglianza con il movimento, poco male.

Quello che ci è sembrato strano è che Marcello De Carlo come candidato non abbia sentito il dovere di esprimere il benché minimo segno di solidarietà e condanna degli atti di chiaro stampo mafioso che gli segnalavamo. Ma in primis ci è sembrato strano che De Carlo abbia sentito la necessità di esprimere il rifiuto di ricevere le nostre note proprio quando segnalavamo alcuni fatti incresciosi che denotano la diffusione dei metodi della criminalità organizzata mafiosa nel profondo del Veneto.
Ovviamente abbiamo prontamente risposto provvedendo ad esaudire le richieste del candidato consigliere. Tuttavia non abbiamo potuto fare a meno di pensare che il suo evidente fastidio avesse una sorta di attinenza, diciamo così, emotiva, alla vicenda del suo candidato sindaco. Ciambrone infatti per un periodo aveva lavorato in una pizzeria di Trissino chiusa a causa dei precedenti del titolare, «che vanta numerose condanne per reati gravi commessi in Calabria». Un titolare appartenente alla famiglia Aloe in cui il padre assassinato «negli anni Ottanta» veniva ritenuto un capo cosca. Di più, in quella pizzeria «lavoravano altri calabresi, parenti di affiliati a organizzazioni criminali» (https://giannibelloni.org/2017/11/25/interdittiva-antimafia-trissino/).
Si tratta di una vicenda rispetto alla quale Ciambrone (https://www.vvox.it/2017/12/19/ovest-vicentino-pizzeria-chiusa-rischio-ndrine-ci-lavorava-un-consigliere-m5s/) non ha mai chiarito fino in fondo i particolari lo hanno portato a lavorare di fatto per Gaetano Aloe nella pizzeria trissinese poi chiusa a causa di una interdittiva antimafia nel 2017. Chi si occupa di cronaca giudiziaria ricorderà poi che la vicenda degli Aloe ha avuto il suo apice con gli arresti dell’operazione Stige (https://www.corrieredellacalabria.it/regione/catanzaro/item/179863-stige-la-dda-chiede-mille-anni-di-carcere-per-boss-politici-e-imprenditori-nomi/) . Rispetto a tutto ciò va precisato, ci mancherebbe, che sul conto di Ciambrone non è mai emerso alcunché di penalmente rilevante, né tanto meno alcuna affiliazione malavitosa, né precedenti di polizia.
Tuttavia a noi resta l’amaro in bocca e il fatto che non vogliamo credere che Ciambrone non abbia mai trovato il tempo per fare un commento o per fornire ai media un suo punto di vista ragionato rispetto alla vicenda della interdittiva e rispetto a quanto capitato in zona Vallugana. Si tratta di un interrogativo logico visto che nella sua veste di leader politico o di amministratore che dir si voglia ha ben trovato il tempo di mobilitarsi per l'ospedale valdagnese e di farsi ricevere in giacca rossa dal ministro della salute.
A nostro modo di vedere questi invece sono silenzi urlanti che noi dobbiamo stigmatizzare e condannare perché assumono la rilevanza di imperdonabili leggerezze marchiate indelebilmente sul piano etico e politico. Per questo abbiamo risposto al candidato De Carlo che pensavamo di far cosa gradita nel sollecitare la sua coscienza sperando inoltre che lui o la lista in cui è candidato a Valdagno potessero esprimere un gesto di solidarietà e di condanna per quei gesti di intimidazione e minaccia di tipo mafioso capitati in zona Vallugana a Malo. Soprattutto ci avrebbe fatto piacere ascoltare dal candidato sindaco della lista cui partecipa De Carlo che condanna con con fermezza le condotte degli Aloe e dei loro sodali a Trissino, nel Veneto, in Calabria o dovunque questo sodalizio abbia dispiegato la sua attività. Se così fosse ci darebbe un bellissimo segnale, facendoci capire che i nostri timori sono assolutamente infondati.

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