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All'assessore all'ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin
assessore.bottacin@regione.veneto.it
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All'assessore alla sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin
assessore.lanzarin@regione.veneto.it
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Al sindaco di Trissino Davide Faccio
sindaco@comune.trissino.vi.it
P.C.
Agli organi di informazione
OGGETTO: Richiesta urgente di
chiarimento in relazione alla presunta contaminazione da Pfas nel
sangue dei trissinesi e in relazione ai rinvenimenti lungo il sedime
della Spv
In questi giorni apprendiamo dalla
stampa (riferimento in calce) che concentrazioni da capogiro di Pfas
sarebbero state rinvenute nel sangue di alcuni trissinesi residenti
in quella parte della città che si trova sotto il colle delle
scuderie di villa Marzotto dove la produzione di queste sostanze ebbe
abbrivio negli anni Sessanta.
Si tratta di una novità drammatica
che peraltro conferma i timori giá espressi dal nostro coordinamento
rispetto ad una contaminazione da derivati del fluoro di cui i media
avevano per di piú giá accennato a settembre quando noi del Covepa
denunciammo la presenza di questi agenti chimici alla base del colle
della che ospita la ex Rimar. In quella circostanza tutti quanti, sia
la stampa sia noi, fornirono dati precisi vidimati da Arpa Veneto.
Ora vorremmo ben sapere come intenda
muoversi la Regione Veneto alla quale chiediamo di estendere in modo
massivo e approfondito lo screening sanitario ai trissinesi visto che
i nostri peggiori timori cominciano ad avverarsi. Ma soprattutto
chiediamo alla giunta comunale di Trissino di informare la
popolazione. Chiediamo di sapere se al privato proprietario
dell'area, ovvero la famiglia Marzotto, sia stato notificato un
provvedimento in forza del quale si è obbligato lo stesso
proprietario a completare una fase di caratterizzazione del sito
della quale chiediamo di conoscere ogni virgola. Quella terra
contaminata va bonificata sino all'ultima molecola. E la bonifica
deve pagarla chi ha inquinato. Se si ripetesse un caso Miteni due con
annesso fallimento della società cui spetta l'onere del risanamento
saremmo all'ennesima bestemmia contro l'ambiente.
Per ultimo ma non da ultimo chiediamo
lumi sui ritrovamenti di materiale cancerogeno (riferimento in calce)
che a Trissino sono stati depositati lungo il sedime della
Pedemontana Veneta, così sembrerebbe, dopo che il Concessionario,
ovvero la Sis, ha correttamente proceduto ad insacchettare una
quantità impressionante di materiale proveniente non si sa bene dove
e non si sa bene da quanti anni rimasto in condizioni poco acconce
alla salute pubblica(riferiemento video in calce). Al di là del
materiale stipato chiediamo di sapere da dove provengano tali
inquinanti e per quanto tempo siano rimasti occultati senza che se ne
avesse evidenza.
Arch.
Massimo M. Follesa vicepresidente
Ass. Coordinamento
Veneto Pedemontana Alternativa CoVePA
primo
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secondo
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terzo
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