Ieri sera 13 novembre a San Tomio di Malo si è svolto un incontro con la popolazione locale sulla variante al tunnel più grande della Pedemontana Veneta: 7 km scavati nell'ovest vicentino. Organizzato dalla sindaco di Malo con l'ing. Pellegrini RUP di SPV e con il geometra D'Agostino ad di SPV spa, con il DDLL ing. Adriano Turso e con il responsabile dei servizi ambientali di SIS l'architetto della PROTECO Engineering, sono state presentate le condizioni con cui i lavori riprenderanno aggirando i sequestri della Galleria
Castelgomberto-Malo. Vogliono finire il tunnel entro il 2020, e sono disposti a farlo anche con 8 fronti di scavo: 4 alle estremità e 4 dalla Vallugana in aperta violazione dei patti e delle prescrizioni del 2006. La evidente violazione dei patti scellerati è emersa quando la famosa tangenziale di San Tomio dovrà essere riportata a semplice pista ciclabile dopo la fine dei lavori. Il corso della serata è stato tempestato da una sfilza di attacchi tra le urla e le proteste che tentavano di tacitare le dichiarazioni del tavolo intento a spiegare che 584 camion al giorno durante i 2 anni di cantiere per trasportare 1.200.00 mc di rocce scavate a colpi di 6 mine al giorno, sono gestibili e sopportabili. Sono state 2 ore e mezza quantomeno movimentate e contestate, forse per calmare gli animi è emersa una ciliegina sulla torta : l'ing. Pellegrini, con la sicumera di una appena uscita da una spa altoatesina, ha dichiarato che per il disturbo del nuovo cantiere decuplicato, gli abitanti di Vallugana possono andarsene in albergo a spese della SIS! Questo è il grande risultato dei plenipotenziari di Salvini e Zaia che Malo ha votato per governare l'amministrazione comunale: i veneti fuori dalle loro case per almeno due anni di cantieri e i salernitano piemontesi liberi di circolare per la Valle. Siamo alle deportazioni soft.
La debacle dei sindaco di Malo, del vicesindaco e dell'assessore della SIS Roberto Daniele fa il paio con l'articolo di Diego Neri a p.28 del GdiVI di oggi 14 novembre 2018 che sul tunnel non dice nulla di certo. Sono veline evidentemente uscite dalla procura di Vicenza, che nella sua immobilità sui temi ambientali e sotto la pressione della SIS e delle amministrazioni comunali e regionale se ne esce con dichiarazioni fuori microfono al garzone di giudiziaria del GdiVI.
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