Ieri sono apparsi due
articoli in fotocopia delle versioni on line di Corriere del Veneto e
Giornale di Vicenza, con un titolo da barzelletta che parlava di
tensioni a Castelgomberto per i cantieri del nuovo tunnel SIS.
A parte quelle provocate dal redattore del testo per le sgrammaticature da matita blu e cappello da asino, le uniche tensioni erano quelle degli elastici delle mutande dei presenti; in particolare erano tesi gli elastici delle mutande della coppia Marchese (Capo della mobile di Vicenza) e Marchesini (l'ufficiale di collegamento degli antagonisti). Se fossimo stati una compagnia della commedia dell'arte i due avrebbero avuto le sembianze giuste per impersonare il ruolo dei controllori della recita dei loro figuranti, comprimari e primattori di fila di una scena da teatro di periferia, o meglio da “b” movie.
A parte quelle provocate dal redattore del testo per le sgrammaticature da matita blu e cappello da asino, le uniche tensioni erano quelle degli elastici delle mutande dei presenti; in particolare erano tesi gli elastici delle mutande della coppia Marchese (Capo della mobile di Vicenza) e Marchesini (l'ufficiale di collegamento degli antagonisti). Se fossimo stati una compagnia della commedia dell'arte i due avrebbero avuto le sembianze giuste per impersonare il ruolo dei controllori della recita dei loro figuranti, comprimari e primattori di fila di una scena da teatro di periferia, o meglio da “b” movie.
A Castelgomeberto non
abbiamo assistito ad un film d'essai, bensì a scosciate da
Giovannona coscialunga. E siccome siamo cresciuti con i “b” movie
all'italiana faremo uno sgarbo ad Alvaro Vitali, a Lino Banfi, a
Pippo Franco, alle Fennech e ai Montagnani, paragonandoli a quanto
andato in scena al cantiere della Spv.
Più nel dettaglio, i
luoghi, da noi scelti per manifestare, erano già stati oggetto di
contrattazione con la Questura che aveva acconsentito salvo
prescrizioni specifiche. Tanto che il poderoso urto dei
manifestanti-stuntman appare ridicolo se commisurato alla forza
impiegata per resistere. Siamo all'antagonismo vissuto come
macchietta o come avanspettacolo da peracottari? Gli antagonisti
stavano in piedi sulle loro gambe o perché retti dagli scudi della
celere? Certi antagonisti hanno una tattica e una strategia che è
quella loro concessa dalla Digos? Ragionano con la loro testa o hanno
un suggeritore che in piazza frequenta la protesta e in salotto
frequenta la crème crème della società, magari per azioni?
A questo punto dopo la
sceneggiata di ieri nasce spontaneo un quesito filosofico che
rivolgiamo al questore. Carissimo dottor Giampietro, non le pare
giusto chiedersi chi pagherà tutta sta messa in scena per reggere
dei sacchi vuoti? Insomma dispiegare in modo così sproporzionato le
forze in campo può comportare sperpero di danaro pubblico che
potrebbe essere indirizzato in altre indagini, magari penali, sulla
Spv?
Ad ogni modo a
Castelgomberto è mancata soprattutto la garanzia della sicurezza di
coloro i quali dietro alle posizioni del CoVePA hanno dichiarato che
si sarebbero attenuti alle prescrizioni della questura e lo hanno
fatto. Mi domando. Siamo rimasti esposti agli effetti d'una
sceneggiata mal recitata? Adesso abbiamo imparato la lezione. Certe
leggerezze di ieri fanno il paio con quanto accaduto settimane fa ad
Altivole. Significa che impareremo ad essere molto più pignoli.
Massimo Follesa
portavoce CoVePA ovest VI
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