SABATO POMERIGGIO INTERROTTO DALL'ESPLOSIONE DI UNA MINA DELLA SPV IN VALLE DELL'AGNO.
FRANA A VALLE DEL CANTIERE CHI E' IL RESPONSABILE? SI INDAGHI PERCHE' LE RASSICURAZIONI DI SPV NON SONO SUFFICIENTI.
I TUNNEL SONO REALIZZATI SOPRA IL FRAGILE E PERICOLOSO SISTEMA DEL TORRENTE POSCOLA STUDIATO DAL PROF. D'ALPAOS NEL 1999 E IGNOTO AL PROGETTO DELLA SPV.
Sabato pomeriggio 6/12/14
per chi vi scrive è stato un pomeriggio di acquisti veloci lungo la
statale a Trissino in zona stazione FTV. Tutto è stato scosso e
interrotto da un boato. La commessasi è interrottai, ma non ha fatto in tempo a
spiegarci che era la mina per la costruzione della Galleria di Sant'Urbano, qualche istante dopo abbiamo sentito
tremare lo stabile grazie all'onda d'urto. Corro fuori con mia figlia
più piccola, facciamo in tempo a cogliere il fumo dell'esplosione
alzarsi dal cantiere della SPV che dista non più di 200 mt dal
parcheggio. Devo spiegare di cosa si tratta alla mia figlia
più piccola di 9 anni:””Sono le mine per aprire la galleria
della nuova autostrada SPV nella nostra valle”” quella dell'Agno.
Passano sotto ad una collina storica per l'l'estrazione delle sabbie da fonderia e considerata sicura, ma quello che attrae
il nostro sguardo è quello che nota mia figlia più grande di 14
anni: “”Papà guarda c'è stata una frana, ma è successo
adesso per colpa della mina?””. Si vede ancora il fumo alzarsi dal cantiere uscito dal
tunnel, ma a destra, circa 150 mt più a sud, si vede chiaramente la
traccia del distacco di una slavina di rocce dal costone del colle di
Sant'Urbano tra gli alberi del ripido bosco.
Nella Valle dell'Agno il
versante ovest è il più franoso e lo testimoniano le numerose frane in Comune di Trissino, lungo le pendici vulcaniche del Faldo. Ma qui
a est è tutto più stabile, le rocce sedimentarie hanno segni di
poche frane censite. Tolti i rischi delle doline carsiche e la notavicenda della cava sotterranea di Sant'Urbano, non vi sono altri
elementi di rischio. Anche le tavole del Piano di AssettoIdrogeologico non riportano frane censite.
Ma allora cosa può
essere successo? Può esserci una correlazione tra esplosioni della
SIS e la frana che abbiamo documentato? Abbiamo ancora nelle orecchie
le frasi del capo commessa della SIS il Geom. Salvatore D'Agostino
che ci ha rincuorati il 2/12/14 a Montecchio Maggiore sui monitoraggi
per le vibrazioni che le esplosioni delle mine del tunnel di
Sant'Urbano potrebbero creare. Alla luce dei fatti non gli crediamo e
chiediamo che si attivino i servizi regionali e le autorità
competenti. Chiediamo che la Prefettura di Vicenza indaghi per capire
chi ha creato la frana documentata dalle nostre foto. Il Servizio Forestale Regionale ha messo in sicurezza i cedimenti dell'area della Miniera di Sant'Urbano più a sud, ma prossima all'uscita della
galleria in questione. Sono noti i cedimenti localizzati sulle pendici nei pressi
della Miteni provocati dai terremoti e dalle piogge degli anni
scorsi. C'è da chiedersi se esiste allora una correlazione tra le
esplosioni recenti e il fatto che abbiamo documentato sabato 6
dicembre 2014? Ci domandiamo anche se avvicinandosi alla Miteni il
tunnell della SPV, aperto a colpi di mine non può costituire un
grave rischio per la pericolossissima fabbrica che lavora il cloro al
centro delle note vicende dei PFAS? Che fine ha fatto il materiale
franato? Non può aver ostruito il Torrente Poscola creando un grave
rischio di alluvione a valle in caso di forti piogge?
Sono numerosi gli studi geologici (arenarie e calcari di Sant'Urbano Note Illustrative della Carta Geologica d'Italia fgl.49 VR pp 26 e seg.) ma Il Poscola è stato
studiato dal Professor D'Apaos, che ha prodotto nel 1999 uno studio sul
sistema idrologico in occasione della controversa lottizzazione
industriale Poscole. Essa fu realizzata su un'area SIC-Natura 2000
giusto qualche anno prima che il vincolo fosse imposto. E' lo stesso
vincolo che il SIA di SPV nel 2005 ha dimenticato e che ha costretto
la SPVsrl e il commissario a rifare la Valutazione d'Incicenza Ambientale (VINCA) sul tunnel Maolo-Castelgomberto licenziata il 14 ottobre 2014 a
cantiere aperto, conuna decina di prescrizioni che non limitano il cantiere. Queste in un paese
normale avrebbero voluto dire blocco della galleria per inadempienza
alle norme ambientali e alle direttive europee: invece la Regione
Veneto ne ha dato il via, per mezzo dell'Avv. Furlanis, dipendente della struttura commissariale in conflitto d'interessi.
Su questi fatti il 2
dicembre scorso abbiamo chiesto al geologo SIS se conoscesse il
lavoro del Prof. D'Alpaos senza averne alcuna risposta. Noi lo
abbiamo letto: oltre ad essere un vincolo effettivo per l'area
industriale delle Poscole, si legge che il rischio di alluvione
sull'asta del Poscola (tributario dell'Agno) avrebbe un tempo di
ritorno di 25 anni per quantità di acque meteoriche provenienti dai
colli a nord e a sud del passo di Priabona: i Monti Faedo e Palazzo.
I esso si comprende che la valle di Priabona e i colli a est della
Valle de3ll'Agno hanno un regime separato di falda dal resto della
valle da costituendo un forte pregiudizio per opere che la voglio
attraversare.
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