mercoledì 15 ottobre 2014

SPV+PFOAS: IL M5S INTERROGA I MINISTRI dei TRASPORTI e dell'AMBIENTE

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 Riportiamo l'importante interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle al Ministro delle Infrastrutture e dell'Ambiente riguardo l'interferenza tra Pedemontana Veneta e l'inquinamento da Pfas. Il frutto di un lavoro di fondo si riconosce quando arriva a meta e aspettiamo le risposte chiare, limpide dei ministri e soprattutto la sospensione dei cantieri nelle aree interessate.
   Il documento a firma CAPPELLETTI, GIROTTO, SERRA, SIMEONI, CASTALDI, PUGLIA, LEZZI, AIROLA, MOLINARI, BUCCARELLA, DONNO, si rivolge ai ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio. Premettendo quanto appreso dalla stampa locale, chiede ragione dell'avvio dei cantieri, dal mese di ottobre 2014, e dell'impiego di mine per lo scavo del tunnel di Trissino. E' un'opera del lotto 1B per la costruzione della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta. 
   Le esplosioni nella valle dell'Agno-Guà, in provincia di Vicenza, sotto il colle di Sant'Urbano a Montecchio Maggiore avverrebbero esattamente presso le aree a est dell'impianto Miteni di Trissino, da dove sono generati gli inquinamenti da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), come evidenziato dagli studi dell'ARPAV (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto).

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02751 

Atto n. 4-02751 

Pubblicato il 1 ottobre 2014, nella seduta n. 322 

CAPPELLETTI , GIROTTO , SERRA , SIMEONI , CASTALDI , PUGLIA , LEZZI , AIROLA , MOLINARI , BUCCARELLA , DONNO , GAETTI , CIOFFI , MORONESE , MORRA , PAGLINI , SCIBONA - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. - 

Premesso che si apprende dalla stampa locale dell'avvio dal mese di ottobre 2014 dell'impiego di mine per lo scavo del tunnel di Trissino, opera del lotto 1B per la costruzione della superstrada a pedaggio Pedemontana veneta, che sarebbero echeggiate nella valle dell'Agno-Guà, in provincia di Vicenza; le prime esplosioni sarebbero avvenute sotto il colle di Sant'Urbano di Montecchio maggiore. Quanto descritto avverrebbe esattamente presso le aree a est dell'impianto Miteni di Trissino da dove sono generati gli inquinamenti da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), come evidenziato dagli studi dell'ARPAV (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto); 

considerato che: 

a partire degli anni '70 la falda freatica della media e bassa valle dell'Agno (comuni di Trissino, Montecchio Maggiore, Arzignano) è stata soggetta a numerosi episodi d'inquinamento provenienti dalle numerose attività produttive esistenti nell'area con diffusione di alcune sostanze tra cui i trifluorobenzeni (BTFs) e i derivati azotati; 
come fu successivamente accertato tale contaminazione proveniva dalla stessa area sorgente dell'inquinamento attuale e interessò un'estesa parte dell'area ora contaminata da PFAS; 
più recentemente, a seguito della segnalazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (prot. n. 0060628 del 4 giugno 2013) ulteriori indagini del dipartimento ARPAV di Vicenza in collaborazione con altre strutture dell'Agenzia e della Regione hanno permesso di accertare un nuovo e più grave episodio di contaminazione caratterizzato della dispersione nelle acque sotterranee e superficiali di PFAS in corrispondenza dell'area di pertinenza dello stabilimento chimico Miteni SpA di Trissino in località Colombare; 
il Ministero della salute, con nota prot. 2565 del 29 gennaio 2014, recependo il parere dell'Istituto superiore di sanità (Iss) prot. 16 gennaio 2014 - 0001584 su "Acqua destinata al consumo umano contenente sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque della Provincia di Vicenza e Comuni limitrofi", ad integrazione di quanto già rappresentato con nota ISS prot. 0022264 - 7 giugno 2013, ha ribadito la raccomandazione di assicurare adeguate misure di prevenzione della contaminazione delle acque di origine e, a livello impiantistico, ha chiesto la progettazione, l'impiego e le sviluppo di tecniche di assorbimento e/o filtrazione attraverso membrane di provata efficienza per la rimozione di PFAS nella filiera di produzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano; 
altri studi evidenziano che per valori fuori norma come riscontrato nelle acque potabili di una vasta zona dell'ovest vicentino è indispensabile attuare azioni di prevenzione integrata volte a ridurre la contaminazione nell'acqua ad uso irriguo e zootecnico, a regolamentare l'uso di ammendanti agricoli provenienti dal ciclo di potabilizzazione e depurazione delle acque e, ove necessario, a limitare in modo selettivo il consumo degli alimenti prodotti in loco; 
in particolare l'ARPAV ha provveduto ad eseguire approfonditi studi resi pubblici nel proprio sito quali la "Campagna di misura delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei punti di monitoraggio della rete regionale acque sotterranee autunno 2013 - allegato 1", la "Campagna di misura delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque superficiali del marzo 2014", la "Campagna di misura delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei punti di monitoraggio della rete regionale acque sotterranee primavera 2014 - allegato 1", la nota tecnica sullo "Stato dell'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in provincia di Vicenza Padova e Verona - aspetti geologici e idrogeologici la rete idrografica, il sito potenzialmente inquinato e prima delimitazione dell'inquinamento 30 settembre 2013", presentati alla XII conferenza del sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, tenutasi a Roma il 10-11 aprile 2014, nei quali ha comunicato la mappa di sintesi "La contaminazione diffusa da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel Veneto - Azioni di controllo integrato"; 
a giudizio degli interroganti gli studi effettuati sulle acque sotterranee e superficiali dall'ARPAV in relazione alle aree delle province di Vicenza, Verona e Padova interessate dai riscontri della presenza delle sostanze perfluoro alchiliche dovrebbero essere acquisiti e dettagliati da parte dell'amministrazione regionale competente per la costruzione della superstrada a pedaggio Pedemontana veneta (SPV) e da parte del commissario straordinario incaricato dell'attuazione ingegner Silvano Vernizzi; 

considerato inoltre che: 

il commissario straordinario per la realizzazione della SPV con decreti n. 121 e n. 122 del 23 dicembre 2013 ha approvato rispettivamente la progettazione esecutiva del lotto 1, tratti A e B, pubblicati nel Bolletino ufficiale della Regione il 3 gennaio 2014, e la planimetria generale del lotto 1B; 
sono stati avviati i cantieri del lotto 1, tratto B, alla presenza del presidente Zaia e dell'assessore Chisso presso la base logistica a Brogliano nella valle dell'Agno; 
la documentazione tecnica depositata sul sito del commissario straordinario rileva in dettaglio, alle tavole del lotto 1, tratta B, del progetto esecutivo planimetrie di progetto su rilievo tavola 2/9 da PK 1+000 a PK 1+700, tavola 3/9 da PK 1+700 a 2+800 4/9 da PK 2+800 a PK 4+100, ben due attraversamenti del torrente Poscola, il primo risalendo da sud verso nord al chilometri 1+580,72 in cui l'infrastruttura sovrapassa il corso d'acqua posto in un tubo scatolare idraulico di metri 12 per 4; il secondo attraversamento del Poscola avviene più a nord in corrispondenza del chilometro 3+164,80 dove l'infrastruttura viene posta in galleria artificiale per circa 856 metri con una profondità di 11 metri della carreggiata rispetto alla quota del terreno di campagna, come si riporta nel progetto esecutivo profilo longitudinale asse nord tavola 4/10 da PK 3+075 a PK 3+690,15. Da quest'ultimo si evince che la struttura della galleria artificiale poggia su paratie verticali di sostegno ai tegoli della struttura della copertura, che possono raggiungere i 25 metri di profondità massima (progetto definitivo allegato n.2383 c. 40 opere d'arte maggiori, gallerie artificiali, galleria artificiale tipo C "Poscola", relazione di calcolo delle sottostrutture pag. 31 e progetto definitivo allegato n. 2386 c. 40 Opere d'arte maggiori, gallerie artificiali, galleria artificiale tipo C "Poscola", profilo longitudinale asse nord e schema di sintesi) con uno sviluppo di una paratia lungo il lato nord dell'asse stradale di circa 1.600 metri, tali da costituire una barriera continua dalla galleria di Sant'Urbano posta trasversalmente al corso del torrente Poscola, ben oltre fino ai campi in corrispondenza della ex stazione delle Ferrovie tramvie vicentine della frazione di Ghisa a Montecchio maggiore a sud della strada comunale che collega la ex strada statale 246 con la zona industriale di Tezze nel comune di Arzignano; 
la nota tecnica sullo "Stato dell'inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) in provincia di Vicenza Padova e Verona - aspetti geologici e idrogeologici la rete idrografica, il sito potenzialmente inquinato e prima delimitazione dell'inquinamento 30.09.13" alle pagine comprese tra 9-12, 16-17 e 41 individua in questo tratto del torrente Poscola il principale percorso di dispersione del lume delle sostanze perfluoro-alchiliche dallo stabilimento di Trissino; 
le opere di SPV possono costituire un rischio reale in grado di deviare o interferire con il flusso inquinato (considerate le profondità delle opere e gli alti livelli della falda di questi ultimi tempi), flusso individuato dall'ARPAV per una larghezza non superiore ai 200-250 metri lungo l'asta meridionale del Poscola, affluente dell'Agno-Guà. Pertanto a parere degli interroganti vi è un reale e grave pericolo imminente per i siti pubblici di prelievo delle acque potabili e per i pozzi privati posti a ovest dell'area inquinata e non ancora interessati dai PFAS; 
in questi giorni si stanno avviando le attività volte allo sparo delle mine per la costruzione della galleria di Sant'Urbano proprio a ridosso dell'area industriale dove lo studio ha evidenziato i principali sversamenti delle sostanze perfluoro-alchiliche e gli studi dell'ARPAV non nascondono l'eventualità che questi infiltrino il sistema carsico della dorsale est della valle dell'Agno fino a interessare le aree a nord di Altavilla e Creazzo, 

si chiede di sapere: 

se i Ministri in indirizzo intendano, nell'ambito delle rispettive competenze, attivarsi presso le Amministrazioni competenti al fine di accertare: quali siano le direttive emesse dalla Regione per verificare i rischi per l'approvvigionamento idrico e per la salute pubblica derivanti dalle interferenze dai cantieri SPV nella valle dell'Agno-Guà con la falda inquinata riferibile all'area individuata dall'ARPAV; se il commissario straordinario abbia acquisito i dati citati in premessa e quali siano le direttive che egli abbia emanato per verificare i rischi per l'approvvigionamento idrico e per la salute pubblica derivanti dalle interferenze dai cantieri SPV nella valle dell'Agno-Guà con la falda inquinate riferibile all'area individuata dall'ARPAV; se sia stata chiesta agli uffici competenti della Regione la verifica della progettazione esecutiva e della valutazione d'impatto ambientale dove maggiore è l'inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche, soprattutto in relazione agli scenari di alterazione e di possibile inquinamento per i pozzi dell'ovest vicentino e dell'est veronese, finora esenti dall'interessamento del lume degli inquinanti, della cosiddetta falda del torrente Poscola interferita dai cantieri della SPV; 

se intendano, nei limiti delle proprie attribuzioni, adoperarsi affinché si giunga alla sospensione dei lavori nell'area individuata dall'ARPAV compresa nei Lotti 1A e 1B della SPV nei comuni di Brendola, Montecchio maggiore, Trissino, Castelgomberto e Brogliano interessati dalle interferenze tra il tracciato di SPV e il corso del torrente Poscola e, di conseguenza, affinché sia condotto un approfondito studio di dettaglio sugli effetti e i potenziali rischi che potrebbero compromettere altre aree finora escluse dagli inquinamenti da PFAS; 

se corrisponda al vero quanto riportato dalla stampa locale e, nel caso, se si intenda procedere alla verifica degli impatti e dei rischi generati dalle attività di cantierizzazione nella valle dell'Agno-Guà di sparo delle mine della galleria di Sant'Urbano e degli attraversamenti del torrente Poscola a Montecchio maggiore.

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