Da CDSTValleAgno2010 Il 25 gennaio scorso a San Zenone in provincia di Treviso almeno 150 persone hanno partecipato all'incontro del CoVePA sull'impatto della SPV quel comune. Marco Milioni presentando il suo libro "Strada Chiusa", ci ha raccontato chi la vuole. Massimo Follesa ha raccontato con un lungo intervento chi la paga, dimostrando che i cittadini veneti la pagheranno tre volte. Alberto Baccega ci ha spiegato dove passa, dove potrebbe passare le alternative stradali e ferroviarie. Tra gli interventi del pubblico non è mancato quello del Sindaco di San Zenone. Ovviamente vuole l'autostrada perchè dobbiamo muovere le merci più velocemente possibile, anche quelle dell'azienda dove lavora lui, insomma la strada non porta carestia. Però si è dimenticato di dirci che lavora alla Pengo di Bassano! Gli amici di Breganze la conosco bene perchè molto chiacchierata. Si è parlato di quella azienda poiché sarebbe dietro alle acquisizioni di certe aree attorno al nuovo casello. Aree che il PATI di Breganze riservava per la produzione agricola e alimentare di qualità.
Milioni si è addentrato negli intrecci tra politica veneta e politica nazionale. Ha parlato delle relazioni pericolose in odore di corruzione e malgoverno, ricordando i rapporti con i cosiddetti prenditori della terra veneta. Infine si è soffermato sulle inchieste che hanno delineato il percorso dell'impresa che fin qui ha guidato la realizzazione della SPV. Milioni alla fine del suo intervento ha sottolineato il filo rosso sulle difficoltà finanziarie internazionali dei soci spagnoli della famiglia Dogliani capofila della associazione di imprese per la Pedemontana Veneta. Non ha mancato di parlarci delle infiltrazioni della malavita organizzata che sono state segnalate nei cantieri di Brancaccio a Palermo dove il Concessionario di SPV stà costruendo la metropolitana.
Follesa ha saputo delineare un percorso complicato, ma ha dimostrato che alla fine saranno i cittadini veneti a pagarla tre volte: con i super pedaggi, con le tasse, con i ristori del bilancio regionale per coprire il calo di traffico. L'architetto si é addentrato nella ragnatela dei reati segnalati con gli esposti alle procure di Bassano, di Venezia e della Corte dei Conti. E' stato evidenziato ancora una volta la mistificazione e il reato penale della negazione del contratto con la convenzione e gli allegati ai 41 ricorrenti del ricorso ancora pendente al TAR Lazio. L'intervento ha sottolineato infine le ragioni dell'insostenibile operazione finanziaria: essa si basa su un Project Financing che già al momento dell'approvazione poggiava su dati economici fuori legge se verificati i veri flussi di traffico. Inoltre il PF si baserebbe sulla copertura dei rischi di mercato nel caso di flussi al di sotto dei 25.000 veicoli equivalenti al giorno, poiché a fronte di un contributo pubblico in conto capitale di 173 mln di € (su 2.500 mln complessivi), vi sono circa 25 mln di € all'anno erogati in conto esercizio per i 39 anni della durata del contratto.
Alberto Baccega ci ha presento una visione che vuole eliminare la necessità di una autostrada. ha parlato di una soluzione che regola la Gasparona nuova rettificando accessi e migliorando le condizioni di sicurezza senza le quattro corsie. Per il trevigiano ci ha rappresentato una soluzione che consente di collegare il nord della pedemontana con il montebellunese e la valle che conduce a Belluno e a quella autostrada. Ci ha mostrato come può avvenire l'integrazione in quest'area tra la ferrovia e la mobilità su gomma. Con lui abbiamo parlato anche di costi che in questa fase preliminare abbiamo immaginato in 500 mln di € per la parte ferroviaria e in poco meno del doppio per quella destinata alla mobilità su gomma. Abbiamo descritto anche una serie indispensabile di direttrici verso nord e sud, che nel nodo di Rosà devono essere a Est di quell'abitato. L'ingegner Baccega ci ha spiegato infine come sia possibile dotare l'area pedemontana di una serie di mini-hub ferroviari raggiungibili in 30-40 minuti con la gomma, per poi avere un vero centro si scambio generale e di area vasta a Castelfranco o a nord di questo importante centro della mobilità veneta.
Alberto Baccega ci ha presento una visione che vuole eliminare la necessità di una autostrada. ha parlato di una soluzione che regola la Gasparona nuova rettificando accessi e migliorando le condizioni di sicurezza senza le quattro corsie. Per il trevigiano ci ha rappresentato una soluzione che consente di collegare il nord della pedemontana con il montebellunese e la valle che conduce a Belluno e a quella autostrada. Ci ha mostrato come può avvenire l'integrazione in quest'area tra la ferrovia e la mobilità su gomma. Con lui abbiamo parlato anche di costi che in questa fase preliminare abbiamo immaginato in 500 mln di € per la parte ferroviaria e in poco meno del doppio per quella destinata alla mobilità su gomma. Abbiamo descritto anche una serie indispensabile di direttrici verso nord e sud, che nel nodo di Rosà devono essere a Est di quell'abitato. L'ingegner Baccega ci ha spiegato infine come sia possibile dotare l'area pedemontana di una serie di mini-hub ferroviari raggiungibili in 30-40 minuti con la gomma, per poi avere un vero centro si scambio generale e di area vasta a Castelfranco o a nord di questo importante centro della mobilità veneta.
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