giovedì 28 marzo 2024

SOSPENDERE LA CIRCOLAZIONE NEI TUNNEL SPV! IL COVEPA VUOLE CHIAREZZA SULLO STATO DELL'AREA SIC POSCOLE, DEI COLLAUDI E DELLA STRUTTURA LESIONATA DEI TUNNEL SPV DELLA VALLE DELL'AGNO

Il 27 marzo 2024 in mattinata ho depositato un esposto ai carabinieri forestali di Recoaro Terme nella mia veste di vicepresidente della associazione CoVePA. Il nostro coordinamento ha preso questa decisione a fronte delle numerose ed inquietanti notizie di stampa in riferimento allo stato di salute dei tunnel della Spv Superstrada Pedemontana Veneta. Abbiamo chiesto alle autorità lumi sulle crepe nonché sulla chiusura parziale di una galleria. Ancora, sempre sulla scorta di alcune inchieste pubblicate sui media, abbiamo altresì chiesto di indagare anche sul complesso degli iter autorizzativi che riguardano l'opera, tunnel in primis. Aggiungo peraltro che quella porzione della provincia di Vicenza attraversata dalla Spv tra Valle dell'Agno e comprensorio del Leogra, è già stata oggetto di specifiche segnalazioni da parte nostra alla autorità giudiziaria: a partire dalla necessità di valutare ogni tipo di danno ambientale inferto al territorio. Tra le questioni degne della massima attenzione segnaliamo in questo la presenza dei temibili derivati del fluoro, i Pfas, rilevati dall'ARPAV in concentrazioni da incubo proprio a ridosso dei cantieri Spv nei pressi di Castelgomberto e non solo. Abbiamo chiesto lumi sullo stato delle indagini in riferimento ai danni ambientali apportati all’area SIC Natura 2000 delle Poscole gravemente danneggiate e trasformate in un nauseabondo ristagno di acque ferme. Il sito tutelato dalle norme dell’UE e della Repubblica Italiana è del tutto compromesso rispetto allo scorrimento delle acque sia in profondità che in superficie. Situazione che ha gravemente e irrimediabilmente compromesso il biotopo e la vita animale e vegetale della zona umida.

I FATTI

In data 27 dicembre 2023 è stato  depositato un esposto inerente la situazione ambientale della Superstrada Pedemontana Veneta in riferimento alla possibile contaminazione da Pfas ascrivibile all'opera che richiamava fatti nuovi e i precedenti esposti . Stando alle fonti le problematiche relative alla suddetta opera si sono moltiplicate. In data 28 febbraio 2024 il quotidiano Vicenzatoday.it dava conto della chiusura di una parte della galleria Spv da Castelgomberto in direzione Malo per ragioni ascrivibili ad alcune infiltrazioni d'acqua, nella stessa giornata il CoVePA ha pubblicato un video che riportava una serie di allagamenti in entrambe le canne del suddetto tunnel. In data 5 marzo 2024 l'emittente televisiva Tva Vicenza, sempre sullo stesso filone, documentava la presenza di crepe sulla volta delle gallerie Spv nell'Ovest vicentino . Sono emerse poi forti carenze finanziarie nel bilacio di previsione della SPV, tali da generare un mostruoso debito per le casse e per il bilanco regioanli, capace di compromettere la sanità pubblica veneta, come ha evidenziato il consigliere regionale Andrea Zanoni che ha presentato un documentato esposto alla Corte dei conti del Veneto.

Visti i potenziali rischi della situazione in essere, è stato chiesto di valutare tutti i profili penalmente rilevanti e in particolare di considerare il pericolo, il rischio di disastro e il caso dell’articolo 432 del CPP relativo all'attentato alla pubblica circolazione. Vale la pena ora di concentrare l'attenzione a quanto altro emergesse in merito ai collaudi esercitati dai soggetti che notizie di stampa pubblicate da l’Espresso nel numero diFebbraio online, ascrivono agli ingegneri Stefano Liani e Eutimio Mucilli di Anas. 

IL SEQUESTRO DEI TUNNEL

A tale proposito giova ricordare i fatti che hanno preceduto quanto esposto qui e risalenti alle precedenti inchieste della Procura della Reppublica di Vicenza che la stampa ha riportato proprio sui materiali che ora a tre mesi dalla inaugurazione del tunnel in oggetto emergono come premonitori. 

Si valuti a tal proposito le notizie di stampa emerse con l’articolo de IL FATTOQUOTIDIANO. In esso nel 2017 si faceva esplicito riferimento alle mancanze di certificazioni proprio sui materiali che hanno evidenziato dei limiti nella gestione delle acque e nella gestione degli sforzi strutturali di un tunnel. Pertanto va indagato quanto effettuato in fase di collaudo comprendendo nelle indagini anche il Tunnel di Trissino oltre a quello già citato di Malo-Castelgomberto compresi tutto quanto annesso e connesso alla fase di certificazione tecnica, amministrativa e di collaudo dell'infrastruutura dei tunnel e dell'opera.

IL VULNUS SULLE OPERE: IL DISSEQUESTRO DEL 2019

Una cattiva interpretazione delle Norme Tecniche di Costruzione aggiornate nel 2018, ha consentito il dissequestro e vanificato le attività della Procura di Vicenza. In esse però non si suddivide le strutture in temporanee e permanenti come assunto nella relazione alla base del giudizio di dissequestro delle opere della SPV del Tribunale del Riesame dell’inizio del luglio 2019, che consentì il dissequestro dei tunnel in questione. Soprattutto non le differenziano nei termini del requisito base di resistenza meccanica e stabilità e quindi della sicurezza, che va comunque ad esse conferito mediante l'impiego (7° comma del § 2.1) di materiali marcati CE o qualificati ai sensi del 3' comma del 5 11.1. 

Di conseguenza l'affermazione nella perizia assunta dal Riesame: "le "strutture temporanee" non sono "strettamente" soggette al possesso del requisito base numero 1 e quindi in esse possono essere impiegati materiali non qualificati" che attribuisce ad una "struttura temporanea" una minore importanza in termini di resistenza e sicurezza rispetto alla "struttura permanente", manca del suo fondamento. D'altra parte, se si impiegano materiali non qualificati, gli stessi materiali sono per definizione privi del requisito di resistenza assunto in progetto, requisito che viene a mancare anche nella struttura con essi realizzata. Infine, anche l'affermazione secondo la quale "va fatta distinzione tra rivestimento provvisorio e rivestimento definitivo e che le leggi e le norme di interesse (§ 11.1 nelle NTC, ndr) trovano applicazione in senso stretto solo per quei materiali e prodotti che devono garantire la resistenza meccanica e stabilità di un'opera in modo permanente" e che "è possibile perciò l'utilizzo nella fase provvisoria di altri materiali", risulta priva di un fondamento riscontrabile nella dottrina interpretativa delle Norme Tecniche di Costruzione. 

L'EQUIVOCO TRA PROVVISIONALE E PROVVISORIO RISOLTO CON I COLLAUDI

Infatti la struttura provvisionale (o fase) definita impropriamente "provvisoria" rientra nella categoria di strutture con minore durata di vita nominale, per le quali è comunque obbligatorio il possesso del requisito base di resistenza, possibile solo con l'impiego di materiali qualificati ai sensi delle NTC.Dunque il dissequestro fa sì che la struttura resistente di prima fase della galleria naturale della SPV, realizzata con barre di acciaio non obbligatoriamente qualificate ai sensi delle NTC, sarebbe potenzialmente priva del requisito base numero 1 di cui all'Allegato I del Regolamento UE 305/2011 "resistenza meccanica e stabilità" e quindi sarebbe potenzialmente mancante dei presupposti per essere collaudata e posta in servizio, ovvero per consentire l'avanzamento dello scavo in condizioni di sicurezza come stabilito col principio fondamentale enunciato nel 1° comma del § 2.1 delle NTC.

Tra i materiali sequestrti risultavano poi tutta una seria di materiali come pozzetti e tubazioni, destinati allo smaltimeto e alla gestione idraulica dei tunnel collocati in una delle aree a più alta piovosità nazionale. Va indagato dunque l'impatto di tali impieghi sulla situazione dei sistemi di saltimento delle acque sotterranee e di falda che infiltrano i tunnel. Va compreso chi e con quali responsabilità ha prodotto la certificazioni dei sitemi impiegati dto che non è sufficiente l'attività di collaudo e certificazioni sui singoli elementi, ma sul sistema applicato. Il Tribunale del Riesame prendeva esplicitamente in carico la questione dei collaudi attribuendo a questi una valemnza determinante citando i commissari come valenti professionisti a cui credo sia giunto il momento di chiedere che vengano fatti i nomi e di porre le domande giuste.

Per tali ragioni dato che le norme tecniche di costruzione consentono la certificazione ex post e il conseguente collaudo è fondamentale di indagare queste due fasi ed eventualmente procedere alla sospensione dei transiti nei due tunnel di Malo-Castelgomberto e di Trissino 

Massimo M. Follesa portavoce CoVePA ovestVI

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