sabato 16 dicembre 2017

PEDEMONTANA VENETA: 'NDRANGHETA A TRISSINO. INTERDITTIVA ANTIMAFIA A UN IMPRENDITORE DEL SETTORE RISTORAZIONE

Il CoVePA ha visto con lungimiranza la questione delle infiltrazioni mafiose affrontate con il Prof. Enzo Guidotto in un incontro proprio a Trissino il 6 ottobre scorso. Avevamo ragione a lanciare l'allarme sui contesti sociali e politici nel territorio della Pedemontana Veneta, dove le situazioni che emergono ora mettono in luce la permeabilità concreta del tessuto economico, sociale e politico. E' stato un incontro che inconsapevolmente ha anticipato i fatti emersi oggi a Trissino sulla rete.  Il Giornale di Vicenza(16.12.17p.20) e il Corriere del Veneto(16.12.17p.13), parlano
del coinvolgimento con la cosca di Cirò in Calabria di una  una attività di ristorazione nel comune Trissino.
Si tratta di un comune all'inizio del tracciato della Pedemontana Veneta. Ad un esponente della famiglia Aloe è stata ritirata la capacità di operare dopo che dal 2015 aveva avviato una pizzeria, coinvolgendo la compagna appartenente  a una nota famiglia di imprenditori trissinesi.  In quel locale, le due testate riportano con dovizie di particolari, la presenza di noti pregiudicati per reati specifici in ambito mafioso, come pure lo era il titolare dell'azienda a cui è stata ritirata la capacità di agire. La Valle dell'Agno è una delle località dove le attività economiche hanno subito con grave impatto le conseguenze della crisi economica, rendendo questo tessuto debole costituzionalmente, per i beni informati si deve guardare con preoccupazione la vicinanza anche ad alcuni ambienti politici locali. 

In quella serata Guidotto ha sottolineato che il concetto di infiltrazione per le mafie, è ormai superato: il contesto e i fatti portano a ritenere che si tratti di colonizzazione e radicamento, poiché siamo di fronte a un  corpo sociale, economico e politico permeabile, in grado di assorbire o richiamare queste tossine. Questa riflessione è stata ripresa di recente anche a Bassano del Grappa con il consigliere regionale Andrea Zanoni insieme al Prof. Guidotto, dove durante un incontro abbiamo affrontato il caso delle insufficienze del patetico caso del protocollo antimafia per la Pedemontana Veneta. E' emerso in quella sede che tale documento seppur approvato dalla giunta regionale il 24 ottobre ultimo scorso, non sia ancora stato sottoscritto dalle prefetture di Treviso e di Vicenza, ne tanto meno dalla SIS, dal buon Corsini e dalla Ass. De Berti. I fatti di Trissino sono allarmanti poiché si svolgono a ridosso del cantiere più grande d'Italia secondo Zaia, perché la SIS ha già lavorato nel 2°maxilotto della Salerno-Reggio Calabria, e perché il concessionario di SPV ha già avuto pessimi rapporti con la mafia nel cantiere di Palermo della metropolitana. 

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