Oggi
dopo le 14 si è verificato un crollo devastante nel cantiere di SIS
nella zona industriale di Castelgomberto. È crollata la volta della
galleria della Pedemontana Veneta al suo imbocco in Valle dell'Agno.
Si tratta dei primissimi metri che si inabissano della Valle di
Priabona, in direzione est, proveniendo in trincea profonda 15 metri
da Brogliano.
Il
fondo del torrente Poscola e oltre 40 metri di argine sono piombati
25-30 metri più in basso alla base del tunnel di quasi 7 km, il più
grande della della Montecchio-Spresiano. La situazione è apparsa
subito gravissima, dato il nervosismo delle maestranze e dei tecnici
che tentavano di impedirci di documentare lo stato dei fatti. Le
discussioni con gli
espropriati delle aree a confine non ancora
pagati, erano pesanti. Ma ora la SIS occuperà nuove aree per
rimediare a un grave danno che il suo cantiere ha provocato a tutta
l'area intorno. Inutile il tentativo dei tecnici di nascondere e
minimizzare la realtà e l'evidenza dei fatti che apparivano dagli
argini del Torrente Poscola.
Come
sia stato possibile che nessun operaio abbia subito conseguenza
gravissime, come quelle già verificatesi nel lato di Malo con il
decesso di un operaio, è difficile da spiegare. La volta è venuta
giù portandosi dietro argine e torrente, che carico d'acqua, ha
fatto il resto trasformando il danno in una voragine di 25 per 40
metri, profonda quasi 30 metri.
Alle
17 è cominciata la spola dei camion di SIS per riempire la voragine.
Una prima messa in sicurezza del cantiere ha comportato lo
sbarramento delle acque del Poscola e il taglio dell'argine nel lato
di monte. Questo ha provocato lo sversamento delle acque provenienti
da Priabona, dal Monte Faedo e dal Monte Palazzo, nei terreni verso
la contrada Canton. La pericolosità della situazione è aggravata
dall'incombente mal tempo, per gli abitati a sud della zona
industriale di Castelgomberto. L'allagamento dei campi è stata la
sola condizione per impedire il completo allagamento della Galleria e
delle trincee. I tecnici di
SIS ipotizzano di deviare il torrente e
ricondurre le acqua nel Poscola più a valle. Le immagini non
lasciano scampo alla gravissima situazione che a nostro giudizio
trova radici nella totale mancanza di valutazione tecnica, ambientale
e di impatto del progetto di SPV. Queste del Poscola sono aree
risorgive, di rilevante interesse ambientale e tutelate come sito di
importanza comunitaria appartenente alla rete Natura 2000. Per queste
i comitati di Montecchio e il CoVePA avevano presentato dettagliati
esposti sulle carenze della valutazione ambientale e sul rischio
idrogeologico, adesso i fatti ci danno ragione. Soprattutto questo
tunnel appare non tenere in giusto conto il rischio e le condizioni
metereologiche, se sono bastati pochi millimetri di pioggia a
provocare un tale danno dopo una delle estati più torride degli
ultimi 100 anni. Va infine ricordato che le condizioni di sicurezza
di questo progetto sono evidentemente tirate al limite e speriamo che
queste portino una ulteriore azione della magistratura fino al
sequestro conservativo dei luoghi per capire cosa stia accadendo. Il
rischio che si verifichino altri crolli è altissimo non solo per chi
è coinvolto nel lavoro ma anche all'esterno dell'area di cantiere.
Va sottolineato il fatto che queste aree erano aperte e libere al
transito. I rischi di ulteriori crolli nei campi circostanti, con
l'avanzare del tunnel, non si può escludere. Il futuro inoltre può
riservare alla galleria l'impatto di grandi masse d'acque
sotterranee. Sono le stesse che tra il dicembre del 2010 e il gennaio
2011 hanno determinato l'allagamento dell'innesto della Pedemontana
Veneta con la statale 11 ad Alte di Montecchio Maggiore. In somma un
futuro nero per i costi della galleria e dell'opera tutta, ma
soprattutto per i suoi tempi di realizzazione.
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