lunedì 21 marzo 2016

SPV: LIBRI IN TRIBUNALE? L'ALLARME DEL SENATORE M5S CAPPELLETTI

SU VICENZAPIU' ONLINE è APPARSO IL COMUNICATO DEL SENATORE CAPPELLETTI CHE LANCIA UN GRAVE ALLARME SULLO STATO ATTUALE DELLA SVP, AL DI LA' DEI TRIONFALISMI. DELINEA IL CONCRETO RISCHIO CHE SIANO DEPOSITATI IN TRIBUNALI I LIBRI DI SPV SE I TRE BUSSOLOTTI DEI FINAZIAMENTI PUBBLICI, PRIVATI E FINANZIARI RESTERANNO VUOTI.
Alcuni mesi addietro, il Commissario per la Pedemontana Veneta, in una intervista al TG3 regionale del Veneto, era addirittura arrivato a sostenere che avrebbe riscosso la garanzia nel caso in cui la SIS Società Consortile per Azioni non avesse saputo trovare i soldi per costruire la SPV entro marzo 2016. Aveva addirittura affermato in pratica la possibilità di rescindere il contratto di concessione con SIS SCpA, fatto che nasconderebbe il rischio di fallimento della società per l'attuazione del project-financing dell'infrastruttura così fortemente sostenuta da Galan, Chisso e Zaia.

In questi giorni dalla Pedemontana Vicentina e Trevigiana si sentono gli echi delle esplosioni dalle gallerie e i rombi delle ruspe dalle trincee, pare che abbiano raddoppiato i turni di lavoro. Siamo al “facite a muina” napoletana. Sia ai livelli intermedi che a quelli massimi, i noti advisor anglosassoni starebbero facendo le pulci all'opera prima di confezionare la scatola per le obbligazioni da porre sul mercato internazionale e, avendo mandato anche loro rappresentanti in Veneto, i cantieri si sono scatenati. Ovviamente al raddoppio dei lavori corrisponde un raddoppio delle fatture da pagare. Sembra quasi una partita a poker: invece di lasciare raddoppiano la scommessa. Ai più informati del settore è chiaro che gli anglosassoni non sono le banchette italiane indulgenti e senzienti, ma sembrerebbe che stiano letteralmente contando i peli ai piani alti di SIS, chiedendo l'aggiornamento di tutta la questione progettuale, tecnica e finanziaria, e facendo emergere i reali stati e rischi dell'opera. Il soggetto che deve costruire la scatola non vorrà certo perdere la faccia con un'opera che, sebbene sia finanziata largamente dal pubblico, rimane fortemente a rischio per l'incapacità del sistema bancario e finanziario veneto di coprire i fondi a carico del privato. Pur trattandosi di una scatola che dovrebbe essere poi riempita, la confezione del pacchetto per le obbligazioni andrebbe poi valutata da un certificatore terzo e indipendente del settore finanziario internazionale, come nel caso di CAV. 
 Questo rappresenta un vero e proprio scoglio: ci si chiede quale potrà essere il rating di una società concessionaria che a dicembre 2014 aveva costruito il 7% (cfr. SILOS Cam.Deputati – Corr.Plur.Padano sch.n.29) ed in un anno ha raggiunto soltanto il 16,41% dell'opera (cfr. CorteConti Del.n.18/2015/G). Inoltre, la stessa società sarebbe priva di risorse proprie e con pessimi precedenti visto che ha prodotto ben due piani finanziari, quello del 2009 e del 2013, del tutto inaffidabili.
 Infine, il concessionario sarebbe in evidente difficoltà qualora dovesse essere confermata la notizia relativa al capitale societario, in quanto sembrerebbe che non sia stata raggiuta la somma prevista dal contratto di concessione pari 500 mln di euro.
 Gli interrogativi pesano ancor di più se si tiene conto che secondo talune indiscrezioni, pur se ancora da accertare, il documento di programmazione economica e finanziaria della Regione Veneto avrebbe assegnato poco meno di 100mln di € per tutto il 2016 e che la ricognizione della Corte dei Conti avrebbe sospeso i flussi governativi attraverso l'unità di missione grandi opere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In entrambi i casi è lecito domandarsi quando potrà usufruire di questi ulteriori fondi pubblici la SPV? Di certo non ora e per questo è lecito supporre la grave carenza di liquidi poiché, nonostante la “muina”, sempre di più si innnalzano le voci di aziende e operai che non vengono pagati da mesi.
 Quindi, aprire la prima galleria, dichiarare che il 30% dell'opera è ormai pronto, che il resto arriverà nel 2017, spremere i sub appaltatori, mettere sotto torchio gli operai con turni anche doppi, può solo nascondere il grande rischio della SPV.
Per il 2016 sono in ritardo i fondi pubblici e si annunciano gravi problemi di liquidità e, dunque, forse neanche il lancio della scatola con i bond internazionali potrebbe eliminare il rischio che SPV porti i libri in tribunale trascinando con se le numerose imprese in subappalto e tutto un territorio che ha creduto prima a Galan e Chisso e che ora crede a Zaia e De Berti.

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