martedì 14 luglio 2015

IL MIO NOME è BOND MA ANCHE ZIU TANO - Comunicato Stampa 12/07/2015

bari.ilquotidianoitaliano.it
Massimo Follesa portavoce del CoVePA per l'ovest vicentino durante una intervista a Marco Milioni parla della vicenda espropri relativi alla Pedemontana Veneta. Ma soprattutto commenta le indiscrezioni giornalistiche che parlano di obbligazioni che starebbero per essere emesse con la consulenza di Jp Morgan per supportare finanziariamente un progetto che sembra avere poco brio in corpo. Mette in luce che con i bond per SPV si apre la porta ai finanziamenti della malavia organizzata nascosti nelle finanziarie anonime straniere e italiane, in accordo che le tesi più avanzate della direzione investigativa antimafia.
Abbiamo trovato conferma alle illazioni delle ultime ore nella dichiarazione sintetica della agenzia americana Project Finance International - Thomson Reuters - EMEA News. Secondo quanto abbiamo tradotto questo è quanto sostengono nel lancio di agenzia del 17 giugno 2015: JP Morgan sta  lanciando un finanziamento in project bond da 1.5 mld di € con la Sacyr - sponsor capo della strada a pedaggio in PPP (PartnernariatoPubblicoPrivato) Pedemontana Veneta nell'Italia settentrionale, che secondo nomerose fonti sta per raggiungere l'obiettivo. Si è inteso che la banca stia cercando di offrire una struttura di garanzia (bond) scoperta e impegnativa, la quale porta con se il rischio traffico benchè sia mitigato comparato con le altre strade a pedaggio italiane.
Risulta evidente che si sta considerando il rischio traffico come un fattore penalizzante rispetto alla operazione anche se se ne ridimensiona la portata, che secondo noi è premessa per annullare nei fatti tuute le richieste iniziali della viabilità non a pagamento. Questo rischio grave dato dai mancati pedaggi intacca la viabilità libera, e soprattutto ricade sul finasnziamento pubblico unica garanzia residuaper chi investe nei bond. Questa è una responsabilità politica della Giunta del Veneto, del suo assessore De Berti e di Luca Zaia a cui chiediamo un incontro e uno stop per verificare la effettiva finanziabilità dell'opera, è una questione di ragionevolezza, buon senso e buona amministrazione

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