giovedì 2 maggio 2013

IL GIOCO DELLE TRE CARTE


Ritorniamo sui 330 mln€ mancanti al Piano Economico Finanziario della SPV per dare qualche dettaglio. Innanzitutto il PEF non regge e non reggerà come abbiamo denunciato alla Corte dei Conti nel 2012. Infatti i conti non tornano poiché sia il commissario che il concessionario fanno il gioco delle tre carte con computi, quadro economico e progetto. SIS ha chiesto a settembre 2010 un importo per costruire il progetto definitivo pari 2308 mln€, quindi per le richieste del consorzio i conti del PEF non quadrano per 508 mln€ tenendo conto dell'importo di aggiudicazione di gara pai a circa 1800 mln€. Sulla base delle precedenti esperienze come il Passante di Mestre, ci si può aspettare ulteriori aumenti con la progettazione esecutiva. Vernizzi nel decreto approva il definitivo per 2130 mln€(pag.3 Dec.n.10 20.09.10), e afferma che questa partita del PEF sarà definita solo nella fase esecutiva. 
Lo strumento finanziario di SPV, secondo le dichiarazioni di Vernizzi, o non esiste o ha in se una approvazione che viola le norme italiane ed europee, poiché contiene un rischio troppo alto per la pubblica amministrazione che è chiamata a coprire quello dei privati che si sono offerti per realizzare l'opera. Questo giochetto richiama la necessità di indagare all'interno del vero promotore di SPV, cioè chi in SocietàPedemontanaVeneta spa immaginava certi meccanismi della finanza di progetto molto rischiosi. A tutti è noto che nel 2004-2005 nella società sono entrati Mantovani e Adria infrastrutture guidate da Baita e Minutillo. A questo punto è evidente che il progetto porta in se tare economico finanziarie irrisolvibili e nella linea d'ombra tra  lecito e illecito. Il commissario e la Regione Veneto vogliono semplicemente salvare il PEF di SPV con i soldi delle tasse, delle aziende e dei lavoratori invocando gli sgravi fiscali per la speculazione finanziaria, mentre ai lavoratori si propone un buco nella cinta dei calzoni.

Il primo responsabile di ciò è il commissario Vernizzi: già dal 2004 il NUVV, conscio del PEF quantomeno zoppicante e dei limiti Traffico Giornaliero Medio posto a sua garanzia(DGRVn.3854 03.12.04), aveva indicato modifiche rilevanti ai flussi di traffico proposti da SocietàPedemontanaVeneta Spa, l'allora promotore. L'aumento del TGM del 25% fu fatto sulla base di dati regionali mai verificati. Anche nel 2006 (2006-08-04_DGRV_N.3858_AllegatoA-B_Convenzione) Vernizzi conosceva i problemi del PEF sempre più evidenti dopo l'approvazione CIPE (29.03.06), che ha aumentato i costi di oltre 340 mln€. Secondo il commissario, che ha firmato il documento del NUVV del 4.08.06 in quanto Vicepresidente nonostante quell'aumento nel PEF non vi sarebbero stati “maggiori oneri per la Regione Veneto, trovando, invece, copertura da un lato con la valorizzazione del materiale inerte di risulta, ricavato dalle gallerie e dallo scavo dei tratti di superstrada in trincea, e dall'altro l'aumento del Finanziamento senior da 848.000.000 a 1.136.000.000 euro”. Appare evidente che il PEF si basa sulla vendita delle ghiaie sull'aumento del traffico sulla carta, fattori che non si stanno verificando, come pure l'aumento del finanziamento bancario.
Dal 2006 vi sono stati aumenti di costi considerevoli: la base di gara per la SPV fu posta a oltre 1900 mln€, dopo che era partita da 1136mln€. Nel 2010 tutto era ancora più chiaro, quando ha approvato il progetto definitivo (Decreton. 10 del 20 settembre 2010) con un ulteriore aumento a 2130 mln€. In quelle carte si da ragione del fatto che si rende necessario azzerare il ribasso di aggiudicazione d'asta che aveva posto a 1800 mln€ la somma per realizzare la SPV (doc.n.4818-tav.n.4739 doc.n.4839-tav.n.4760 "Quadro riepilogativo dei lavori e di raffronto"). Nei 2130 mln€ c'erano già i 330 mln€ in più di oggi: 140 mln€ sono per l'adeguamentoalle norme europee sulle gallerie, mentre i restanti 190 mln sonostati chiesti dall'ing. Fasiol con nota n.2946 del 03.09.10 e fanno seguito alla Conferenza dei Sindaci del 12.03.10.

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