mercoledì 12 maggio 2021

PEDEMONTANA VENETA NUOVO AIUTINO DALLE OLIMPIADI DEL 2026

Alla fine ci vuole l’aiutino di stato il quinto per una Pedemontana Veneta che non ha aperto il tratto Bassano Montebelluna ai primi di maggio ma agli ultimi. Infatti il povero Luca Zaia e la sua banda che suona il PIL sono costretti a certificare un altro ritardo di quasi un mese sulla tabella di marcia. Zaia e il viceministro Morelli ci hanno chiarito che SPV è strategica per i giochi olimpici invernali del 2026, e la cosa ci fa ridere. Siamo riusciti a progettare le olimpiadi del cemetodotto, quelle diffuse tra Milano, Verona, Cortina e la Val Pusteria. Le prime olimpiadi del lombardo-veneto, più che andare avanti i nostri leghisti procedono per concetti ottocenteschi, anche se parlano di mezzi ad idrogeno, saranno forse quelli per i famosi car-giver. Dal convegno di Verona di ieri alla presenza del viceministro è emerso che la Pedemontana sarà finanziata con una parte del miliardo di euro che il governo ha messo a disposizione per le infrastrutture olimpiche. Si tratta della quinta volta che lo stato ci mette la toppa per una infrastruttura che non riesce a costruire tutti i km del contratto, cioè i 162 km (94+68) previsti dal contratto di concessione all’articolo 2c1(p.14) firmata dalla SIS e da Zaia nel 2017. Adesso siamo all’aiutino per fare la quarantina di km di opere complementari mancanti che valgono minimo 400 mln di €, indispensabili per finire tutta la SPV.

Ricordiamo bene che in Corte dei Conti a Roma nel 2016 la De Berti rispose alla contestazione del mancato finanziamento di quei chilometri, che la Regione Veneto avrebbe provveduto a reperire ulteriori somme. E qui sta l’inghippo della società per le infrastrutture olimpiche e dei commissari per l’emergenza olimpica, staremo a vedere se sapranno commissariare o abolire anche il danno erariale e l’abuso d’ufficio, tutti reati spia che servono a contrastare mafie e malaffari.

Nei documenti dell’ing. Vernizzi non risultano finanziate parte delle opere di accesso all’autostrada, in particolare quelle che la connettono alla rete della mobilità del Veneto centrale e settentrionale. Hanno imparato a tirare i numeri della pandemia diplomandosi con quelli della pedemontana veneta, i cui dati di traffico sono tirati sulle ore di punta. La coorte di misurazioni sono state elaborate da una eccellenza veneta, quella guidata da Artusato l’ingegnere che si è incappellato con il calcoli e che si è beccato un anno in via definitiva per il crollo di un ponte in Val Tramontina in provincia di Pordenone.

Ve lo immaginate che cosa si può fare con un’occasione olimpica come questa? Puoi di mettere una toppa al buco della viabilità complementare pedemontana, puoi buttare altri centinaia di milioni nel tritatutto del nastro d’asfalto Spresiano-Montecchio, puoi tenerti buoni i salernitano-piemontesi, puoi calmare i sindaci, soprattutto trevigiani e andare in tv a dire che siamo i migliori business planner al top del benchmark. Soprattutto puoi dare del rosicone a chi con il ministro Nereo Nesi aveva fatto un accordo per una superstrada e adesso puoi anche permetterti di fare il signore dicendo che la SPV è il più grande cantiere d’Italia e invece è la più grande fregatura d’Europa.

1 commento:

  1. Si, ma intanto e' stata fatta e il popolo non c'e' mai a dire di no! Fra poco ci cementificheranno anche il salotto di casa per favorire gli amici degli amici...basta vedere le casse di espansione di Ciano, ma...tant'e' finche' pochi insorgono pagano salato di persona e basta!

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