Apprendiamo
in queste ore di una lettera del governatore veneto (il leghista Luca
Zaia) indirizzata al capo del governo Giuseppe Conte. In questa missiva il presidente della giunta regionale sostiene che la sua
amministrazione, stante la norma vigente, non sia in grado di
procedere con la bonifica del sito della Miteni di Trissino, sito
colpito da uno dei più gravi casi di contaminazione da Pfas che ha
afflitto peraltro tutto il Veneto centrale.
Abbiamo capito perfettamente come Zaia punti ad ottenere che lo Stato (che solitamente è il bersaglio della libido autonomista del governatore e che invece in questo caso viene visto come mamma caritatevole) si accolli del problema dichiarando l'area come Sin ovvero «Sito di interesse nazionale» per ragioni ambientali. Ci sono ragioni (alcune sostanziate molte altre invece assai poco nobili e strumentali) di natura prevalentemente economica per cui il governatore sta puntando in questa direzione. Ovviamente sul piano giuridico l'assunto di Zaia è una fesseria sesquipedale ma tant'é questa è la condizione in cui si è ridotto il Veneto.
Abbiamo capito perfettamente come Zaia punti ad ottenere che lo Stato (che solitamente è il bersaglio della libido autonomista del governatore e che invece in questo caso viene visto come mamma caritatevole) si accolli del problema dichiarando l'area come Sin ovvero «Sito di interesse nazionale» per ragioni ambientali. Ci sono ragioni (alcune sostanziate molte altre invece assai poco nobili e strumentali) di natura prevalentemente economica per cui il governatore sta puntando in questa direzione. Ovviamente sul piano giuridico l'assunto di Zaia è una fesseria sesquipedale ma tant'é questa è la condizione in cui si è ridotto il Veneto.
Il
problema però è un altro. Dallo scoppio dell'emergenza Pfas nel
2014, emergenza che fu messa nero su bianco da Arpav, il Comune di
Trissino in primis e in subordine Provincia di Vicenza e Regione
Veneto, avrebbero dovuto procedere indirizzando alla Miteni un
preciso ordine di bonifica ben prima che la società fallisse. Per
certi versi lo stesso avrebbe potuto fare l'autorità giudiziaria. In
realtà quella di Zaia è una vergognosa manfrina con cui il
governatore, in modo penosamente goffo, cerca di occultare queste
responsabilità. Per questo motivo le mamme no Pfas saranno a Venezia
questa domenica: proprio per tirare le orecchie ad uno Zaia il cui
naso da pinocchietto al prosecco è giunto dalla laguna sino alla
valle dell'Agno.
Tuttavia lo stesso modus operandi lo
stiamo riscontrando per la contaminazione ascrivibile al vecchio sito
Rimar nella Trissino alta. Qui non ci sono scusanti, la giunta
comunale, prodiga di vernissage al cemento nonché di clamorosi flop
come quello «disinaugurazione» del ponte di San Rocco, oltre a
sbertucciarsi da sola, dovrebbe invece comunicare solennemente alla
cittadinanza di avere avviato la procedura per ordinare ai
proprietari del sito Rimar, alias loro maestà i Marzotto, una
bonifica che pure questa, sta verminosamente passando in cavalleria
Massimo
M. Follesa portavoce CoVePA ovestVI
Nessuno ha torto e tutti hanno ragione. Ma noi cosa stiamo facendo per il nostro Paese !!!
RispondiEliminaCon le chiacchiere non si costruisce nulla. Anni di silenzi, anni di collusioni, e ora ne paghiamo i conti. Mi dispiace per le mamme e i loro figli vittime dell'ingordigia della nostra società. Il "denaro" e il "potere" figli degeneri che ci porteranno a tristi realtà. La Storia dei Popoli è testimone di tanta tristezza.