Il
CoVePA ha inviato formale diffida ad adempiere alla giunta e a tutti
i consiglieri regionali che sono riuniti nel variare il bilancio
della Regione Veneto per introdurre l'addizionale IRPEF. Questo
intervento viene mascherato come una semplice modifica del documento
di previsione economica e finanziaria, in realtà è un autentico
aiuto pubblico e una modifica illegittima del contratto per salvare
il concessionario della Pedemontana Veneta. E' un atto che coinvolge
la politica veneta nelle proprie responsabilità personali di chi la
rappresenta negli organi istituzionali. Lasciamo a Luca Zaia, alla
sua squadra meditare sulle parole che abbiamo depositato, resta una
questione aperta sul perché salvare i Dogliani in cambio di un
referendum sulla autonomia taroccato proprio dagli interessi
salernitano piemontesi dietro alla Pedemontana Veneta?
Qualunque
decisione prenderanno oggi i consiglieri regionali, restano aperte
almeno 10 semplici domande:
- Il danno per le finanze venete per l’attribuzione di 5,7 miliardi di utile netto senza rischi al Concessionario
- La 13^ diapositiva del 7 marzo 2017 induce all’errore che al Concessionario la Regione debba garantire tutti i minori pedaggi rispetto alle previsioni della 1^ convenzione del 2009 e dell’atto aggiuntivo del 2013.
- Il pagamento agli Espropriati.
- Il Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV) del 2017 smentisce il NUVV del 2013 sulle stime di traffico.
- Il parere del 6 marzo reso dal Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV) ad uno dei suoi stessi Membri.
- La mancanza di istruttoria nei pareri acquisiti dal Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV).
- I calcoli di costo del Concessionario sono controllati ?
- La modestia del controllo e monitoraggio dell’opera che il “Terzo Atto convenzionale” non risolve.
- La dannosità, per i Territori attraversati, di una Superstrada con pochi accesi e privata delle esenzioni per i residenti dal “Terzo Atto convenzionale”.
- Perché non si chiedono i pareri all’Autorità Anticorruzione e della Corte dei Conti sul “Terzo Atto convenzionale”, visto che i due Organi di controllo sono intervenuti e hanno rilevato “criticità” ? Perché ci si mette fretta di fronte ad un danno ipotetico da 5 miliardi di euro ?
- Il danno per le finanze venete per l’attribuzione di 5,7 miliardi di utile netto senza rischi al Concessionario.
Il
Conto Economico che è parte del nuovo Piano Economico Finanziario
del “Terzo Atto” attesta – vedasi la colonna 9 del foglio di
calcolo qui allegato - che nei 39 anni di durata della concessione il
“Terzo Atto convenzionale” garantisce al Concessionario un utile
netto di 5 miliardi e 719 milioni e 464 mila euro, pari in media per
anno a 146 milioni e 652 mila euro. Si tratta di un utile che viene
“garantito” in quanto deriva dal canone di disponibilità che la
Regione si obbliga a versare al Concessionario nella somma fissa e
invariabile nei 39 anni – vedasi la colonna 4 e l’art. 21 del
“Terzo Atto” - di 12 miliardi 104 milioni e 537 mila euro.
Se
ne ha che il Concessionario conseguirà un utile netto pari al –
vedasi la colonna 10 del foglio di calcolo – del 47,3% sul
fatturato. Si da il caso che l’utile normale nel settore delle
costruzioni sia del 10% sull’investimento, mentre il “Terzo Atto”
garantisce senza alcun rischio sotteso, la percentuale di utile,
sull’investimento attuato dal Concessionario, del 90%.
Ciò
premesso, si chiede ai Consiglieri Regionali se
appaia congrua e legittima la misura dell’utile netto accordato al
Concessionario dal “Terzo Atto” che il Consiglio Regionale è
chiamato ad approvare: 146 milioni e 652 mila euro all’anno per 39
anni, con una percentuale di utile sull’investimento del 90%.
- La 13^ diapositiva del 7 marzo 2017 induce all’errore che al Concessionario la Regione debba garantire tutti i minori pedaggi rispetto alle previsioni della 1^ convenzione del 2009 e dell’atto aggiuntivo del 2013.
La
13^ positiva esibita in Consiglio Regionale il 7 marzo 2017 è errata
e, in più, se ne è fatto un uso non corrispondente ad un effettivo
obbligo per la Regione.
- La 13^ diapositiva mette a confronto i ricavi lordi per il Concessionario previsti dal Piano Economico Finanziario (PEF) della 1^ convenzione del 2009, per 18,8 miliardi con l’ammontare del canone di disponibilità, che il “Terzo Atto” accorda in misura fissa al Concessionario per 12,1 miliardi; è strano che si utilizzi come confronto la convenzione del 2009 quando la stessa è stata abrogata da quella del 18 dicembre 2013 che, nel Piano Economico Finanziario tuttora vigente – vedasi il foglio allegato alla colonna 3 – prevede per il Concessionario 21,6 miliardi di euro di ricavi da pedaggi e canone; si chiede ai Consiglieri Regionali se siano fatti una ragione di questo paragone con un Piano non più vigente.
- L’utilizzo che del dato dei 18,8 miliardi di ricavi previsti dal superato PEF del 2009 forse da spiegazione del fatto che lo si sia preso come termine di paragone: si sostiene che il “Terzo Atto” faccia risparmiare alla Regione la differenza fra i 18,8 miliardi di ricavi previsti nel 2009 e i 12,1 miliardi previsti come canone dal “Terzo Atto”; un risparmio quindi di 6,7 miliardi; forse è parso troppo dire che il risparmio sia invece nella differenza fra i ricavi, maggiori, previsti nel 2013 – 21,6 miliardi – ed i 12, 1 miliardi del “Terzo Atto”, 9,5 miliardi invece dei 6,7 miliardi vantati.
Non
è affatto vero che la convenzione del 2009 nell’art. 8 obblighi la
Regione a garantire comunque gli importi dei pedaggi previsti: l’art.
8, comma 2°, della convenzione del 21/10/2009 si limita a richiamare
l’art. 143, comma 8, del Codice Appalti, che vuole garantito
l’equilibrio economico finanziario dell’investimento; certo
quindi non qualsiasi utile, anche iperbolico come quello del 90%
sull’investimento previsto nei PEF della Superstrada; la normativa
sui lavori pubblici prevede un utile normale del 10% e quindi questo
doveva costituire il metro di misura per la revisione del PEF.
Si
chiede ai Consiglieri Regionali se, veramente, pensino di far
guadagnare alla Regione 6,7 miliardi di risparmi approvando il “Terzo
atto convenzionale” loro oggi sottoposto e non piuttosto di gravare
la Regione con un utile “Blindato” per il Concessionario, di 5,7
miliardi.
- Il pagamento agli Espropriati.
Alla
data del 6 ottobre 2016 (come attesta la deliberazione 9 novembre
2016, n. 13/2016/G della Sezione centrale di controllo della Corte
dei Conti, a pag. 43), a fronte dell’importo di indennità
concordate di 174 milioni di euro, sono stati pagati solo 43 milioni
e sono già pagabili somme per ulteriori 64 milioni.
Nonostante
tali ritardi accertati in capo al Concessionario, l’art. 15 del
“Terzo Atto” gli conferma la delega da parte della Regione al
pagamento degli acconti e dei saldi delle indennità ed indennizzi di
espropriazione.
Ciò
premesso, si chiede ai Consiglieri Regionali,
se, invece, non possa destinarsi ai pagamenti dovuti agli Espropriati
l’ammontare in quota parte del terzo contributo in conto
costruzione accordato al Concessionario dall’art. 20 del “Terzo
Atto” per 300 milioni, con versamenti eseguiti direttamente dalla
Regione agli Espropriati.
- Il Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV) del 2017 smentisce il NUVV del 2013 sulle stime di traffico.
Il
“Terzo Atto” deriva da quanto fatto dalla Giunta Regionale e dal
Commissario nel 2013 con l’Atto Aggiuntivo stipulato il 18 dicembre
di quell’anno. Il foglio di calcolo allegato dimostra che l’Atto
del 2013 stimava – vedi colonne 2 e 3 del foglio allegato - un
incremento dei pedaggi da 16,9 miliardi a 21,1 miliardi di euro,
prospettando un “utile” per il Concessionario aumentato da 8,4 a
11 miliardi.
Queste
stime sono state oggetto del parere positivo nel Nucleo Valutazione e
Verifica degli Investimenti (NUVV) rilasciato il 3 dicembre 2013. Il
parere del NUVV ora allegato al “Terzo Atto” dice (3^ pagina e 3°
periodo) che già nel 2015, quindi solo un anno dopo, Cassa Depositi
e Prestiti e Banca Europea degli Investimenti ritennero irrealistiche
tali stime di pedaggi.
Nel
2013 (parere del NUVV pag. 2, 1° periodo) il costo delle maggiori
opere chieste dai Comuni, pari a 302 milioni di euro, era stato già
coperto dal secondo contributo statale di 370 milioni di euro (parere
del NUVV pag. 2, 4° periodo).
L’Atto
Aggiuntivo del 2013 non è irrilevante, in quanto costituisce la
disciplina vigente della concessione: ad oggi, la stima dell’utile,
per quanto qui non garantito, per il Concessionario, è di 11
miliardi di euro.
Ciò
premesso, si chiede ai Consiglieri Regionali perché
il parere del NUVV allegato al “Terzo Atto” giustifichi questo
“Terzo Atto” alla luce dell’attuale crisi economica (pag. 6, 5°
periodo), che come noto data dal 2008, quando il 3 dicembre 2013, per
il 2° atto di convenzione del 18/12/2013, ha ritenuto verosimile ed
attestato l’incremento dei pedaggi da 17,4 miliardi stimati nel
2009 a 21,6 miliardi di euro.
- Il parere del 6 marzo reso dal Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV) ad uno dei suoi stessi Membri.
Il
NUVV ha rilasciato il parere positivo sul “Terzo Atto
convenzionale” il 6 marzo 2017 (pag. 7) nella composizione che
comprende il Segretario Generale della Programmazione”, che è il
Soggetto che sta curando per la Giunta Regionale l’istruttoria
dello stesso “Terzo Atto”.
Ciò
premesso, si chiede ai Consiglieri Regionali quale
attendibilità abbia un parere reso dallo stesso Soggetto che lo
chiede.
- La mancanza di istruttoria nei pareri acquisiti dal Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti (NUVV).
Il
parere del NUVV (pag. 4, 3° periodo) attesta di non aver svolto
accertamenti in proprio, ma di essersi basato solo sui 6 pareri di
Esperti richiesti dalla Giunta Regionale. Il COVEPA ha potuto
visionare solo uno dei 6 pareri, quello dell’Avv. Bruno Barel
datato 1 marzo 2017. Questo stesso parere si basa su informazioni
avute e non verificate direttamente dall’Estensore, comparendovi
l’espressione “Mi viene riferito …” e non contiene stime dei
danni ipotizzabili, ma solo un’indicazione teorica dei rischi
giuridici, con la generale descrizione delle condizioni e procedure
di richiesta danni paventabili.
Ciò
premesso, si formula il dubbio ai Consiglieri Regionali che
il parere del NUVV non abbia a supporto un’istruttoria, ma pareri
che a loro volta non si basano su un’istruttoria.
- I calcoli di costo del Concessionario sono controllati ?
Il
Piano Economico Finanziario nelle tre versioni, 2009, 2013 e ora
2017, risulta proposto dal Concessionario ed espone costi (per il
Personale, le manutenzioni, finanziari e quant’altro); lo stesso
per i progetti esecutivi, il cui costo di esecuzione è calcolato dal
Concessionario.
Poiché
questi conteggi del Concessionario sono accolti nel “Terzo Atto
convenzionale” e divengono quindi irretrattabili per risultare
accettati come parte integrante della nuova convenzione che la
Regione firmerà, si chiede ai Consiglieri Regionali se abbiano
potuto acquisire i documenti per la validazione dei costi del
Concessionario per opere e per la gestione. Documenti dei
quali non si rinviene traccia nella delibera del 7 marzo 2017 della
Giunta Regionale, che propone al Consiglio Regionale l’approvazione
del “Terzo Atto convenzionale”.
- La modestia del controllo e monitoraggio dell’opera che il “Terzo Atto convenzionale” non risolve.
La
Corte dei Conti nella deliberazione del 9 novembre 2016, nel capitolo
VI, da pag. 39, ha rilevato come sia stata modesto il controllo
nell’esecuzione dell’opera. Il “Terzo Atto convenzionale” non
introduce alcuno strumento, limitandosi nell’art. 22 a ricordare i
generali poteri di vigilanza per accertare il buon andamento dei
lavori.
Intanto,
uno degli aspetti criticati dall’ANAC, ovvero che i Collaudatori
siano pagati dal Concessionario, minandone l’indipendenza, esce
confermato nel “Terzo Atto”, con l’art. 17, comma 3°.
Si
chiede ai Consiglieri Regionali se sia accettabile la
perpetuazione di questa problematica invece che la sua soluzione da
parte del “Terzo Atto convenzionale” che sono chiamati a
ratificare.
- La dannosità, per i Territori attraversati, di una Superstrada con pochi accesi e privata delle esenzioni per i residenti dal “Terzo Atto convenzionale”.
Si
afferma che i ricavi da pedaggi saranno pari a 13 miliardi e quindi
supereranno i 12,1 miliardi di canone garantito a scatola chiusa dal
“Terzo Atto convenzionale” al Concessionario.
Pedaggi
per 13 miliardi in 39 anni significano al giorno 913.242 euro.
Pensando ad una media di 7 euro di pedaggio significano 90 veicoli al
minuto. Senza l’esenzione per i Residenti e con pochi accessi
lontani dai centri urbani, e con un’utilità solo per il traffico
diretto e proveniente da ovest, sono dati credibili ? Di certo non vi
credono le Banche e lo stesso Concessionario che preferiscono far
correre il rischio alla Regione, tramite la formula del canone fisso.
Difficilmente ci può credere anche chi abita in Provincia di
Treviso: la SPV replicherà la condizione della Pontebbana e del
Terraglio, sempre intasati a fronte di un’autostrada Mestre –
Belluno semivuota della quale i Comuni invocano da decenni,
inutilmente, la liberalizzazione al traffico locale.
I
territori attraversati dalla SPV, lungi dal liberare dal traffico la
viabilità ordinaria, si troveranno gravati da quella in ingresso e
in uscita dalla SPV dalla e verso la direzione ovest.
- Perché non si chiedono i pareri all’Autorità Anticorruzione e della Corte dei Conti sul “Terzo Atto convenzionale”, visto che i due Organi di controllo sono intervenuti e hanno rilevato “criticità” ? Perché ci si mette fretta di fronte ad un danno ipotetico da 5 miliardi di euro ?
La
Giunta Regionale e il NUVV si sono muniti di 6 pareri di Studiosi
indubbiamente eccelsi, ma che hanno il difetto di essere stati scelti
dallo stesso Soggetto cui rendono il parere, quindi ponendosi in
posizione non neutrale rispetto al Consiglio Regionale.
Veri
e propri controlli, invece, sull’intera vicenda della SPV, sono
stati fatti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione e dalla Corte
dei Conti: lo ricorda la stessa delibera del 7 marzo 2017 21CR della
Giunta Regionale – a pag. 6, 2° periodo – che afferma come tali
Organi abbiano rilevato “criticità”.
Chiediamo
ai Consiglieri Regionali: perché allora, visto che le
criticità della SPV durano dalla sua origine nel 2009 e da allora
non sono state risolte – anzi aggravate dall’Atto Aggiuntivo del
2013 come ricorda la Corte dei Conti in più punti della
deliberazione del 9 novembre 2016 – perché, dicevamo, non si dà
all’Autorità Nazionale Anticorruzione e alla Corte dei Conti il
tempo di studiare il “Terzo Atto convenzionale”, per farsi dire
se le “criticità” sono da esso risolte ?
Perché
invece se ne vuole l’approvazione dal Consiglio Regionale nel
brevissimo spazio di tempo che è passato dal 7 marzo 2017, giorno
della sua presentazione ?
Se
la Corte dei Conti affermasse essa stessa che 5,7 miliardi di utile
“a scatola chiusa” sono un eccesso, chi mai potrà ripagare la
Regione di un danno da 5 miliardi ? Il “Terzo Atto convenzionale”
una volta firmato non potrà più essere messe in discussione, mentre
5 miliardi di danni diviso 50 fanno 100 milioni a testa.
Tanto
più quando il “Terzo Atto convenzionale” permette al Consorzio
Stabile SIS S.C.p.A. e ad Itinere Infraestructuras S.A. di
lasciare il giorno stesso della firma, incassando il valore attuale
dei 5,7 miliardi di utile, in una di queste due forme:
- l’art. 6, comma 5° consente la cessione delle azioni rappresentative del capitale sociale della Società, pretendendo solo che sino al collaudo provvisorio dell’opera il Consorzio Stabile SIS S.C.p.A. e Itinere Infraestructuras S.A. mantengano una quota del capitale sociale;
- l’art. 19, comma 2°, permette al Concessionario di cedere tutti i crediti maturati e maturandi, non solo per accedere a finanziamenti, come si comprende per il riferimento alla Legge 21 febbraio 1991, n. 52 che disciplina la cessione dei crediti di impresa anche a prescindere da necessità di finanziamento.
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