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Tratto da www.consiglioveneto.it
(Arv) Venezia 5 ago. 2015 - “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
(Arv) Venezia 5 ago. 2015
- “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a
sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette
nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno
bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi
verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In
sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per
coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da
chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni,
commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le
leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per
la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui
project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive
l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda
di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono
stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è
stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di
scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio
regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza –
ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero
incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in
maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario
di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è
rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale -
prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul
loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno
neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti
importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele
Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni
in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici
interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche
senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e
pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare.
“E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo
scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
- See
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(Arv) Venezia 5 ago. 2015
- “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a
sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette
nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno
bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi
verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In
sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per
coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da
chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni,
commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le
leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per
la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui
project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive
l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda
di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono
stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è
stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di
scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio
regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza –
ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero
incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in
maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario
di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è
rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale -
prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul
loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno
neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti
importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele
Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni
in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici
interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche
senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e
pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare.
“E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo
scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
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