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Mentre
il caso Venezia deflagra in tutto il suo clamore (qui un estratto delle accuse), al di là della
vicenda giudiziaria che va attentamente seguita, ci sono alcune cose
che vanno dette. Anzitutto una condotta di questo genere da parte del
gotha di FI mai sarebbe stata possibile se non ci fosse stato il
silenzio colpevole dell'opposizione, specie del Pd. Non è un caso
che cooprosse e alti papaveri dello stesso Pd siano finiti
nell'inchiesta. Zaia appare ridicolo nel togliere le deleghe al suo assessore arrestato: le tolga a se stesso se è capace. Per anni ha tollerato e condiviso le responsabilità politiche del sistema Galan-Chisso-Sartori. La sua è stata una convivenza negoziata: cosa pensava spingesse Galan verso le operazioni spregiudicate con i projectfinancing? E cosa pensava facesse Chisso asserragliato nella torre di Veneto Strade con Vernizzi e Fasiol? Quest'ultimo è un altro arrestato “a disposizione di Baita e Minutillo al fine di accelerare l'iter procedimentale dei project financing presentati dal Gruppo Mantovani”, tra cui va annoverato anche quello di SPV.
Allo
stesso modo è rimarchevole il silenzio con cui la grande stampa,
nazionale e regionale, per anni ha dato poco spazio a chi criticava
un sistema che già da subito appariva marcio e criminogeno. Per anni
chi denunciava quello che il buon senso faceva apparire come un
mostro covato dalle chiocce della politica, della burocrazia e
dell'imprenditoria made in Veneto, veniva tacciato a seconda dei casi
di: ecologismo, massimalismo, catastrofismo, complottismo,
giustizialismo. I piccoli comitati e i piccoli coordinamenti, come il
nostro, per anni hanno dovuto vincere l'atteggiamento alle volte
stizzito, alle volte nettamente ostile di chi sui media conta sul
serio: siano editori, giornalisti, politici, imprenditori o
opinionisti.
Nonostante
tutto però vanno fatti alcuni distinguo. Basti pensare all'opera di
denuncia dell'europarlamantare uscente Sergio Berlato (Fi) e del suo
collega Andrea Zanoni, i quali, pur in modo diverso hanno pagato e
stanno pagando un prezzo pesantissimo per la loro coerenza. Si pensi
agli attacchi patiti da Berlato in seno al suo partito, o alle
minacce fino agli atti incendiari patiti da Zanoni.
Onore
al merito va allo scrittore Renzo Mazzaro che con il suo libro, I
padroni del Veneto, aveva già messo sul chi va là tutti quanti
identificando quel filo rosso tra politici, imprenditori, lobby e
potere mediatico, il quale ha permesso per anni che lor signori
agissero indisturbati. Mazzaro ci insegna che se non si rimane vigili
il potere la fa facilmente da padrone, calpestando i fondamentali
della democrazia. E va detto un sincero grazie anche a Marco Milioni,
giornalista freelance, che senza le coperture di chi è assunto e
senza lobby alle spalle, prima sul Gazzettino, poi su Canale 68 e su
VicenzaPiù e ancora su testate nazionali come Globalist o sul suo
blog, ha raccontato retroscena e collegamenti: dal caso Cis, al nuovo
tribunale di Vicenza, all'affaire Valdastico sud, alla vicenda Aim;
dalla Spv, cui ha pure dedicato un libro, sino allo scandalo del Pfoa
per citarne pochi. Anche Milioni (come i piccoli editori che gli
hanno dato ospitalità) ha pagato il prezzo dell'isolamento di gran
parte dei colleghi “mainstream” (per non parlare delle querele
ricevute a mo' di avvertimento), in una regione come la nostra dove
“i schei” continuano a contare più degli esseri umani.
Massimo
Follesa portavoce CoVePA
wwwcovepa.blogspot.com
#PedemontanaAlternativa
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