Oggi
29 aprile al TAR Lazio si è discusso il ricorso contro la variante al
Tunnel della Pedemontana Veneta. Era stato depositato dal CoVePA e da
40 residenti del comune di Malo VI, contro il Ministero
dell'Ambiente, la Regione Veneto, e la concessionaria della
Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta i salernitano-piemotesi di
SISscpa in API con gli iberici di Sacyr.
In
udienza l'avvocato Perulli ha chiesto di andare a sentenza bloccando
così ogni ulteriore azione degli avvocati di Zaia,e di SIS. «É
finito il tempo delle repliche vogliamo la sentenza, soprattutto dopo
l'autogoal del concessionario e del comune di Malo con la delibera di
giunta n. 54 del 18/04/19 e con il provvedimento prot.n. 9106 del
18/04/19 che, in violazione delle prescrizioni del Minambiente di
ottobre 2018, hanno dato il via ai lavori notturni» ha dichiarato
Matilde Cortese in uscita dalla Camera dei Deputati. Qui ospiti
dell'on. Sara Cunial, abbiamo tenuto una conferenza stampa che in
integrale siamo in grado di presentarla al seguente link
https://webtv.camera.it/evento/14283.
Con
noi erano presenti per i residenti della frazione di Vallugana-Malo
l'ing. Francesco Vieri ed ha partecipato come consulente l'Arch.
Carlo Costantini. «Numerosi sono i punti affrontati, vale la pena di
fissare le violazioni che in questo momento risultano evidenti nei
lavori del cantiere della Galleria di Malo» ha ricordato l'ing.
Viero, che si è soffermato sui alcuni punti principali. Ha sostenuto
che i residenti si sentono profondamente traditi per come procedono
lavori augurandosi un provvedimento amministrativo positivo a Roma e
non escludendone uno nuovo a Venezia.
Per
i ricorrenti si tratta di una variante sostanziale al Progetto
Esecutivo in violazione dei precedenti vincoli ambientali che
tutelavano le aree dove risiedono da un cantiere particolarmente
distruttivo, rispettate anche dal Commissario straordinario per la
costruzione dell’opera in carica fino al 2016, ma disattese nel
recente parere del 2018, dalla Regione Veneto e dal Ministero
dell’Ambiente, che esso stesso le aveva emesso nel 2006. Si
trattava di vincoli ambientali e paesaggistici che tutelavano la zona
di cantiere della galleria di sicurezza situata nella località di
Val Lugana in comune di Malo. La variante a cui si propone
opposizione nei fatti sta eseguendo la totalità dei lavori di scavo,
per milioni di metri cubi di roccia e con centinaia di camion da
cava, dal centro della montagna. Questo avviene dopo il sequestro dei
cantieri provocati da due crolli alle estremità della galleria, che
hanno causato la morte di un operaio nel lato est(allegato
1) e il completo sprofondamento di un cantiere travolto da una
voragine ciclopica nel lato ovest(allegato
2). Ad oggi questa variante, che rende la vita impossibile di
oltre 400 persone, come rilevato da ARPAV(allegato
3), procede con i lavori alterando le condizioni di vita di un
luogo particolarmente conservato della pianura veneta a nord di
Vicenza. La gravità degli aggiramenti delle norme esecutive e
costruttive sono la causa di tutto ciò(allegato
4), i cittadini sono solo le ulteriori vittime, come dimostrano i
sequestri che bloccano il corso regolare dei lavori e che perdurano
ancora.
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