giovedì 18 aprile 2019

TAV SI, SPV NO.

Pubblichiamo un post tratto dal profilo Facebook di Dante Schiavon poiché la riteniamo una utile riflessione di cui vale la pena tenere memoria e proporla a tutti coloro che ci leggono(NDR).
La rettitudine amministrativa si manifesta a tratti. La SPV dovrebbe, forse più della Tav, essere sottoposta ad un'analisi costi-benefici per le conseguenze ambientali, economiche e paesaggistiche: 

  • per un tracciato di 94 km, di cui 63 km  in trincea,  in un "bacino acquifero" fra i più grandi d'Europa; per 54 km di opere secondarie;
  • perché inserita in una Regione fra le più "cementificate" e "inquinate" d'Europa 
  • per l'aumento dell'incidenza del trasporto  su "gomma" di merci e persone e degli effetti inquinanti e climalteranti dovuti alla emissione di CO2 e PM10
  • per la devastazione delle aree pedemontane trevigiane  e vicentine votate all'agricoltura, all'arte, alla storia
  • per i costi enormi a carico dei contribuenti veneti a causa delle previsioni sballate sui flussi di traffico
  • per l'effetto del deterioramento paesaggistico sui flussi turistici del territorio.

A differenza della Spv, la Tav, che ha goduto del diritto ad un'analisi costi-benefici indipendente, prevede un tracciato di 54 km interamente in galleria e su rotaia.
Perché non si fa "un'analisi costi benefici indipendente" della SPV alla  stregua della Tav?
Perché la mancanza di rettitudine politica (e morale) accomuna una classe politica indegna. 
Partendo da Alessandra Moretti (PD) che, millantando  le posizioni confindustriali,  asseriva  che senza la SPV sono a rischio 30.000 posti di lavoro (come il miracolo del Nord Est non si fosse compiuto senza Spv), arrivando ai "5stelle" che in campagna elettorale promettono di bloccare l'opera se vanno al governo: una promessa che stanno tranquillamente disattendendo. Scopriamo così che la rettitudine politica e amministrativa e il senso di responsabilità nell'esercizio del potere sui beni comuni sono subordinati interamente alla 
conquista  elettorale del potere. Si fanno calcoli, a volte sbagliati (vedi la fine della Moretti del Pd-Confindustria in Veneto), a volte esatti, anche se moralmente inaccettabili e spregiudicati  (i 5 stelle "calcolano" di perdere  i voti degli ambientalisti veneti a cui hanno promesso lo stop della SPV, ma si accaparrano e mantengono i consensi degli  elettori della Val di Susa e dei truffati  delle banche venete, compresi gli speculatori). La politica si traduce in calcoli  elettorali, ti fa vivere l'ebbrezza del potere, ti fa pagare con cinica lucidità prezzi  politici, sacrificando il bene comune, il diritto al futuro delle giovani generazioni, il contributo di un'azione decisa e urgente nel contrasto ad un modello di sviluppo superato che ci ha portato sull'orlo dell'abisso.

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